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Biden: “Putin è un tiranno: non può restare al potere”. L’ira del Cremlino

Il presidente Usa in Polonia: "Siamo qui per difendere gli alleati". Il Cremlino: "Non decide Biden chi è il presidente della Russia"

Varsavia – “Questa non è una battaglia che si vincerà nel giro di pochi giorni o mesi, dobbiamo prepararci al fatto che durerà a lungo”. Vladimir Putin è un “tiranno” che “non può rimanere al potere”. Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, si è espresso così sulla guerra tra Russia e Ucraina in un discorso tenuto a Varsavia.

“Non abbiate paura”, ha detto Biden, che ha citato le prime parole nel primo discorso pubblico di Papa Giovanni Paolo II dopo la sua elezione nell’ottobre del 1978. “Quelle sono le parole che hanno poi definito Giovanni Paolo II, parole che avrebbero cambiato il mondo”, ha detto. “Il mio messaggio è noi siamo con voi, punto”, ha detto rivolgendosi ai cittadini ucraini.

Quindi, i messaggi diretti a Vladimir Putin e alle forze armate della Russia. “Non pensate nemmeno di entrare nel territorio Nato”, ha detto Biden. “Le forze Usa che sono in Europa non sono qui per combattere contro i soldati russi. Sono qui per difendere gli alleati”, ha detto il presidente americano, puntando direttamente il dito contro Putin, definito “un dittatore che vuole ricostruire un impero” e “un tiranno” che “non può rimanere al potere”. Immediata la risposta dal Cremlino: il presidente della Russia non può “essere deciso dal signor Biden”, le parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “E’ solo una scelta del popolo della Federazione Russia”, aggiunge Peskov, citato dalla Cnn

Biden ha usato toni e parole differenti per rivolgersi al “popolo russo”. “Mi sono rivolto a voi sempre in modo diretto e trasparente. Il popolo russo non è nostro nemico, rifiuto di credere che accettiate l’uccisione di bambini innocenti e nonni o che accettiate i bombardamenti su ospedali, scuole, reparti, asili”. Queste “non sono le azioni di una grande nazione. Voi non siente questo. Non è questo il futuro che meritate per le vostre famiglie e i vostri figli”.

“Putin è un macellaio” aveva detto poco prima Biden rispondendo ad una domanda dopo aver incontrato un gruppo di rifugiati ucraini. “Non sono sicuro” che la Russia abbia cambiato strategia in Ucraina, ha detto poi Biden, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano di commentare le parole di un generale russo che ha indicato nella “completa liberazione del Donbass” l’obiettivo principale di Mosca.

Gli “insulti” del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, “restringono le possibilità” di un miglioramento dei rapporti tra Washington e Mosca, secondo quanto ha dichiarato alla Tass da Peskov. “È strano sentire le accuse contro Putin da parte di Biden, che chiese di bombardare la Jugoslavia e uccidere persone”.

L’INCONTRO CON I PROFUGHI UCRAINI A VARSAVIA

“Siete tutti coraggiosi” ha detto Biden ai profughi ucraini, durante l’incontro allo stadio di Varsavia, dove c’erano soprattutto donne e bambini. Tra le tante tragiche storie sembra lo abbia particolarmente colpito il racconto di una signora lì con i figli e il marito in guerra. “E’ spaventoso”, ha detto il presidente americano. “E’ incredibile, incredibile – ha ripetuto – guardate tutti questi bambini, vorrei solo abbracciarli e dire loro grazie, ci rendono così orgogliosi”.

IL RINGRAZIAMENTO AL POPOLO POLACCO

Nel colloquio con il presidente Andrzej Duda, rende noto la Casa Bianca, Joe Biden ha ringraziato il popolo polacco “per aver aperto le proprie case e il proprio cuore ai vicini che si trovano in stato di necessità”. Gli Stati Uniti, aggiungono, “continueranno a sostenere gli sforzi umanitari” per i rifugiati ucraini. Nel comunicato si specifica, poi, che Biden ha ribadito “l’inamovibile impegno per l’articolo 5 e la sicurezza di tutti i nostri alleati Nato”. “I leader hanno discusso, inoltre, la nostra robusta cooperazione di difesa, il sostegno Usa agli sforzi dell’Europa per ridurre la sua dipendenza dall’energia Russia e raggiungere gli obiettivi climatici, oltre a ribadire i valori democratici su cui si basa la relazione transatlantica”. (fonte Adnkronos)