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Guerra in Ucraina, a Istanbul ripartono i negoziati con la Russia. C’è anche Abramovich

29 marzo 2022 | 10:46
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Il presidente turco Erdogan: “Ci aspettiamo progressi seri e concreti’. E Zelensky chiede all’Occidente nuove armi e sanzioni

Istanbul – Hanno preso il via nel Palazzo Dolmabache a Istanbul i negoziati tra le delegazioni di Kiev e Mosca. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Interfax, ricordando come l’incontro sia stato preceduto da un intervento del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan: ciascuna delle delegazioni ha incontrato la parte turca prima dell’inizio dei colloqui.

Ai colloqui è presente anche il miliardario russo Roman Abramovich . Lo dimostra una foto pubblicata dall’agenzia Ria Novosti, che mostra Abramovich – all’indomani della notizia sul suo presunto avvelenamento – parlare con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.

Erdogan

“I progressi nei colloqui di pace tra le delegazioni ucraina e russa in Turchia potrebbero aprire la strada a un incontro a livello di leader”, ha dichiarato Erdogan, prima dell’inizio dei colloqui. “Su tutte le piattaforme internazionali abbiamo mostrato un approccio equo che difende i diritti e le sensibilità di entrambe le parti”, ha aggiunto.

Le “preoccupazioni” di Russia e Ucraina sono “legittime”, ha quindi dichiarato il presidente turco per il quale il proseguimento delle ostilità tra Russia e Ucraina “non è nell’interesse di nessuno”.

Nel suo breve discorso, riporta l’agenzia Anadolu, Erdogan ha insistito sulla necessità di raggiungere un accordo sul cessate il fuoco, base per una pace duratura. Il leader turco ha evidenziato in particolare la posizione del suo Paese, che mantiene buoni rapporti con i due belligeranti. “Gli scontri ci rammaricano profondamente”, ha sostenuto, ricordando che Ucraina e Russia sono due paesi “amici”.

La Turchia si aspetta “progressi seri e concreti” dai colloqui di Istanbul, ha dichiarato ancora Erdogan, rivolgendosi alle delegazioni di Ucraina e Russia prima dell’inizio del nuovo round di negoziati. “Crediamo che non ci siano perdenti in una pace giusta”, ha detto ancora, citato dall’agenzia Anadolu. “Ci auguriamo che gli incontri siano utili sia per i Paesi che per la regione poiché la Turchia è profondamente preoccupata per il conflitto”, ha aggiunto Erdogan, che ha quindi definito “amici preziosi” i leader di Ucraina e Russia, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin.

Kuleba

I negoziatori seduti al tavolo con la controparte russa non dovrebbero bere o mangiare assieme ai loro interlocutori. L’avvertimento arriva dal ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, all’indomani della notizia del presunto avvenuto avvelenamento di Roman Abramovich e di due negoziatori ucraini. “Consiglio a chiunque si trovi a negoziare con la Federazione russa di non mangiare o bere e preferibilmente evitare di toccare qualunque superficie”, ha affermato, secondo quanto riporta l’emittente britannica Sky News.
Zelensky

Intanto Zelensky insiste con forza per un inasprimento delle sanzioni contro la Russia, e critica la natura “passiva” di alcune misure punitive, sottolineando che il mondo non può aspettare le azioni della Russia per rispondere. Nel discorso pronunciato e divulgato in nottata, il presidente ucraino – riporta la Bbc – si è lamentato del fatto che se “forti sanzioni preventive” fossero state adottate in precedenza, avrebbero potuto impedire l’invasione. “Una guerra su vasta scala è iniziata”, ha dichiarato Zelensky nel discorso di sette minuti. “Ora ci sono indicazioni e avvertimenti secondo cui sanzioni presumibilmente più severe, come un embargo sulle forniture petrolifere russe all’Europa, sarebbero messe in atto qualora la Russia utilizzasse armi chimiche”.

“Semplicemente non ci sono parole. Noi, persone che siamo vive, dobbiamo aspettare. Tutto ciò che l’esercito russo ha fatto fino ad oggi non giustifica un embargo petrolifero? Le bombe al fosforo non lo giustificano? Un impianto di produzione chimica bombardato o un bombardamento sulla centrale nucleare non lo garantiscono?”.

Zelensky ha poi fatto sapere che intende rivolgersi ai parlamenti di diversi paesi questa settimana per esortarli a fornire più armi. “Gli ucraini non dovrebbero morire solo perché qualcuno non riesce a trovare abbastanza coraggio per consegnare le armi necessarie”, ha detto. “La paura rende sempre complici”. (fonte Adnkronos)