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Viviamo Fiumicino: “Basilica di Sant’Ippolito e Terme di Matidia, le occasioni dimenticate dal circuito turistico culturale”

4 aprile 2022 | 19:40
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Viviamo Fiumicino: “Basilica di Sant’Ippolito e Terme di Matidia, le occasioni dimenticate dal circuito turistico culturale”

“Invitiamo l’Amministrazione a considerare l’ipotesi di prevedere un circuito turistico e culturale partendo dalle bellezze archeologiche e rurali di Isola Sacra”,

Fiumicino – “Passeggiando su via Redipuglia presso Isola Sacra, per poi procedere su via Rombon dove è situato l’ingresso delle Terme di Matidia, continuando poi in direzione della Basilica di Sant’Ippolito e infine dirigendosi tramite via di Valle Sarca e via Val d’Astico, alla Necropoli di Porto, si è avvolti dalla sensazione, che il tempo si sia fermato a svariati secoli fa, se non addirittura di un paio di millenni; eppure la vicinanza al centro abitato, come pure alle vie principali, quali via della Scafa e via dell’Aeroporto di Fiumicino, è talmente evidente, che costituisce un motivo in più di riflessione, sul potenziale che si concentra in queste poche centinaia di metri”. E’ l’inizio di un comunicato a firma dell’associazione Viviamo Fiumicino per il centro studi di Mario Baccini.

“Volendo dare dei brevi cenni storici – è scritto nella nota -, la Necropoli di Porto è un’area sviluppatasi ai lati della via Flavia, tra il I e il IV sec. d.C., che accoglie circa 200 edifici funerari, così ricchi di informazioni da permettere di ricostruire la società di Portus e di come fosse suddivisa nelle diverse classi sociali, nonché le abitudini e la vita quotidiana degli antichi Portuenses. La Basilica di Sant’Ippolito è la Basilica paleocristiana più importante del suburbio portuense, costruita tra la fine del IV e gli inizi del V sec. d.C., sul complesso termale delle Terme di Matidia e collegata alla città di Porto, tramite il ponte di Matidia. Infine le Terme di Matidia, sono un complesso termale risalente al 113 d.C e rimasto in funzione fino al VI secolo, dedicato a Salonina Matidia, nipote dell’imperatore Traiano e suocera dell’imperatore Adriano.

A parte la Necropoli di Porto, che rientra fra le aree del Parco Archeologico di Ostia Antica e risulta aperta al pubblico regolarmente e quindi perfettamente visitabile, per quanto riguarda gli altri due siti, non godono della stessa condizione, dato che il complesso della Basilica di Sant’Ippolito è visitabile previa prenotazione presso gli uffici che gestiscono il Museo delle Navi Romane, mentre le Terme di Matidia, risultano addirittura chiuse e non accessibili.

Quest’ultima area infatti, ha conosciuto una promettente partenza e una ben augurante riqualificazione terminata nel Gennaio 2021, con sfalci e potature, che hanno riportato alla luce e reso completamente sgombero da vegetazione infestante il complesso termale, grazie all’utilizzo di fondi pubblici per circa 140 mila euro, messi a disposizione dalla Regione e dal Mibact, a cui ha fatto seguito oltretutto la cessione della relativa gestione, passata in capo al Comune di Fiumicino e al Parco Archeologico di Ostia Antica.

Tale area che avrebbe dovuto altresì ospitare orti botanici e prove di degustazione, con la disponibilità e la presenza degli studenti dell’istituto Paolo Baffi, già dalla scorsa primavera ed essere così subito fruibile dai visitatori, in realtà non è mai decollata, tanto che la vegetazione e l’abbandono, hanno di nuovo preso il sopravvento, come è stato recentemente denunciato anche dal consigliere comunale Stefano Costa. Evidenziamo inoltre, che di fronte al suddetto complesso termale, è presente un’altra area sepolcrale decorata con pitture e mosaici, rinvenuta negli anni Venti del secolo scorso, in un terreno di proprietà dell’ex Opera Nazionale Combattenti, risalente al II sec d.C., che molto probabilmente rappresenta il limite settentrionale della Necropoli di Porto, ma trovandosi ad un dislivello di 2,5 metri rispetto all’attuale manto stradale e non essendoci le adeguate misure di sicurezza, purtroppo non è accessibile e quindi visitabile dal pubblico.

È un vero peccato, avere a disposizione tanti siti del patrimonio archeologico a così breve distanza gli uni dagli altri, la cui accessibilità non risulta piena, ma anzi per taluni addirittura interdetta o per altri non è dato sapere quando e come sarà possibile accedervi e visitarli. Eppure la bellezza, come pure l’interesse che questi siti suscitano nelle persone, che siano turisti, studiosi o semplici amanti del nostro immenso patrimonio culturale, sono notevoli e meriterebbero per questo la giusta considerazione, anche in chiave economica per il nostro territorio.

Sappiamo che il Pnrr, mette a disposizione appositi fondi, per la riqualificazione del patrimonio culturale, per migliorare la sua fruibilità e la sua accessibilità anche nell’abbattimento di barriere architettoniche e nella digitalizzazione della sua presentazione e descrizione, nonché per la creazione e la promozione di circuiti turistici ad hoc, con percorsi e visite guidate, che possano andare a rivalutare il patrimonio non solo culturale e archeologico, ma anche rurale.

silos agro romanoNei pressi di questi siti infatti e perfettamente inserito nel contesto di un eventuale circuito futuro, vi è la presenza del Museo dell’Agro Isola Sacra, con al suo interno attrezzi e curiosità del mondo agricolo di passati momenti storici, come tutto ciò che attiene alla bonifica degli anni ’30 e poco distante, vi è l’imponente presenza dei vecchi silos, con i quali un tempo si conservano grano e altri prodotti agricoli.

Tali edifici e manufatti – prosegue il comunicato -, che siano di proprietà pubblica o privata, magari appartenenti ad associazioni o fondazioni, nell’ottica di un disegno turistico e culturale, potrebbero ricevere i relativi fondi, per essere recuperati e ristrutturati. Pertanto, lo scopo di tale indirizzo, che nel Pnrr è previsto nella Missione 1 Turismo e cultura, è proprio quello di promuovere il turismo non verso un già saturo mercato rappresentato dalle grandi città e dalle ben note città d’arte, ma verso invece i piccoli centri periferici rurali e i piccoli borghi, ben lontani dai giri che contano, ma non per questo però meno meritevoli di attenzione e di interesse.

In queste piccole realtà urbane, infatti è possibile inoltre unire la cultura alla cucina, ai prodotti tipici, a quelli che dà la terra, a quelli a chilometro zero e ai prodotti artigianali. Al momento, non conosciamo se il Comune abbia intrapreso in merito, iniziative su progetti da presentare eventualmente per l’aggiudicazione di appositi bandi, sotto l’egida della Soprintendenza archeologica di Roma, in quanto ente competente su questi siti, ma qualora non l’avesse fatto, invitiamo l’Amministrazione a considerare l’ipotesi di prevedere un circuito turistico e culturale, che partendo dalle bellezze archeologiche e rurali di questo quadrante di Isola Sacra, possa non solo riqualificarlo, ma possa creare un polo di attrazione turistica, con risvolti economici positivi per l’intera località e per la stessa Fiumicino.

Sarebbe infine opportuno – conclude la nota di Viviamo Fiumicino -, riconsiderare gli accordi sulla gestione non solo dell’area in questione, ma anche degli altri siti archeologici che insistono nel nostro territorio, ovvero l’area archeologica dei Porti imperiali di Claudio e Traiano e il Museo delle Navi Romane, che al momento vedono il Comune di Fiumicino, completamente tagliato fuori dagli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso in tutti questi siti”.

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