Roma, riciclaggio internazionale con soldi pubblici destinati ad aiuti alimentari: 5 arresti

7 aprile 2022 | 09:14
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Roma, riciclaggio internazionale con soldi pubblici destinati ad aiuti alimentari: 5 arresti

Il Gip capitolino ha disposto anche il sequestro preventivo di 1,6 milioni di euro

Roma – Il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, su richiesta della Procura della Repubblica di
Roma, sta dando esecuzione ad una ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino impositiva della misura
cautelare personale nei confronti di cinque soggetti, indagati per i reati di cui agli artt. 416, 648-bis, 648-ter, 110
e 512-bis c.p.

L’indagine – coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma – riguarda un’ipotesi di riciclaggio internazionale delle somme che sarebbero provento dei reati ipotizzati di corruzione e di appropriazione indebita di fondi pubblici venezuelani, destinati all’attuazione di un programma di sussidi alimentari, per i quali un imprenditore colombiano risulta imputato di fronte all’Autorità giudiziaria statunitense.

Quest’ultimo, recentemente tratto in arresto all’aeroporto dell’isola di Capo Verde ed estradato in esecuzione del mandato emesso dagli Stati Uniti d’America, avrebbe inoltre costituito numerose società attraverso le quali riciclare i proventi illeciti.

In tale contesto investigativo, su delega della Procura capitolina, nell’ottobre 2019 il medesimo Nucleo Speciale aveva già sottoposto a sequestro un appartamento di pregio sito nel centro storico di Roma (Via Condotti), del
valore di circa euro 4,8 milioni, nonché 1,8 milioni di euro giacenti su un conto corrente acceso presso una banca
italiana.

In base agli elementi finora raccolti dalle Fiamme Gialle, sono emersi indizi secondo i quali l’imprenditore
colombiano avrebbe fittiziamente intestato le società di diritto estero a quattro cittadini italiani che avrebbero
quindi agito quali prestanomi.

Sulla base del quadro accusatorio delineatosi nel corso delle investigazioni, il GIP del Tribunale di Roma ha ora
disposto:

– la custodia in carcere nei confronti di 2 indagati

– gli arresti domiciliari nei confronti di ulteriori 3 soggetti;

– il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per un importo di 1,6 milioni di euro.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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