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Sfratti, dopo il ricorso all’Onu il Governo Draghi chiamato in Tribunale

"Palazzo Chigi è tenuto a chiarire se intende rispettare i trattati internazionali sottoscritti e, quindi, il rispetto dei diritti umani"

Roma – Per la prima volta, a seguito di un ricorso all’Onu, il Giudice per l’esecuzione rinvia l’udienza per chiedere che su uno sfratto il Governo ottemperi alle convenzioni internazionali in materia di tutela delle famiglie di sfrattati e di garanzia di passaggio da casa a casa, per l’8 giugno quindi convocata la Presidenza del Consiglio. Lo fa sapere, in una nota, il sindacato Unione Inquilini di Fiumicino, tramite la segretaria Emanuela Isopo.

“Ora il premier Draghi dovrà rispondere in tribunale. Dobbiamo garantire un alloggio adeguato a tutte le famiglie. I ricorsi sugli sfratti che Unione Inquilini sta presentando all’Onu aprono una nuova strada anche nei tribunali per il rispetto dei diritti umani delle persone che vivono una condizione drammatica – spiega Isopo -. Abbiamo presentato questo ricorso per una famiglia composta da madre ottantenne invalida con due figli che durante la pandemia hanno perso il lavoro”.

“La Presidenza del Consiglio dei Ministri è tenuta a chiarire se intende rispettare i trattati internazionali sottoscritti e, quindi, il rispetto dei diritti umani. Ciò può avvenire solo assicurando un alloggio residenziale pubblico a coloro che sono impossibilitati a reperirlo sul libero mercato”, aggiunge l’avvocato Giuseppe Libutti, legale della famiglia sfrattata.

Non è la prima volta che gli sfratti finiscono sui tavoli delle Nazioni Unite. Già a luglio dello scorso anno, l’Alto Commissariato per i Diritti dell’Uomo (Ohchr-Onu) “aveva chiesto allo Stato italiano di sospendere lo sfratto di una famiglia del piano di zona Isolato Stazione di Fiumicino, raggiunta da un ordine di sgombero firmato dal Tribunale fallimentare di Roma, al fine di scongiurare danni irreparabili mentre il caso verrà affrontato dall’Istituzione internazionale”.

Quello della scorsa estate è stato, per la prima volta in Italia, un intervento delle Nazioni Unite su un caso che riguarda lo sgombero di una famiglia abitante in un piano di zona dove il costruttore è fallito lasciando milioni di debiti fra banca, fisco e le stesse famiglie dalle quali pretese degli anticipi ottenuti con la promessa di vendere loro gli appartamenti (leggi qui).

Da lì si è messa in moto una macchina che ha coinvolto le più alte istituzioni, nazionale ed estere. E così, pochi mesi dopo,  a novembre 2021, il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite, ai sensi del Protocollo facoltativo al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali “ha risposto all’appello di Unione Inquilini Fiumicino con sentenza che nega la possibilità allo Stato italiano di sfrattare Luana, una donna sola con due minori, senza assicurare al suo nucleo un alloggio adeguato. L’Italia è richiamata dall’Onu, per l’ennesima volta, ad ottemperare agli impegni presi a livello internazionale sui diritti sociali” (leggi qui). Ora bisognerà attendere l’udienza dell’8 giugno 2022.

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