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Nettuno, un tavolo tecnico contro al violenza di genere

Un primo incontro per “fare rete”, condividere esperienze e competenze e tracciare un percorso condiviso.

Nettuno – Si è tenuto ieri mattina presso il Forte Sangallo il tavolo tecnico per il contrasto alla violenza di genere organizzato dalla dirigente del settore Servizi Sociali del Comune di Nettuno Margherita e dal Garante dei Minori del Comune di Nettuno Maria Pia Baldo. Presenti i rappresentanti delle Forze dell’ordine con il comandante della Compagnia Carabinieri di Anzio Giulio Pisani e il commissario capo Carmen Canta in rappresentanza del Primo dirigente Angela Spada, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Lazio Monica Sansoni, esponenti della Asl Roma 6, delle associazioni e del centro antiviolenza del territorio.

Un primo incontro per “fare rete”, condividere esperienze e competenze e tracciare “un percorso condiviso e con un linguaggio univoco” come ha sottolineato la dottoressa Camarda “per mettere al centro la donna e la vittima di violenza e aiutarla”.

Ad aprire e a coordinare l’incontro la dottoressa Maria Pia Baldo: “Riattivare e rafforzare questa rete tra istituzioni e renderla pienamente operativa è di fondamentale importanza – ha dichiarato – il nostro obiettivo è dare sostegno alle donne e ai loro figli in contrasto al fenomeno della violenza di genere che purtroppo e aumentato in questi due anni di pandemia”.

A seguire è intervenuto il Sindaco di Nettuno Alessandro Coppola. “Sin dall’inizio del mio mandato ho sostenuto e incentivato questo tipo di iniziative perché sono fortemente contro la violenza di genere e contro la violenza in genere – ha esordito – E’ importante aver riunito qui tutte le istituzioni e le forze dell’ordine che hanno un ruolo operativo in quest’ambito. La cooperazione e il coordinamento sono strumenti fondamentali per effettuare un’efficace operazione di contrasto al fenomeno della violenza di genere e dare aiuto e sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli, ma anche agli anziani e alle fasce più deboli che subiscono soprusi fisici e psicolgici. Ringrazio gli intervenuti e ringrazio sentitamente la dottoressa Margherita Camarda e il garante dell’infanzia del nostro Comune Maria Pia Baldo per la costituzione di questo importante tavolo tecnico. Nessuna donna nel nostro comune dovrà sentirsi sola e abbandonata in balia della violenza. Chi ha bisogno troverà sempre nelle istituzioni che sono qui riunite un porto sicuro in cui chiedere aiuto”.

Al tavolo hanno preso parte anche le forze dell’ordine con la partecipazione di Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Locale di Nettuno. “E’ fondamentale la presenza della stato per contrastare la violenza di genere e tutelare la fascia più debole della popolazione – le parole del comandante della Compagnia Carabinieri di Anzio Giulio Pisani – è per svolgere il nostro lavoro questo tipo di collaborazione con la politica e con le realtà locali è di vitale importanza e ringrazio il Comune di Nettuno per questa iniziativa e per il quotidiano contributo che fornisce all’arma dei carabinieri”.

A seguire ha preso la parola la dottoressa Monica Sansoni, Garante per l’infanzia e per l’adolescenza della Regione Lazio. “Sono contenta di essere qui e ringrazio il Comune di Nettuno per l’attenzione su questo tema – ha dichiarato – Mi auguro che questa giornata di avvio possa portare la formazione di un protocollo di rete perché da sole le singole istituzioni non hanno i mezzi per intervenire in maniera efficace. Coinvolgeremo tutti i comuni e le asl in un progetto per il primo centro antiviolenza per minori che presenteremo il prossimo 19 aprile a Latina”.

Un tavolo tecnico che è solo il primo passo verso la creazione di una struttura operativa che riunisca Comune, Asl, Forze dell’ordine e organi di giustizia che solo insieme possono operare in maniera efficace, come ha sottolineato la dottoressa Margherita Camarda. “Oggi è stato importante riavviare la rete- ha dichiarato – Abbiamo un network e servizi attivi da anni. Fare rete è semplice, ciò che è complicato è il mantenimento di questa rete che tende a sfilacciarsi. Dobbiamo attuare un percorso condiviso con un linguaggio univoco avendo un approccio integrato. Le singole istituzioni da sole possono fare ben poco e i soli protocolli non bastano più. Adesso, rispetto a 15 anni, siamo più preparati e abbiamo bisogno che la formazione da teorica diventi pratica e che formi le persone che si trovano in prima linea ad affrontare le situazioni di emergenza. Molto è stato fatto, ma dobbiamo fare molto di più.

Non dobbiamo perdere nessuna occasione nei nostri territori per inserire l’argomento del contrasto alla violenza di genere facendolo diventare parte della cultura della nostra comunità e del nostro essere. Nessuno può prescindere da questo impegno costante e solo così saremo in grado di creare un modello diffuso”.
Il prossimo incontro del tavolo tecnico prevedrà un incontro con presidi, personale docente e scolastico con l’obiettivo di creare un piano operativo che formi questo personale per affrontare queste situazioni sin dall’emergere dei primi segnali pericolosi con la prevenzione che deve essere il primo strumento di contrasto alla violenza di genere, prima ancora che si configuri il reato.

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