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Pasqua, il grido del Papa per l’Ucraina: “Basta violenza! Cristo risorge per far vivere il mondo in pace”

17 aprile 2022 | 12:17
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Pasqua, il grido del Papa per l’Ucraina: “Basta violenza! Cristo risorge per far vivere il mondo in pace”
Pasqua, il grido del Papa per l’Ucraina: “Basta violenza! Cristo risorge per far vivere il mondo in pace”
Pasqua, il grido del Papa per l’Ucraina: “Basta violenza! Cristo risorge per far vivere il mondo in pace”
Pasqua, il grido del Papa per l’Ucraina: “Basta violenza! Cristo risorge per far vivere il mondo in pace”
Pasqua, il grido del Papa per l’Ucraina: “Basta violenza! Cristo risorge per far vivere il mondo in pace”
Pasqua, il grido del Papa per l’Ucraina: “Basta violenza! Cristo risorge per far vivere il mondo in pace”

Urbi et Orbi di Pasqua in piazza San Pietro dopo due anni. Dalla loggia delle benedizioni il Papa implora la pace, ma non solo per l’Ucraina. E ricorda tutti i conflitti in corso in ogni angolo del pianeta, rilanciando l’appello per far tacere le armi: “La pace è possibile, la pace è doverosa, la pace è primaria responsabilità di tutti!”

Città del Vaticano – “Troppo sangue abbiamo visto, troppa violenza. Oggi più che mai abbiamo bisogno del Risorto, al termine di una Quaresima che sembra non voler finire. Oggi più che mai abbiamo bisogno di Lui, che venga in mezzo a noi e ci dica ancora: ‘Pace a voi!'”.

Dopo due anni Papa Francesco torna ad affacciarsi su piazza San Pietro nel giorno di Pasqua per la benedizione Urbi et Orbi di Pasqua. Il sagrato della basilica, addobbato con drappi e fiori, le migliaia di pellegrini che affollano il grande abbraccio del colonnato, il giro in papamobile tra i fedeli, il “plenum” delle campane che suonano a festa, rievocano tempi ormai lontani. Perché questa, e lo ammette anche il Santo Padre, non è una Pasqua come le altre: le tenebre della guerra sembrano oscurare la luce della risurrezione.

Come i discepoli, oggi anche “anche i nostri sguardi sono increduli, in questa Pasqua di guerra. Anche i nostri cuori si sono riempiti di paura e di angoscia, mentre tanti nostri fratelli e sorelle si sono dovuti chiudere dentro per difendersi dalle bombe. Facciamo fatica a credere che Gesù sia veramente risorto, che abbia veramente vinto la morte. Che sia forse un’illusione? Un frutto della nostra immaginazione? No, non è un’illusione!”.

Velatamente lancia un messaggio al Patriarca Kirill, che in più occasioni ha “benedetto” il conflitto in Ucraina: “Oggi più che mai risuona l’annuncio pasquale tanto caro all’Oriente cristiano: ‘Cristo è risorto! È veramente risorto!'”.

E’ Pasqua, certo, ma dopo due anni “di pandemia, che hanno lasciato segni pesanti”, proprio quando era giunto il momento “di uscire insieme dal tunnel, mano nella mano, mettendo insieme le forze e le risorse, stiamo dimostrando che in noi c’è ancora lo spirito di Caino, che guarda Abele non come un fratello, ma come un rivale, e pensa a come eliminarlo”.

Il Papa invita tutti a guardare alla piaghe di Cristo, crocifisso e risorto: “Sono il segno della lotta che Lui ha combattuto e vinto per noi, con le armi dell’amore, perché noi possiamo avere pace, essere in pace, vivere in pace. Lasciamo entrare la pace di Cristo nelle nostre vite, nelle nostre case, nei nostri Paesi!”.

“Sia pace per la martoriata Ucraina, così duramente provata dalla violenza e dalla distruzione della guerra crudele e insensata in cui è stata trascinata”, l’appello di Bergoglio. Che tuona contro Putin: “Si scelga la pace. Si smetta di mostrare i muscoli mentre la gente soffre”. Poi un monito a tutto il mondo: “Per favore, non abituiamoci alla guerra, impegniamoci tutti a chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade!”. Cita poi Einstein, e invita i governanti del globo a riflettere: “Chi ha la responsabilità delle Nazioni ascolti il grido di pace della gente. Ascolti quella inquietante domanda posta dagli scienziati quasi settant’anni fa: ‘Metteremo fine al genere umano, o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?'”.

Porto nel cuore tutte le numerose vittime ucraine, i milioni di rifugiati e di sfollati interni, le famiglie divise, gli anziani rimasti soli, le vite spezzate e le città rase al suolo. Ho negli occhi lo sguardo dei bambini rimasti orfani e che fuggono dalla guerra. Guardandoli non possiamo non avvertire il loro grido di dolore, insieme a quello dei tanti altri bambini che soffrono in tutto il mondo: quelli che muoiono di fame o per assenze di cure, quelli che sono vittime di abusi e violenze e quelli a cui è stato negato il diritto di nascere.

Eppure, “nel dolore della guerra non mancano anche segni incoraggianti, come le porte aperte di tante famiglie e comunità che in tutta Europa accolgono migranti e rifugiati”. Ma “il conflitto in Europa ci renda più solleciti anche davanti ad altre situazioni di tensione, sofferenza e dolore, che interessano troppe regioni del mondo e non possiamo né vogliamo dimenticare”.

Come è solito fare in questa occasione, Papa Francesco snocciola tutti i conflitti in corso, oggi, in tutti i continenti. Il suo primo pensiero è per il Medio Oriente, “lacerato da anni di divisioni e conflitti. In questo giorno glorioso domandiamo pace per Gerusalemme e pace per coloro che la amano (cfr Sal 121 [122]), cristiani, ebrei e musulmani. Possano israeliani, palestinesi e tutti gli abitanti della Città Santa, insieme con i pellegrini, sperimentare la bellezza della pace, vivere in fraternità e accedere con libertà ai Luoghi Santi nel rispetto reciproco dei diritti di ciascuno. Sia pace e riconciliazione per i popoli del Libano, della Siria e dell’Iraq, e in particolare per tutte le comunità cristiane che vivono in Medio Oriente”.

Lo sguardo del Pontefice continua poi verso Oriente: “Sia pace anche per la Libia, perché trovi stabilità dopo anni di tensioni, e per lo Yemen, che soffre per un conflitto da tutti dimenticato con continue vittime: la tregua siglata nei giorni scorsi possa restituire speranza alla popolazione. Al Signore risorto chiediamo il dono della riconciliazione per il Myanmar, dove perdura un drammatico scenario di odio e di violenza, e per l’Afghanistan, dove non si allentano le pericolose tensioni sociali e dove una drammatica crisi umanitaria sta martoriando la popolazione”.

E ancora: “Sia pace per tutto il continente africano, affinché cessino lo sfruttamento di cui è vittima e l’emorragia portata dagli attacchi terroristici – in particolare nella zona del Sahel – e incontri sostegno concreto nella fraternità dei popoli. Ritrovi l’Etiopia, afflitta da un grave crisi umanitaria, la via del dialogo e della riconciliazione, e cessino le violenze nella Repubblica Democratica del Congo. Non manchi la preghiera e la solidarietà per le popolazioni del Sudafrica orientale, colpite da devastanti alluvioni”. Non manca poi, nei suoi pensieri, una preghiera per la terra che lo ha visto nascere: “Cristo risorto accompagni e assista le popolazioni dell’America Latina, che in alcuni casi hanno visto peggiorare, in questi tempi difficili di pandemia, le loro condizioni sociali, esacerbate anche da casi di criminalità, violenza, corruzione e narcotraffico”.

E, dopo la recente scoperta degli abusi sugli indigeni del nord America (leggi qui), il Papa chiede nuovamente “scusa”: “Al Signore Risorto domandiamo di accompagnare il cammino di riconciliazione che la Chiesa Cattolica canadese sta percorrendo con i popoli autoctoni. Lo Spirito di Cristo Risorto sani le ferite del passato e disponga i cuori alla ricerca della verità e della fraternità”.

“Cari fratelli e sorelle, ogni guerra porta con sé strascichi che coinvolgono tutta l’umanità: dai lutti al dramma dei profughi, alla crisi economica e alimentare di cui si vedono già le avvisaglie. Davanti ai segni perduranti della guerra, come alle tante e dolorose sconfitte della vita, Cristo, vincitore del peccato, della paura e della morte, esorta a non arrendersi al male e alla violenza. Lasciamoci vincere dalla pace di Cristo! La pace è possibile, la pace è doverosa, la pace è primaria responsabilità di tutti!”, conclude, impartendo l’Urbi et Orbi.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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