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Cronaca Locale
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Incendio Eco X, indagato l’ex sindaco di Pomezia Fabio Fucci

8 maggio 2022 | 10:54
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Fabio Fucci (Lega): “Ho agito con diligenza e sono pronto a ribadirlo con forza di fronte al Pubblico Ministero”

Pomezia – “Bisognerebbe realizzare urgentemente la bonifica e invece dopo 5 anni si torna ancora a parlare di Eco-X per motivi diversi. Spiace rilevare che a tenere banco ci sia ancora una volta il rivangare su ipotesi inverosimili che mi vedrebbero in qualche modo responsabile”. Con queste parole l’ex sindaco di Pomezia e oggi consigliere comunale della Lega Fabio Fucci risponde alle indagini che lo vedono coinvolto nell’incendio della Eco X.

Secondo la Procura di Velletri, infatti, le conseguenze ambientali dell’incendio divampato il 5 maggio 2017 all’impianto di Pomezia Eco X potevano essere evitate e a finire sotto la lente delle indagini per omissione di atti d’ufficio Fabio Fucci e un agente della Polizia Locale.

“Nei giorni scorsi – si legge nella nota di Fucci – mi è stato notificato dalla Procura un atto in cui mi si comunicava la conclusione delle indagini su fatti antecedenti all’incendio. Indagini incentrate su un esposto che il comitato cittadino aveva inviato – sei anni fa – a me e al comando dei vigili di Pomezia. Durante queste indagini il Pubblico Ministero non ha ritenuto di dovermi sentire per comprendere la situazione e ascoltare la mia versione dei fatti e l’unica comunicazione che ho ricevuto è stata l’avvenuta chiusura della fase istruttoria.

Per questo motivo tramite il mio legale ho già depositato la richiesta per essere interrogato dagli inquirenti. In quei giorni terribili del 2017 ho spiegato a più riprese come erano andate le cose e non ho difficoltà a ribadire ancora la correttezza del mio operato. Quando ricevetti l’esposto del comitato di quartiere, come ero solito fare per segnalazioni di quel tenore, l’ho prontamente inoltrato all’organismo deputato all’accertamento dei reati ambientali, la Polizia Locale di Pomezia, affinché, tramite un sopralluogo, relazionasse sullo stato dei luoghi.

Non ricevetti mai alcuna relazione che mi desse gli strumenti per intervenire con gli atti di stretta competenza del sindaco (es. un’ordinanza). La ricostruzione che ho svolto nei giorni successivi all’incendio mi ha portato ad accertare che la Polizia Locale aveva organizzato un sopralluogo presso l’impianto mesi prima dell’incendio che tuttavia nel giorno previsto saltò a causa di uno sversamento di liquami in un fosso che aveva dirottato l’intervento.

Ritengo quindi di aver agito con diligenza e con prontezza, e sono pronto a ribadirlo con forza di fronte al Pubblico Ministero. Seppur non sia più il sindaco di Pomezia ormai da quasi 5 anni, ho dovuto tuttavia affrontare già due processi per fatti risalenti al mio mandato da sindaco. In entrambi, nonostante le accuse, sono uscito a testa alta e con assoluzioni piene.

Ancora oggi pago lo scotto di essere stato un sindaco “di frontiera” e “di rottura” rispetto ad un sistema che tralasciava gli interessi della comunità per altri fini meno nobili. Questo “sistema” ha reagito accanendosi contro la mia persona, bersagliandomi di querele pretestuose a solo scopo intimidatorio. Non potendomi battere politicamente dovevano distruggermi con ogni mezzo.

Sento di aver agito sempre con giudizio – conclude Fucci -, con senso del dovere e con grande disponibilità rispetto alla comunità che mi ha scelto. Lo dimostrerò anche in questa occasione”.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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