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Omicidio Bondanese a Formia, assolto il cugino Osvaldo: “Voleva solo difenderlo”

18 maggio 2022 | 20:00
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Omicidio Bondanese a Formia, assolto il cugino Osvaldo: “Voleva solo difenderlo”

Il giovane era indagato insieme ad altri 4 per rissa aggravata

Formia – La vicenda giudiziale scaturita dalla morte del 17enne di Formia, Romeo Bondarese, il 16 febbraio del 2021, raggiunto da una coltellata all’arteria femorale, non si è conclusa con l’accusa di omicidio preterintenzionale per un 17enne di Casapulla. Oggi, infatti, in 5 sono dovuti comparire davanti al Tribunale dei Minorenni di Roma – ufficio G.I.P. – per rispondere del reato di rissa aggravata.

Tra gli indagati anche il cugino di Romeo, Osvaldo, che in quella maledetta sera in cui il 17enne di Formia è morto, è intervenuto in difesa del cugino nel vano tentativo di salvargli la vita.

Oggi le difese dei quattro imputati provenienti dalla Campania hanno avanzato istanza di messa alla prova, raccogliendo il parere favorevole del Pubblico Ministero, ed il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale, presieduto da Efisia Gaviano, ha rinviato al 13 luglio per la valutazione dei percorsi di recupero sociale che saranno stilati dall’Uepe competente per territorio. Messa alla prova che, come più volte ribadito dalla Presidente, in veste di Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale, presuppone sostanzialmente il riconoscimento della partecipazione al fatto contestato e l’accettazione di un percorso riabilitativo.

Per Osvaldo, invece, i suoi difensori, gli avvocati Vincenzo Macari e Matteo Macari, hanno optato per il rito abbreviato.

D’altro canto il cugino di Romeo, nel tentativo di salvare la vita al cugino è stato raggiunto anche lui da una coltellata all’altezza del gluteo lunga 30 cm e profonda 5 cm. La scelta del rito è stata finalizzata a dimostrare l’innocenza del ragazzo.

Il giovane, così come esposto dai suoi legali, è intervenuto la sera del 16 febbraio del 2021 con l’unica intenzione di provare a salvare la vita del cugino. E i due avvocati della difesa hanno chiarito quest’aspetto con una discussione di oltre un’ora oggi.  Il Gup, ascoltati i due avvocati, si è  poi riservato sulla decisione. Dopo una lunga Camera di consiglio, alle 15, il Presidente ha letto il dispositivo con il quale ha assolto Osvaldo per non aver preso parte ad alcuna rissa.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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