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San Felice Circeo al voto, Petrucci a Di Cosimo: “La democrazia non si fa a chiacchiere”

4 giugno 2022 | 13:33
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San Felice Circeo al voto, Petrucci a Di Cosimo: “La democrazia non si fa a chiacchiere”

“Io non sfido nessuno, non mi interessano i palcoscenici, l’unica sfida è con me stessa nel dare il meglio, disinteressatamente, al mio paese”

San Felice Circeo – “La candidata a Sindaco della Lista Schiboni chiede un confronto con me sui nostri programmi anche perché la cosa può rappresentare ‘un grande esercizio di democrazia’. Non ci sarebbe alcun problema al confronto, se Monia Di Cosimo questo tanto invocato ‘esercizio di democrazia’ lo avesse praticato durante i moltissimi anni in cui ha rivestito la carica di consigliere e assessore. Perché la democrazia non si fa a chiacchiere, ma con i comportamenti e il rispetto di regole e persone”.

Così, in una nota, la candidata Rita Petrucci replica alla sua sfidante alla poltrona di Sindaco di San Felice Circeo, aggiungendo: “E allora la mia avversaria, prima di chiedere confronti su programmi futuri, dovrebbe spiegare a me e agli elettori per quale motivo abbia mantenuto per tanti anni il conflitto di interessi che si è venuto a creare tra la sua carica elettiva e la condizione di socia della Cooperativa Circeo I. E ci dovrebbe spiegare perché non sia stato dato seguito alla Sentenza con cui il Consiglio di Stato ha stabilito in via definitiva che gli ampliamenti delle concessioni alla Circeo I sono contro le norme vigenti, in quanto rilasciati senza gara. E si ricordi che le pronunce del Consiglio di Stato vanno ottemperate e non si possono interpretare a proprio uso e consumo.

Ma al di là di questa, c’è un’altra storia che tutti i Sanfeliciani conoscono bene. Mi riferisco ai rapporti di parentela – anche di fatto – esistenti nel nostro Consiglio Comunale che espongono ad altri rischi la democrazia. Non è che i parenti (o conviventi) non possano diventare consiglieri comunali, ma esistono precise norme di legge che ne regolano il comportamento. Ad esempio, esse stabiliscono che il Sindaco non può nominare come Assessore il coniuge, gli ascendenti, i discendenti, parenti ed affini sino al terzo grado, e non può attribuirgli neppure alcuna funzione di rappresentanza.

E invece, il Sindaco ha prima nominato Monia di Cosimo come Assessore; in seguito, ha sostituito lei e anche l’Assessore Cerasoli ma, per la norma che prevede l’obbligo della presenza di due donne nella Giunta del nostro Comune, avrebbe dovuto nominare un’altra componente di sesso femminile. Invece, sono subentrati due uomini (uno dei quali collegato in altro modo col Sindaco). E questo modo di agire può far comprendere quale alto rispetto ci sia stato non solo nei confronti della democrazia ma anche e soprattutto nei confronti delle donne in genere e quelle del nostro paese in particolare. Naturalmente, Monia Di Cosimo ha continuato ad avere la delega ai Lavori Pubblici e a sedere nelle Commissioni.

Ancora, è previsto che i consiglieri che presentano conflitti di interessi su argomenti trattati in Consiglio Comunale e i loro parenti ed affini, non solo non possano votare ma debbano abbandonare l’aula durante la discussione. E allora forse la candidata a Sindaco Monia di Cosimo potrebbe spiegarci in base a quale norma democratica sia stata annullata la deliberazione che prevedeva l’interesse pubblico sul porto e quella con cui era stato approvato il Documento Preliminare di Indirizzo del nuovo Piano Regolatore, con la presenza in aula del suo sindaco – convivente il quale ha anche partecipato al voto, astenendosi “per motivi personali”.

Forse, con questa tornata elettorale, qualcuno avrebbe potuto cogliere l’occasione per porre fine a certe situazioni e invece Monia Di Cosimo si presenta come candidata a Sindaco in una lista che porta ancora il nome di Schiboni. Come a dire: ‘non ci pensiamo proprio ad abbandonare i legami familiari in seno al Consiglio Comunale’. E vuole fare un ‘grande esercizio di democrazia’ con me? Io non sfido nessuno, non mi interessano i palcoscenici, l’unica sfida è con me stessa nel dare il meglio, disinteressatamente, al mio paese”, conclude.

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