Pentecoste, il Papa: “Senza lo Spirito gli ammodernamenti nella Chiesa non bastano”

5 giugno 2022 | 11:19
Share0
Pentecoste, il Papa: “Senza lo Spirito gli ammodernamenti nella Chiesa non bastano”
Pentecoste, il Papa: “Senza lo Spirito gli ammodernamenti nella Chiesa non bastano”
Pentecoste, il Papa: “Senza lo Spirito gli ammodernamenti nella Chiesa non bastano”
Pentecoste, il Papa: “Senza lo Spirito gli ammodernamenti nella Chiesa non bastano”
Pentecoste, il Papa: “Senza lo Spirito gli ammodernamenti nella Chiesa non bastano”
Pentecoste, il Papa: “Senza lo Spirito gli ammodernamenti nella Chiesa non bastano”

Il Pontefice non celebra la Messa di Pentecoste ma pronuncia l’omelia (sulla sedia a rotelle) e striglia preti e credenti: “La Chiesa non può restare chiusa in sé stessa, basta muri divisori”. E ammonisce: “Senza l’amore alla base, tutto il resto è vano”

Città del Vaticano – La Chiesa ringiovanisce per lo Spirito Santo. “Stiamo attenti: Lui la ringiovanisce, non noi. Perché la Chiesa non si programma e i progetti di ammodernamento non bastano”. Al contrario, è “lo Spirito” che “ci libera dall’ossessione delle urgenze e ci invita a camminare su vie antiche e sempre nuove, quelle della testimonianza, della povertà, della missione, per liberarci da noi stessi e inviarci al mondo”.

Il monito arriva dal Papa che, in una basilica di San Pietro addobbata a festa e gremita da migliaia di fedeli, assiste – senza presiedere – la Messa nella Solennità di Pentecoste, festa che chiude il Tempo Pasquale. Il Pontefice partecipa al rito restando seduto di fronte l’altare. Al momento dell’omelia, in sedia a rotelle, viene portato alla base del baldacchino del Bernini, in corrispondenza dell’Altare della Confessione. E da qui pronuncia l’omelia, tutta incentrata sul ruolo dello Spirito Santo, protagonista della liturgia odierna, nella vita della Chiesa.

Francesco ricorda le parole di Gesù, che nel Vangelo dice: “Lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26). E spiega: “Dio non vuole fare di noi delle enciclopedie, o degli eruditi. No. È questione di qualità, di prospettiva. Lo Spirito ci fa vedere tutto in modo nuovo, secondo lo sguardo di Gesù. Lo esprimerei così: nel grande cammino della vita, Egli ci insegna da dove partire, quali vie prendere e come camminare”.

Ma qual è il punto di partenza della vita spirituale? Per Bergoglio la risposta è nel primo versetto del Vangelo di oggi: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”. “Ecco la logica dello Spirito – sottolinea il Papa -. Noi pensiamo spesso all’inverso: se osserviamo, amiamo. Siamo abituati a pensare che l’amore derivi essenzialmente dalla nostra osservanza, bravura e religiosità. Invece lo Spirito ci ricorda che, senza l’amore alla base, tutto il resto è vano. E che questo amore non nasce tanto dalle nostre capacità, ma è dono suo. È lo Spirito d’amore che mette in noi l’amore, è Lui che ci fa sentire amati e ci insegna ad amare. È Lui il ‘motore’ della nostra vita spirituale”.

A ricordarcelo è Lui stesso, perché Egli, spiega Francesco, “è la memoria di Dio”, “una memoria attiva, che accende e riaccende nel cuore l’affetto di Dio”, e che “è essenziale alimentare”. Gli esseri umani, fa notare il Pontefice, ricordano “sempre le cose che non vanno: risuona spesso in noi quella voce che ci ricorda i fallimenti e le inadeguatezze, che ci dice: ‘Vedi, un’altra caduta, un’altra delusione, non ce la farai mai, non sei capace’. Lo Spirito Santo, invece, ricorda tutt’altro: ‘Sei figlio, sei figlia di Dio, sei una creatura unica, scelta, preziosa, sempre amata: anche se hai perso fiducia in te, Dio si fida di te!'”.

Qualcuno potrebbe obiettare: “belle parole, ma io ho tanti problemi, ferite e preoccupazioni che non si risolvono con facili consolazioni!”. Ebbene, precisa il Papa, “è proprio lì che lo Spirito chiede di poter entrare. Perché Lui, il Consolatore, è spirito di guarigione e di risurrezione e può trasformare quelle ferite che ti bruciano dentro. Lui ci insegna a non ritagliare i ricordi delle persone e delle situazioni che ci hanno fatto male, ma a lasciarli abitare dalla sua presenza”. Da soli, ammonisce, “non c’è via di uscita. Con il Consolatore sì. Perché lo Spirito guarisce i ricordi rimettendo in cima alla lista ciò che conta: il ricordo dell’amore di Dio. Così mette ordine nella vita: ci insegna ad accoglierci, a perdonare noi stessi, a riconciliarci con il passato. A ripartire”.

Non solo: lo Spirito insegna anche quali vie seguire: “di fronte agli incroci dell’esistenza, ci suggerisce la strada migliore da prendere. Perciò è importante saper discernere la sua voce da quella dello spirito del male. Non ti dirà mai che nel tuo cammino va tutto bene. No, ti corregge, ti porta anche a piangere per i peccati; ti sprona a cambiare, a combattere con le tue falsità e doppiezze, anche se ciò richiede fatica, lotta interiore e sacrificio”. Lo spirito cattivo, al contrario, “ti spinge a fare sempre quello che ti pare e piace; ti porta a credere che hai diritto a usare la tua libertà come ti va. Poi però, quando resti con il vuoto dentro, ti accusa e ti butta a terra”. Lo Spirito Santo, invece, “invita a non perdere mai la fiducia e a ricominciare sempre. Come? Mettendoci in gioco per primi, senza aspettare che sia qualcun altro a cominciare. E poi portando a chiunque incontriamo speranza e gioia, non lamentele; a non invidiare mai gli altri, ma a rallegrarci dei loro successi”.

E non è tutto: “Lo Spirito Santo è concreto, non idealista: ci vuole concentrati sul qui e ora, perché il posto dove stiamo e il tempo che viviamo sono i luoghi della grazia. Lo spirito del male, invece, vuole distoglierci dal qui e dall’ora, portarci con la testa altrove: spesso ci àncora al passato: ai rimpianti, alle nostalgie, a quello che la vita non ci ha dato. Oppure ci proietta nel futuro, alimentando timori, paure, illusioni, false speranze. Lo Spirito Santo no, ci porta ad amare qui e ora: non un mondo ideale, una Chiesa ideale, ma quello che c’è, alla luce del sole, nella trasparenza, nella semplicità”.

“In ogni epoca – sottolinea Papa Bergoglio -, lo Spirito ribalta i nostri schemi e ci apre alla sua novità; sempre insegna alla Chiesa la necessità vitale di uscire, il bisogno fisiologico di annunciare, di non restare chiusa in sé stessa: di non essere un gregge che rafforza il recinto, ma un pascolo aperto perché tutti possano nutrirsi della bellezza di Dio; di essere una casa accogliente senza mura divisorie”. Non solo: “Lo Spirito ci libera dall’ossessione delle urgenze e ci invita a camminare su vie antiche e sempre nuove, quelle della testimonianza, della povertà, della missione, per liberarci da noi stessi e inviarci al mondo”.

“Mettiamoci alla scuola dello Spirito Santo – il monito finale del Papa -, perché ci insegni ogni cosa. Invochiamolo ogni giorno, perché ci ricordi di partire sempre dallo sguardo di Dio su di noi, di muoverci nelle nostre scelte ascoltando la sua voce, di camminare insieme, come Chiesa, docili a Lui e aperti al mondo”.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
ilfaroonline.it è su TELEGRAM. Per iscriverti al canale Telegram con solo le notizie di Papa & Vaticano, clicca su questo link.
ilfaroonline.it è anche su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte