Vaticano, utili dimezzati: 2021 nero per lo Ior

7 giugno 2022 | 17:35
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Vaticano, utili dimezzati: 2021 nero per lo Ior

I dati, anche se “in linea con le aspettative”, evidenziano un dimezzamento rispetto all’anno passato, quello della pandemia, dove gli utili erano stati di 36,4 milioni di euro, anche in quel caso in calo rispetto al 2019

Città del Vaticano – Per il decimo anno consecutivo, l’Istituto per le Opere di Religione (Ior) pubblica il suo Rapporto Annuale contenente il Bilancio d’Esercizio 2021 redatto conformemente ai principi contabili internazionali IAS-IFRS. Gli utili netti sono 18,1 milioni di euro. In crescita (+15%) il margine di interesse, (+22%) commissioni nette, (+4%) di masse gestite.

Tale bilancio, fa sapere lo Ior, ha ottenuto una relazione “senza rilievi” dalla società di revisione contabile Mazars Italia spa e, in data 26 aprile 2022, è stato approvato all’unanimità dal Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto e, come da Statuto, trasmesso alla Commissione Cardinalizia. La Commissione Cardinalizia, “presa conoscenza della solidità dei dati finanziari del Bilancio d’esercizio 2021 e fatte salve le esigenze di patrimonializzazione dell’Istituto, ha deliberato con propria determinazione sulla devoluzione degli utili». I risultati, si legge, sono stati conseguiti “coerentemente con il piano strategico”. Il TIER 1 ratio è pari al 38,54% e il cost/income ratio è al 59%.

Gli utili “sono in linea con le aspettative, con il nuovo modello di business HTCS (Held To Collect and Sell) adottato per gli investimenti e con il profilo di rischio prudente”. La crescita delle masse gestite “riflette – si legge in una nota diffusa dalla Santa Sede – i buoni risultati delle gestioni patrimoniali per la Clientela, ottenuti operando in coerenza e applicazione dei principi della Dottrina Sociale della Chiesa, con il 70% delle linee di gestione sopra il benchmark a 5 anni”.

Il cost/income ratio riflette un “apprezzabile controllo dei costi a fronte della scelta dell’Istituto di proseguire nella digitalizzazione dei servizi per la clientela, nel rafforzamento degli strumenti di difesa informatica e nell’assunzione di nuove risorse con profili di seniority e specializzazione diversi”. L’Istituto ha continuato a mantenere come prioritario “l’impegno alla conformità a tutte le norme e i regolamenti applicabili, confermando la propria trasformazione culturale. La migliore rappresentazione di questa forte cultura alla conformità e al controllo dei rischi è fornita nel rapporto Moneyval sulla Santa Sede del 2021”.

I dati, anche se “in linea con le aspettative”, evidenziano anche un dimezzamento rispetto all’anno passato, quello della pandemia, dove gli utili erano stati di 36,4 milioni di euro, anche in quel caso in calo rispetto al 2019. All’epoca pesarono, in particolare, i mancati introiti derivanti dai Musei Vaticani chiusi per la pandemia. Il post-Covid, però, non sembra portare buone notizie per la Santa Sede che, nonostante gli sforzi per un modello di investimenti prudente, continua a vedere la curva degli utili guardare sempre più in basso.

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