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Tirrito (Co.G.I.): “L’ultimo blitz a Palermo testimonia come la mafia sia viva e vegeta. E come usi certi neomelodici per fare proseliti”

14 giugno 2022 | 15:22
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Tirrito (Co.G.I.): “L’ultimo blitz a Palermo testimonia come la mafia sia viva e vegeta. E come usi certi neomelodici per fare proseliti”

Tirrito: “Cosa nostra avrebbe allungato le mani sulle fasi organizzative, gestionali e esecutive della festa”

“Il blitz contro il mandamento di Santa Maria di Gesù-Villagrazia a Palermo (leggi qui), eseguito dal Ros con l’ausilio del Comando provinciale, del Nucleo carabinieri cinofili e del Nucleo elicotteri, nel quale sono stati eseguiti 24 arresti per associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, rapina e trasferimento fraudolento di valori, la dice lunga su quanto il sistema mafioso sia vivo e operativo”.

A parlare è Maricetta Tirrito, portavoce del Co.G.I., il Comitato dei collaboratori di Giustizia.

“Il territorio siciliano – prosegue Tirrito – non ha mai interrotto le sue affiliazioni e i suoi traffici mafiosi. Ogni arresto è la testimonianza che la mafia c’è, e va combattuta come prima e con più forza di prima, per non far passare il concetto di assuefazione alla criminalità organizzata.

Ci auguriamo che la nuova amministrazione comunale palermitana dia seguito ai proclami fatti in campagna elettorale contro la mafia, dando nuovo vigore alla lotta quartiere per quartiere, iniziando da una veloce assegnazioni dei beni confiscati.

C’è poi un aspetto, che mi preme sottolineare: secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalle Dda, Cosa nostra avrebbe allungato le mani sulle fasi organizzative, gestionali e esecutive della festa, finalizzandole alla ricerca del consenso. In questo contesto sarebbe anche stato contattato un noto cantante neomelodico per concordare la sua partecipazione.

Da tempo mi batto per far capire quanto sia sbagliato sottovalutare l’impatto sulle nuove generazioni, ma potremmo anche definirle le… nuove leve, di certa musica neomelodica, fatta inneggiando personaggi al 41bis, denigrando le forze dell’ordine, il tutto magari avendo parentele con famiglie notoriamente mafiose, senza mai arrivare a rinnegare la vita criminale.

Dare spazio a questo tipo di eventi e produzioni musicali – prosegue Tirrito – , significa per lo Stato lasciare aperta una prateria di facili consensi per i mafiosi, che diventano punti di riferimento. Ecco perché la mafia sta mettendo le mani anche su questo settore, perché non vuole solo fare denaro sulla pelle della povera gente, ma cambiare il sentimento culturale, passando da delinquenti a modelli da imitare. Un passaggio estremamente pericoloso – conclude -, che deve essere capito e interrotto”.

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