Spingeva ragazzine all’anoressia e chiedeva loro immagini e video porno: denunciato social coach

20 giugno 2022 | 10:58
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Spingeva ragazzine all’anoressia e chiedeva loro immagini e video porno: denunciato social coach

L’uomo è stato individuato grazie alle indagini della Polizia postale su denuncia di una delle vittime, una 15enne

In un gruppo aperto, su una piattaforma social, spingeva ragazze minorenni e fragili al raggiungimento dell’anoressia. E’ quanto emerso nell’operazione ‘Free Angels’ della Polizia postale di Trieste e Udine con il coordinamento del Centro nazionale di coordinamento alla pedopornografia online (Cncpo) del Servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma. La polizia è risalita a un uomo, che è stato denunciato.

L’operazione nasce da una segnalazione fatta da una quindicenne, da mesi ricoverata presso il reparto di pediatria di un ospedale della regione, per disturbi del comportamento alimentare e patologie conseguenti ad atti anticonservativi.

Grazie a questa giovane, che ha trovato la forza di denunciare l’accaduto, gli specialisti della Polizia postale di Trieste e Udine sono arrivati a un profilo social di una persona che, definitosi coach pro-Ana, aveva agganciato decine di ragazze minorenni e dopo averne carpito la fiducia le aveva indotte a pratiche pericolose di dimagrimento.

Come fa sapere la polizia, tra i consigli sconsiderati c’erano quelli di non assumere più di 500 calorie giornaliere, di bere molta acqua per lenire il senso di fame e quello di farsi docce gelate per stimolare l’organismo a un maggiore dispendio energetico, cosa che nella vittima ne aveva quasi provocato lo svenimento. L’uomo, secondo l’accusa, incoraggiava la minorenne a farsi tagli all’insaputa dei genitori, il tutto documentato con le riprese delle lesioni e del corpo in dimagrimento. Con il consenso della ragazza, attraverso sofisticate tecniche di acquisizione di digital forensics gli agenti hanno recuperato parte delle chat e dei contenuti multimediali inviati dalla vittima al “coach”.

L’uomo peraltro, sottolinea la polizia, si era spinto con richieste di immagini e video di natura pedopornografica in cambio di denaro e regali e che consistevano anche nella proposta di capi d’abbigliamento intimi da ritirare in note catene di abbigliamento apprezzate dai più giovani. Sono stati quindi attivati i network internazionali che con procedura d’urgenza hanno fornito la loro collaborazione. L’incrocio di migliaia di dati informatici ha portato all’identificazione di un libero professionista di quaranta anni residente in centro Italia, già condannato per pornografia minorile, il quale sui suoi profili social e sul proprio blog si presentava come medico pur non avendo mai conseguito l’adeguato titolo di studio.

Le risultanze investigative messe al vaglio del sostituto procuratore della Repubblica di Trieste, titolare delle indagini, ha portato all’emissione di un decreto di perquisizione che la Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia ha eseguito il 9 giugno scorso. “Durante la perquisizione informatica, durata oltre dieci ore, sui dispositivi dell’indagato sono state rinvenute alcune chat di interesse investigativo – fanno sapere gli investigatori – Su un nuovo profilo social aperto solo due giorni prima l’uomo aveva già agganciato otto ragazze per indurle a pratiche pericolose di dimagrimento alcune delle quali gli avevano inviato messaggi autoeliminanti e fotografie anche durante l’attività di perquisizione”. (fonte: Adnkronos)

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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