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La denuncia di Papa Francesco: “Il possesso o l’uso delle armi nucleari e immorale”

21 giugno 2022 | 20:22
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La denuncia di Papa Francesco: “Il possesso o l’uso delle armi nucleari e immorale”

Il Pontefice: “Come possiamo pensare di premere il pulsante per lanciare una bomba nucleare? Un mondo libero dalle armi nucleari sia necessario e possibile. In un sistema di sicurezza collettiva, non c’è posto per le armi nucleari e altre armi di distruzione di massa”

Città del Vaticano – “L’adesione e il rispetto degli accordi internazionali sul disarmo e del diritto internazionale non sono una forma di debolezza. Al contrario, sono una fonte di forza e di responsabilità, poiché aumenta la fiducia e la stabilità”. A dirlo è Papa Francesco in un Messaggio, letto da monsignor Paul R. Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, in occasione della prima Riunione degli Stati Parte al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari a Vienna.

E proprio contro l’uso delle armi nucleari si scaglia il Santo Padre: “Le armi nucleari sono una responsabilità costosa e pericolosa. Rappresentano un ’moltiplicatore di rischi’ che fornisce solo l’illusione di una ’pace di sorta’. Vorrei ribadire che l’uso delle armi nucleari, così come il loro semplice possesso, è immorale. Cercare di difendere e garantire la stabilità e la pace attraverso un falso senso di sicurezza e un ‘equilibrio del terrore’, sostenuto da una mentalità di paura e diffidenza, finisce inevitabilmente per avvelenare i rapporti tra i popoli e ostacolare ogni possibile forma di dialogo reale. Il possesso porta facilmente alla minaccia del loro uso, diventando una sorta di ’ricattò che dovrebbe essere ripugnante per le coscienze dell’umanità”.

Francesco ricorda la Pacem in terris di Giovanni Paolo XXIII per precisare che se questo processo di disarmo “non sarà completo e approfondito” sarà “impossibile fermare la corsa agli armamenti o ridurli”. È importante quindi “riconoscere un bisogno globale e urgente di responsabilità a più livelli. Tale responsabilità è condivisa da tutti e si colloca a due livelli: in primo luogo – osserva il Papa -, a livello pubblico, come Stati membri della stessa famiglia di nazioni. In secondo luogo, a livello personale, come individui e membri della stessa famiglia umana e come persone di buona volontà. Qualunque sia il nostro ruolo o status, ognuno di noi ha diversi gradi di responsabilità: come possiamo pensare di premere il pulsante per lanciare una bomba nucleare? Come possiamo, in buona coscienza, impegnarci nella modernizzazione degli arsenali nucleari? È giusto che questo Trattato riconosca anche che l’educazione alla pace può svolgere un ruolo importante, aiutando i giovani a prendere coscienza dei rischi e delle conseguenze delle armi nucleari per le generazioni attuali e future”.

“I trattati di disarmo esistenti sono più che semplici obblighi legali. Sono anche impegni morali basati sulla fiducia tra gli Stati e tra i loro rappresentanti, radicati nella fiducia che i cittadini ripongono nei loro governi, con conseguenze etiche per le generazioni attuali e future dell’umanità”, ha continuato il Pontefice, aggiungendo: “La Santa Sede non ha dubbi sul fatto che un mondo libero dalle armi nucleari sia necessario e possibile. In un sistema di sicurezza collettiva, non c’è posto per le armi nucleari e altre armi di distruzione di massa”.

“Nel contesto attuale, parlare o sostenere il disarmo può sembrare a molti paradossale. Tuttavia, dobbiamo rimanere consapevoli dei pericoli di approcci miopi alla sicurezza nazionale e internazionale e dei rischi di proliferazione. Come sappiamo fin troppo bene, il prezzo dell’inosservanza è inevitabilmente pagato con il numero di vite innocenti e misurato in termini di carneficine e distruzione. Di conseguenza – ha continuato il Pontefice -, rinnovo con forza il mio appello a mettere a tacere tutte le armi e a eliminare le cause dei conflitti attraverso un instancabile ricorso ai negoziati”.

“Se prendiamo in considerazione – ha sottolineato il Pontefice – le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro molteplici dimensioni in questo mondo multipolare del XXI secolo come, ad esempio, il terrorismo, i conflitti asimmetrici, la sicurezza informatica, i problemi ambientali, la povertà, sorgono non pochi dubbi sull’inadeguatezza della deterrenza nucleare come risposta efficace a tali sfide”. Queste preoccupazioni “sono ancora maggiori se consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che deriverebbero da un eventuale uso di armi nucleari, con effetti devastanti, indiscriminati e incontenibili, nel tempo e nello spazio. Né possiamo ignorare la precarietà derivante dalla semplice manutenzione di queste armi: il rischio di incidenti, involontari o meno, che potrebbero portare a scenari molto preoccupanti”, ha aggiunto Francesco.

Infine, un altro monito: “La pace è indivisibile e, per essere veramente giusta e duratura, deve essere universale. È un ragionamento ingannevole e autolesionista pensare che la sicurezza e la pace di alcuni sia scollegata dalla sicurezza e dalla pace collettiva di altri. Questo è anche uno degli insegnamenti che la pandemia di Covid-19 ha tragicamente dimostrato alla comunità internazionale”.

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