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G7, Draghi: “Putin non deve vincere. Se l’Ucraina perde, tutte le democrazie perdono”

27 giugno 2022 | 16:58
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L’Ucraina domina l’agenda dei leader, Zelensky in collegamento da Kiev chiede sostegno sui sistemi antiaereo. Johnson e Trudeau ‘sfottono’ Putin: “”Facciamo la foto a petto nudo sul cavallo?”

Elmau – Il presidente russo Vladimir Putin “non deve vincere. Noi restiamo uniti a sostegno dell’Ucraina”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi durante la sessione dei lavori del G7 dedicata all’Ucraina, si apprende da fonti presenti a Elmau, in Germania. “Siamo uniti con l’Ucraina – continua – perché se l’Ucraina perde, tutte le democrazie perdono. Se l’Ucraina perde, sarà più difficile sostenere che la democrazia è un modello di governo efficace”.

Draghi ha ringraziato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “per il benvenuto eccezionale a Kiev. La decisione di dare all’Ucraina lo status di candidato per l’Ue è importante per l’Ucraina, ma anche per l’Unione Europea. L’Unione Europea ha mutato in modo profondo il suo atteggiamento verso i Paesi vicini, la sua strategia di lungo periodo. E’ un cambiamento molto importante”, ha detto il premier, ribadendo concetti già espressi la settimana scorsa a Bruxelles.

“Gli italiani – ricorda Draghi – hanno accolto gli ucraini, i loro bambini. Il governo ha fatto la sua parte, ma la parte più importante l’hanno fatta le autorità locali, le famiglie”.

Il presidente del Consiglio tiene il punto e ribadisce anche nella riunione del G7 sulle Alpi bavaresi che “dobbiamo continuare a lavorare su come imporre un tetto al prezzo del gas”, si apprende sempre da fonti presenti. Il premier chiede da mesi, a livello Ue, che si decida un price cap europeo al prezzo del metano, che è schizzato alle stelle dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, aggiuntasi agli effetti delle strozzature post-Covid.

I Paesi nordici, in particolare l’Olanda ma anche la Germania, finora si sono opposti, principalmente per il timore che la Russia tagli ancora di più le forniture di gas. Draghi ha fatto ripetutamente notare che Mosca ha già tagliato le forniture di metano ma, grazie al fatto che ogni annuncio di tagli all’offerta fa schizzare in alto i prezzi, incassa “più o meno le stesse cifre” di prima. E ha anche spiegato, a più riprese, che l’inflazione elevata che colpisce l’Eurozona e l’Ue in questi mesi non è indotta da un surriscaldamento dell’economia, bensì dai rincari di beni di base come le fonti energetiche.

Come è successo negli anni ’70, ha ricordato a chi ha “la memoria corta”, rincari su beni simili, se non vengono affrontati in tempo, si allargano agli altri settori dell’economia, provocando un’inflazione generalizzata, come quella che stiamo osservando in questi mesi. Inflazione che la Bce si appresta a combattere rialzando i tassi di interesse. Eppure, l’Ue continua a rimandare: il rapporto della Commissione su come affrontare i rincari dell’energia, chiesto a fine maggio dal Consiglio Europeo, è stato rimandato a settembre, per essere discusso dai leader nel summit di ottobre, quando saremo alle porte della stagione fredda. Draghi, quindi, ha colto l’occasione del G7, dove gli Usa spingono per un price cap sul petrolio russo, per ribadire la necessità di introdurre un tetto al prezzo del gas di Mosca, cosa che sulla carta non dovrebbe essere complessa come il price cap sul greggio, visto che l’Ue pesa per il 75% del mercato mondiale del gas via tubo.

Zelensky: “Aiutateci”

La guerra in Ucraina continua a dominare l’agenda nella seconda giornata del G7 che si svolge a Elmau, in Baviera, che ha visto la partecipazione in videoconferenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. I leader di Regno Unito, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Usa sono arrivati ieri nella località bavarese con l’obiettivo di aumentare la pressione sulla Russia e mitigare gli impatti negativi del conflitto. I leader hanno utilizzato il summit come forum per annunciare un bando alle importazioni di oro dalla Russia, allo studio, e una iniziativa congiunta sulle infrastrutture per contrastare l’influenza cinese nei Paesi a medio reddito.

Sono in corso anche colloqui per un possibile tetto sul prezzo del petrolio. Anche i presidenti della Commissione e del Consiglio Europeo, Ursula von der Leyen e Charles Michel, hanno preso parte ieri alle riunioni. La Germania ha la presidenza del G7 e il cancelliere Olaf Scholz ospiterà oggi i leader di India, Indonesia, Argentina, Senegal e Sudafrica per discutere di crisi climatica, salute pubblica e sicurezza energetica. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres dovrebbe connettersi in videoconferenza per parlare della crisi alimentare innescata dalla guerra in Ucraina, che è arrivata al quinto mese.

La guerra impedisce ai cereali di lasciare i porti dell’Ucraina e rende il cibo più costoso a livello mondiale, con esperti e ong che avvertono del potenziale di carestie in parti dell’Africa e non solo. Una zona di sicurezza intorno al castello di Elmau, dove la Germania ha tenuto anche il G7 del 2015, impedisce l’accesso all’area a chiunque non sia munito di pass. Sono in servizio nella zona circa 18mila agenti di Polizia, per mantenere l’ordine durante le manifestazioni programmate in questi giorni.

I leader del G7 si sono riuniti nello Schloss Elmau, in Baviera, per la quarta sessione dei lavori del vertice, dedicata alla guerra in Ucraina. Le telecamere a circuito chiuso, collegate con la sala stampa che sta a Garmisch-Partenkirchern, a una ventina di chilometri di distanza dal castello, hanno inquadrato i capi di Stato e di governo seduti al tavolo, per poi passare sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in videocollegamento, che ha ringraziato tutti i leader del G7 per il loro sostegno, riferiscono fonti italiane. Zelensky durante il suo collegamento con i capi di Stato e di governo del G7 ha chiesto il sostegno dei sette Paesi su cinque punti, a partire dalla fornitura di sistemi di difesa antiaerea e dalla sicurezza, a quanto si apprende. Ha chiesto poi l’aiuto di Usa, Canada, Regno Unito, Italia, Francia, Germania e Giappone sulle esportazioni di grano, tuttora bloccate dal conflitto con la Russia e sulla ricostruzione del Paese dopo la guerra. Ha anche insistito sulla necessità di colpire Mosca con sanzioni che ne minino ulteriormente la capacità offensiva.

Lo sfottò a Putin

Battute sull’abbigliamento, sulle foto e sul machismo di Vladimir Putin al tavolo del G7. Non è mancato qualche momento di leggerezza al tavolo dei sette grandi riuniti a Schloss Elmau per discutere della guerra e di temi globali. “Teniamo la giacca? La togliamo?” ha chiesto il premier britannico Boris Johnson al momento di sedersi con i colleghi riuniti fino a martedì per il vertice sotto presidenza tedesca. A Johnson ha risposto il premier canadese, Justin Trudeau, suggerendo di attendere la foto di famiglia – poi scattata dai leader in giacca, ma senza cravatta – per assumere un tono più informale. “Dobbiamo far vedere che siamo più forti di Putin”, ha rilanciato allora il premier britannico. “E allora avremo diritto ad una dimostrazione di equitazione a torso nudo”, ha replicato Trudeau, con chiaro riferimento alle foto che ritraevano il presidente russo a cavallo nel 2009. (fonte Adnkronos)