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Giubileo 2025, svelato il logo: spiegazione e significato teologico-pastorale

Svelata l'immagine che sarà il simbolo dell'Anno Santo del 2025. Ecco la spiegazione e il significato

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Città del Vaticano – Nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, in Vaticano, alla presenza del sindaco di Roma e del governatore del Lazio, mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, ha svelato il logo del Giubileo 2025.

La scelta del logo

Il logo del prossimo Giubileo è stato scelto attraverso l’indizione di un concorso internazionale al quale hanno partecipato studenti, studi grafici, istituti religiosi, professionisti e studiosi di arte che si sono dovuti confrontare con il tema del pellegrinaggio e della speranza. Oltretevere sono giunte 294 proposte da 213 città e da 48 Paesi diversi. La fascia di età dei partecipanti è stata dai 6 agli 83 anni.

Sono giunti anche disegni fatti a mano da bambini di tutto il mondo. Una volta terminato il concorso è stata convocata la Commissione giudicante, formata da iconografi, grafici, esperti d’arte, di brand, architetti e alcuni parroci, che ha valutato le proposte secondo tre criteri: pastorale, perché il messaggio del Giubileo fosse facilmente intuibile; tecnico-grafico, che garantisse una buona fattura grafica per la riproducibilità; estetico, perché il disegno fosse ben fatto e accattivante.

In fase di giudizio i lavori sono stati valutati in forma anonima e caratterizzati solo da un numero progressivo in modo da non permettere il riconoscimento dell’autore. Al Pontefice sono stati poi sottoposti i tre progetti finali perché scegliesse quello che maggiormente lo colpiva. “La scelta non è stata facile neppure per lui – ha raccontato Fischella -: dopo avere più volte osservato i progetti ed espresso il suo compiacimento, la scelta è caduta sulla proposta di Giacomo Travisani”.

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Il significato del logo del Giubileo

“Ho immaginato gente di ogni ‘colore’, nazionalità e cultura, spingersi dai quattro angoli della Terra e muoversi in rotta verso il futuro, gli altri, il mondo, come vele di una grande nave comune, spiegate grazie al vento della Speranza che è la croce di Cristo e Cristo stesso. Quando ho voluto ‘personificare’ la Speranza ho avuto subito chiara un’immagine: la Croce; la Speranza, mi sono detto, è nella Croce”, spiega l’autore del logo, Giacomo Travisani.

“Ho immaginato il Papa, Pietro di oggi, guidare il popolo di Dio verso la mèta comune, abbracciando la Croce, che diviene un’ancora, quale saldo riferimento per l’umanità; e noi, popolo, stringerci tra noi e a lui come fossimo stretti a quell’ancora anche noi evocando simbolicamente i pellegrini di ogni tempo. Nel Vangelo di Marco Gesù ci dice: ‘Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?’. (Mc 4:40) Come dovremmo avere ancora paura quindi?
Siamo ‘Pellegrini di Speranza’ perché portiamo con noi le paure del prossimo nel desiderio di condividerle e farle nostre, questo indicano le figure che si stringono tra loro guardando alla Croce come un’ancora di salvezza. Ho cercato di trovare una soluzione grafica intuitiva, simpatica ma nello steso tempo pratica e dinamica”.

“L’idea del Logo è quella di creare una sintesi della ‘storia dei protagonisti’ (c’è un prima e un dopo) secondo il loro obiettivo. La scelta cromatica è dettata dal significato che ho voluto interpretare attraverso i personaggi: Il rosso è l’amore, l’azione e la condivisione; il Giallo/Arancio è il colore del calore umano; il Verde evoca la pace e l’equilibrio; l’Azzurro/Blu è il colore della sicurezza e della protezione. Infine il Nero/Grigio della Croce/Ancora, che rappresenta l’autorevolezza e l’aspetto interiore. Una “luce” nella quale è persino possibile nascondersi. Le sfumature richiamano eventi gioiosi e solenni, soddisfano pienamente la visione ed il suo concetto, semplice ed efficace nello stesso tempo, rende il logo facile da familiarizzare. È di facile utilizzo per ogni supporto digitale e di stampa perché creato con la tecnica vettoriale, in grado di essere utilizzato in svariate dimensioni e supporti in base alle necessità”.

Significato teologico

Il Logo rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra. Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. Si noterà che l’apri-fila è aggrappato alla croce. È il segno non solo della fede che abbraccia, ma della speranza che non può mai essere abbandonata perché ne abbiamo bisogno sempre e soprattutto nei momenti di maggiore necessità.

È utile osservare le onde che sono sottostanti e che sono mosse per indicare che il pellegrinaggio della vita non sempre si muove in acque tranquille. Spesso le vicende personali e gli eventi del mondo impongono con maggiore intensità il richiamo alla speranza. È per questo che si dovrà sottolineare la parte inferiore della Croce che si prolunga trasformandosi in un’ancora, che si impone sul moto ondoso.

Come si sa l’ancora è stata spesso utilizzata come metafora della speranza. L’ancora di speranza, infatti, è il nome che in gergo marinaresco viene dato all’ancora di riserva, usata dalle imbarcazioni per compiere manovre di emergenza per stabilizzare la nave durante le tempeste. Non si trascuri il fatto che l’immagine mostra quanto il cammino del pellegrino non sia un fatto individuale, ma comunitario con l’impronta di un dinamismo crescente che tende sempre più verso la Croce. La Croce non è affatto statica, ma anch’essa dinamica, si curva verso l’umanità come per andarle incontro e non lasciarla sola, ma offrendo la certezza della presenza e la sicurezza della speranza. È ben visibile, infine, con il colore verde, il Motto del Giubileo 2025, Peregrinantes in Spem.

Il Logo certifica in modo ufficiale le iniziative, i progetti, le comunicazioni e gli eventi che verranno proposti per la preparazione e la celebrazione del Giubileo 2025. Il Logo potrà essere utilizzato da tutte le comunità in forma gratuita esclusivamente per le iniziative di carattere pastorale non aventi scopo di lucro. Mentre l’utilizzo del Logo per scopi commerciali a livello nazionale o internazionale è vincolato dal copyright ed è gestito dal Dicastero.

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