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Medico aggredito all’ospedale di Terracina, la Asl: “Un fenomeno che non si arresta, va debellato”

11 luglio 2022 | 18:21
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Medico aggredito all’ospedale di Terracina, la Asl: “Un fenomeno che non si arresta, va debellato”

L’operatore sanitario è stato preso a calci e pugni da un paziente

Terracina – Qualche giorno fa l’ospedale Fiorini di Terracina è stato teatro di un’aggressione da parte di un paziente nei confronti di un medico. Quest’ultimo intervenuto per calmare il paziente che inveiva contro altri degenti, secondo la ricostruzione dei carabinieri, sarebbe stato preso a calci e pugni.

L’Asl di Latina venuta a conoscenza dell’accaduto ha manifestato solidarietà al personale sanitario “vittima di aggressioni, mentre prestano quotidianamente la loro opera di assistenza e cura ai pazienti.

Dopo il grave episodio avvenuto presso il Pronto soccorso dell’ospedale Fiorini di Terracina, per il quale un uomo è stato arrestato dopo aver picchiato un medico e aver opposto resistenza ai Carabinieri, l’Azienda ha attivato le specifiche procedure di assistenza, previste per i propri dipendenti”.

L’Azienda sanitaria locale di Latina riporta dati allarmanti. “Negli ultimi anni, purtroppo, il fenomeno delle aggressioni e violenza ai danni degli operatori sanitari – sottolinea l’Asl -, è diventato strutturale, tant’è che il Parlamento ha emanato uno specifico provvedimento legislativo, la legge 14 agosto 2020, n. 113, recante ‘Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni’, che inasprisce il quadro sanzionatorio penale, con il nuovo comma 2 dell’art. 583-quater c.p e introduce una nuova circostanza aggravante comune all’art. 61 c.p. (n. 11-octies).

L’ASL Latina già dal 2018, ha promosso interventi per un cambiamento culturale di tolleranza zero verso ogni forma di aggressione. Negli ultimi anni, ben consapevoli dell’aggravarsi di questo fenomeno, sono state messe a sistema tutta una serie di iniziative di contrasto e un programma di prevenzione per i dipendenti della Asl di Latina, tra cui la creazione di un gruppo di Lavoro interdisciplinare per valutare le aggressioni avvenute e attuare le misure preventive; interventi di formazione mirata per riconoscere e disinnescare eventuali forme di violenza; l’attivazione di Procedure interne per la gestione delle aggressioni e l’istituzione di un ambulatorio per il supporto psicologico personalizzato per aiutare gli operatori sanitari, vittime di aggressione, di vincere lo stress e superare il trauma vissuto.

Un cambiamento culturale che va costantemente alimentato e per questo l’Azienda è sempre più impegnata sia verso i propri dipendenti per migliorarne le competenze nella relazione e contrasto al fenomeno e sia verso la cittadinanza, rafforzando l’informazione agli assistiti, con l’intento di sensibilizzare ad una cultura che eviti la violenza, in ogni sua forma, ripristinando un clima di fiducia e di rispetto verso chi opera per assicurare le cure.

Nella città di Latina, in occasione della prima ‘Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari’ il 12 marzo 2022, i dipendenti dell’ASL Latina insieme alla Direzione generale sono scesi in campo con un’iniziativa di sensibilizzazione alla popolazione e un Flash Mob, organizzato in piazza del Popolo.

Gli episodi di aggressione verso i sanitari, nelle diverse forme, da quella verbale a quella fisica, avvengono in particolare presso i servizi d’Urgenza-Emergenza, nei reparti psichiatrici o nei luoghi di attesa, da parte sia dei pazienti sia dei loro familiari. Il recente rapporto nazionale INAIL ricorda che ci sono stati 12mila casi di aggressione sul lavoro, una media di 2.500 all’anno, tre quarti di questi hanno interessato le donne, di tutte le aggressioni al personale sanitario il 46% sono infermieri ed il 6 % sono medici.

Dal monitoraggio degli ultimi 3 anni – evidenzia ancora l’Azienda sanitaria locale -, risulta siano avvenute circa 73 aggressioni nella Asl di Latina, con un incremento nel primo semestre 2022 – circa 50 segnalazioni – a cui si aggiunge quella del grave episodio di cronaca su indicato. L’incremento di segnalazioni è dovuto alla maggiore consapevolezza degli operatori specificatamente formati a far emergere il fenomeno, fino a qualche tempo in parte sottaciuto. Per questo l’Azienda continua ad operare per rafforzare ulteriormente i programmi e le iniziative già avviate di contrasto a questo intollerabile fenomeno, facendo appello alla popolazione affinché prevalga il senso di comunità, in particolare nei luoghi di cura e si concretizzino le imprescindibili forme di rispetto dovute per chi con abnegazione svolge la delicata missione di assistenza e cura”.

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