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Governo in bilico, Draghi apre a Conte: “Convergenze con il M5S ma basta ultimatum”

Il premier: "Non ci sarà un Draghi bis, si va avanti finché riusciamo a lavorare". Salvini: "Da Lega niente strappi". E Letta ribadisce il sostegno Pd

Roma – “Il governo con gli ultimatum non lavora, perde il suo senso di esistere”. Così il premier Mario Draghi in conferenza stampa. “Se riesce a lavorare continua, se non riesce a lavorare non continua”, avverte. “Quando ho letto la lettera” consegnata da Giuseppe Conte “ho trovato molti punti di convergenza con l’agenda di governo e quindi i temi affrontati nella riunione con i sindacati sono esattamente in quella direzione, sono punti che era necessario sollevare”, ha quindi aggiunto Draghi.

Tornare in Parlamento per una verifica se il M5s non parteciperà al voto in Senato? “Primo: lo chieda al presidente Mattarella. Secondo: ho già detto che per me non c’è un governo senza 5 Stelle. Terzo: ho già detto che per me non c’è un governo Draghi altro che non l’attuale. Questa situazione di fibrillazione il governo l’ha affrontata abbastanza bene, continua a lavorare”, ha detto ancora il premier aggiungendo: “Se non si deriva nessuna soddisfazione, se si ha la sensazione che sia una sofferenza straordinaria stare al governo, che si fa fatica, bisogna essere chiari”.

“Non commento scenari ipotetici, oltretutto io sono parte in causa, quindi a maggior ragione…”, ha quindi affermato Draghi rispondendo così in conferenza stampa a chi gli chiedeva se ritenga possibile un voto in autunno.

M5S

“Contiamo come Movimento 5 Stelle di ricevere delle pronte risposte, quindi adesso ci aggiorneremo prima possibile”, aveva detto poco prima Giuseppe Conte.

Salvini

“Noi non minacciamo niente, siamo gente serena, leale. Noi non mandiamo le letterine di Babbo Natale come fanno altri che sperano che succeda qualcosa”. Così il segretario della Lega Matteo Salvini in piazza del Campidoglio a Roma, rispondendo a una domanda sulle parole di Draghi, che ha bacchettato chi “minaccia sfracelli a settembre”.

“Gli strappi li lasciamo agli altri – ha proseguito il leader leghista – noi chiediamo quello che serve ai cittadini. L’azzeramento della legge Fornero non è una richiesta della Lega, è una richiesta del paese. Così come la pace fiscale”, ha aggiunto Salvini.

L’incontro con Letta

Un punto sulla “complicata fase politica”, quello fatto ieri nell’incontro a palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi e il segretario del Pd, Enrico Letta. A quanto riferiscono fonti del Nazareno, Letta ha ribadito il massimo impegno del Pd nel sostenere la posizione del presidente e l’azione di governo, a maggior ragione in un momento in cui c’è stata una svolta attesa da anni per l’avvio di un’agenda sociale.

Per il Pd, perdere l’occasione di riscrivere le politiche pubbliche contro il lavoro povero e la precarietà sarebbe oggi un paradosso, incomprensibile ai cittadini. E domani, si spiega dal Nazareno, di questo Letta parlerà ai gruppi parlamentari dem convocati nella Sala della Regina con un discorso improntato sulla responsabilità e alla gravitas del momento.

“Stiamo dimostrando anche in queste ore di essere seri, attenti e consapevoli di quale sia la posta in palio”. Anche questo, dicono al Nazareno, significa “prima il Paese” per noi: essere all’altezza del momento complicato che stiamo vivendo e mettere prima di tutto i bisogni del Paese, a partire dai più fragili e vulnerabili.

Di Maio

“Se si decide di creare una crisi di governo, ci dobbiamo dire quali sono gli effetti: si va a votare, il paese finisce in esercizio provvisorio, e sono rischi non accettabili. Se questo è un governo di unità nazionale, i 5 stelle ci devono chiaramente dire se stanno dentro o fuori”, ha commentato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

“Quello che sta accadendo è che sono in calo di consensi e scaricano le colpe sul governo. Ogni forza politica ha la sua agenda politica – ha sottolineato il leader di Insieme per il futuro – ma ci sono priorità per il paese, che dovrebbero prendere in considerazione prima delle proprie. Abbiamo fissato degli obiettivi, pandemia, pnrr, guerra in Ucraina. Dobbiamo realizzare questi obiettivi senza mettere bandierine”, ha aggiunto.

“So per certo che c’è un’ampia parte di parlamentari del Movimento 5 stelle che non condivide l’irresponsabilità di affossare un governo in questo momento difficile”, ha detto ancora Di Maio, rispondendo a una domanda sulla possibilità che, in caso di uscita del Movimento 5 stelle dal governo, qualche altro deputato o senatore possa lasciare i pentastellati per aderire a Insieme per il futuro. “C’è ancora un’ampia parte – ha ribadito – che non è d’accordo con la linea di mandare al voto il paese”.

“Se Draghi dice no, escludo che ci possa essere un altro governo”, ha quindi aggiunto. “Questa legislatura ne ha vissute di tutti i colori, questo governo esiste perché stiamo portando avanti tavoli internazionali e ha quindi bisogno di Mario Draghi. Sarebbe difficile ricomporre la maggioranza. Non c’è spazio per un altro governo”. (fonte Adnkronos)