Frodavano il fisco con la scusa della società sportiva dilettantistica, blitz a Pomezia e a Roma

15 luglio 2022 | 09:15
Share0
Frodavano il fisco con la scusa della società sportiva dilettantistica, blitz a Pomezia e a Roma

La Finanza ha accertato che sono state sottratte a tassazione somme pari a 7.350.000 euro

Una maxi frode fiscale è stata portata alla luce dai Finanzieri del Comando Provinciale Roma che, a seguito di indagini di polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, hanno sequestrato beni mobili e immobili per un valore di oltre 4 milioni di euro nei confronti di una società sportiva dilettantistica e di 3 imprenditori, tutti con un ruolo attivo nella gestione dell’ente.

Le investigazioni, condotte dalla Compagnia di Pomezia sulla base degli elementi raccolti nel corso di una verifica fiscale, hanno fatto emergere che dietro la veste giuridica di S.S.D. si nascondeva, in realtà, una vera e propria società di capitali – con ricavi milionari derivanti prevalentemente dall’effettuazione di prestazioni pubblicitarie – riconducibile, di fatto, a un imprenditore romano apparentemente estraneo al contesto societario.

Sono state sottratte a tassazione somme pari a 7.350.000 euro. Inoltre, le Fiamme Gialle hanno scoperto il fraudolento trasferimento di ingenti provviste finanziarie, per oltre euro 1.750.000, al fine di impedire al Fisco la riscossione di quanto dovuto. Le ipotesi di reato contestate sono quelle di omesso versamento delle imposte, omessa dichiarazione e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Nel corso delle indagini è altresì emerso che, al fine di ostacolare il recupero dei tributi evasi e di nascondere le responsabilità penali, l’ente è stato estinto per mezzo di una fusione.

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri, condividendo le proposte formulate dalla Procura della Repubblica a quella sede, ha emesso un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche “per equivalente” di disponibilità finanziarie e beni mobili e immobili nella disponibilità degli indagati situati a Pomezia, Roma, Teramo e Spoleto.

L’operazione si inquadra nella più ampia azione posta in essere dalla Guardia di Finanza di Roma e dall’Autorità Giudiziaria a contrasto dell’economia sommersa e delle frodi fiscali che, oltre a sottrarre ingenti risorse finanziarie allo Stato, alterano le regole del mercato e danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

ilfaroonline.it è su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte