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Crisi di Governo: Draghi “inamovibile” sulle dimissioni, Letta lancia un appello al M5S

Segretario del Pd in pressing: "Premier resti, ci sono le condizioni". Ultimatum Forza Italia: "Non possiamo più governare con M5S". Renzi: "Mercoledì diremo con forza Draghi bis". Conte riunisce il Consiglio M5S per 5 ore

Roma – A due giorni dalle dimissioni di Mario Draghi, e a quattro dal nuovo appuntamento del premier al Senato, si allontana l’ipotesi di un Draghi bis, con o senza il M5s, e la legislatura appare sempre più in bilico. Chi meglio conosce Draghi descrive la sua posizione sulle dimissioni come “inamovibile”. A ben poco servirà il pressing dei partiti, a cominciare del Pd, con il segretario Enrico Letta che lancia un nuovo “appello a tutte le forze politiche e al Movimento 5 stelle perché sia della partita mercoledì”.

Giornata di incontri e telefonate per Salvini

Giornata di telefonate e incontri per Matteo Salvini. Il leader della Lega ha fatto il punto con i dirigenti del partito e poi ha ascoltato di persona le ragioni dei rappresentanti di alcune categorie: industria, imprese, artigianato, agricoltura, sindacato, commercio, volontariato e terzo settore. Secondo Salvini, la Lega è impegnata per far uscire il Paese dallo stallo e offrire agli italiani certezze, crescita, sviluppo e lavoro. La Lega conferma la propria responsabilità, nonostante le continue provocazioni e i ritardi imputabili ai 5Stelle (che hanno provocato la crisi di governo) e al Pd che anche nelle ultime ore ha insistito sul ddl Zan contribuendo ad aggiungere confusione a confusione.

“Letta all’improvviso si sveglia e capisce che gli italiani hanno bisogno di un governo forte e operativo su bollette, tasse e lavoro. Lui che fino alla scorsa settimana ha fatto di tutto per dividere la maggioranza e bloccare il Parlamento con Ius scholae, Ddl Zan e droga libera. Lui che, per le sue bandierine, si è alleato con i 5S che tutti sanno essere inadatti a governare. Ci risparmi almeno i suoi appelli per nulla credibili. Ci vuole davvero un bel coraggio ad essere così opportunisti e trasformisti”. le parole dei capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.

“Gli Italiani meritano e chiedono certezze e lavoro, sicurezza e innovazione, coraggio e lavoro di squadra, riconoscimento del merito e lealtà. La Lega sceglierà per il bene dell’Italia, capricci e minacce li lasciamo ai signori del No, cioè ai 5Stelle, e ai loro amici del Pd. Cosa pensate succederà nei prossimi giorni?”. Lo scrive Matteo Salvini sui suoi canali social, rilanciando il suo sondaggio sulle previsioni degli italiani, dopo la crisi di governo.

M5S, nuova riunione fiume

E’ terminato, dopo ben 5 ore, il Consiglio nazionale M5S con il leader del Movimento, Giuseppe Conte. Il ministero per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, tra le voci più critiche nel Movimento sulla scelta di non votare la fiducia al dl aiuti, ha preparato una scheda che dirama agli organi di informazione e che illustra nel dettaglio i provvedimenti, attualmente all’esame delle Camere, che rischiano di non portare a termine il proprio iter a causa della crisi. “Le eventuali dimissioni del Governo – si legge – potrebbero condurre ad uno scenario estremamente critico relativamente all’iter dei principali provvedimenti, già presentati alle Camere, con particolare riguardo a quelli relativi alle riforme abilitanti per raggiungere gli obiettivi del PNRR entro dicembre 2022 e a quelli di conversione dei decreti-legge attualmente pendenti in Parlamento”.

I sindaci scrivono a Draghi: “Resti”

11 sindaci hanno scritto una lettera aperta sulla crisi di governo in atto. “Con incredulità e preoccupazione – scrivono i primi cittadini – assistiamo alla conclamazione della crisi di Governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza. Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell’emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà”.

L’attacco di Insieme per il Futuro

“Sono passati alcuni giorni dall’innesco della crisi e il partito di Conte ancora non ha delineato una linea chiara, segno di una spaccatura e di una totale inadeguatezza della classe dirigente di quello che un tempo era il Movimento 5 stelle. Nell’incapacità di dare una prospettiva politica al Movimento e con i sondaggi in caduta libera da un anno, l’obiettivo di Giuseppe Conte è andare al voto il 25 settembre, isolandosi nei fatti anche dai possibili alleati: i componenti del suo cerchio magico spingono verso questa soluzione nella consapevolezza di essere gli unici garantiti e, alcuni di loro, per poter essere eletti per la prima volta”. Così Vincenzo Spadafora, coordinatore politico di insieme per il futuro.

L’appello di Letta

“Faccio un appello a tutte le forze politiche e al Movimento 5 stelle perché sia della partita mercoledì, con la voglia di rilanciare rispetto ai nuovi grandi contenuti intervenuti”. Così Enrico Letta al congresso del Psi. Il segretario Pd sottolinea: “Il rapporto con i sindacati si è finalmente aperto e scongelato”.

“Conte e 5S hanno voltato le spalle all’italiano più autorevole al mondo e il cdx grida ‘al voto’. Per tenere Draghi al Governo i partiti più responsabili assicurino un sostegno leale su un’agenda di riforme precisa. Nella Lega prevalgano i governisti, il Pd rinunci ai 5S”. Lo scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda.

Se dovesse cadere il governo Draghi “la prima reazione in Europa sarà quella di dire che gli italiani sono sempre gli stessi: ‘gli abbiamo dato l’occasione di una quantità di soldi mai vista prima da usare per quegli investimenti non fatti nel passato e invece…’. Se noi oggi fermiamo il percorso del governo Draghi, per i partner europei sarà la solita drammatica inaffidabilità italiana e ci porteremo dietro lo stigma di questo nei prossimi anni. Dobbiamo evitare questa scelta e i costi che si porterebbe dietro”. Così Enrico Letta al congresso del Psi, aggiungendo: “Se mercoledì le cose andranno non come noi auspichiamo, la crisi ci porterebbe elle elezioni il 25 settembre”, sbocco da evitare e contro il quale lavoro “con una pazienza certosina ma della quale sono convinto e determinato perché penso che ognuno deve giocare il ruolo che la storia, nel nostro caso la piccola storia di questo tornante, in certi passaggi gli assegna”.

Renzi e la petizione per il Draghi bis

“Italia Viva non si rassegna alla catastrofe voluta da Giuseppe Conte e dal Movimento 5Stelle. A Draghi diciamo di andare avanti e fino a mercoledì diremo con forza Draghi bis. Nel momento in cui queste condizioni non si verificassero saremo pronti alle elezioni. Ma il punto di riferimento oggi per noi è l’interesse del Paese, che non può essere disintegrato dall’avvocaticchio del populismo per un’invidia personale e politica”. Così Matteo Renzi aprendo l’assemblea nazionale di Iv.

Di Maio: “La cristi potrebbe privare l’Ucraina di armi”

La crisi politica italiana potrebbe privare l’Ucraina di armi e di un supporto militare fondamentale nella sua lotta contro la Russia. E’ l’avvertimento lanciato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio in una intervista rilasciata a ‘Politico’, durante la quale ha accusato gli oppositori del premier italiano Mario Draghi di fare il lavoro del presidente russo Vladimir Putin. “I russi stanno proprio ora festeggiando per aver fatto cadere un altro governo occidentale”, ha detto Di Maio. ”Ora dubito che possiamo inviare armi” in Ucraina e questo ”è uno dei tanti problemi seri”, ha detto il titolare della Farnesina. Ma non solo. “Se il governo cade mercoledì, non avremo il potere di firmare nuovi contratti energetici e questo è grave perché siamo andando verso l’inverno”, ha fatto notare il ministro. (fonte Adnkronos)