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Il Senato conferma la fiducia a Draghi con solo 95 sì. Letta: “Una follia, il Parlamento contro l’Italia”

Passa con soli 95 voti su 133 votanti la fiducia sulla "risoluzione Casini". Lega, Forza Italia e M5S non votano.

Roma – La fiducia posta dal governo a Palazzo Madama sulla risoluzione Casini passa con soli 95 voti a favore su 133 votanti ma sancisce la fine del governo guidato da Mario Draghi. Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle non hanno votato la fiducia al governo Draghi.

“Certo che non votiamo la mozione Casini…”, ha detto ai cronisti in buvette al Senato, il leader della Lega Matteo Salvini confermando le indiscrezioni già filtrate da fonti parlamentari del centrodestra secondo cui dopo aver ascoltato la replica di Mario Draghi , Lega e Fi con Udc e Nci, sarebbero tentati di non partecipare al voto di fiducia sulla risoluzione presentata da Pier Ferdinando Casini secondo la quale ‘udite le comunicazioni del premier, le approva’. “Farò quello che mi dice il mio capogruppo, vediamo, io non mi intendo dei tecnicismi”, chiarisce il leader leghista sull’ipotesi di uscire dall’Aula durante il voto di fiducia.

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L’annuncio ufficiale è arrivato per Forza Italia dalla capogruppo Anna Maria Bernini che in Aula a confermato l’intenzione del gruppo azzurro di non partecipare al voto. “La fiducia posta oggi andava costruita su altre basi. Noi abbiamo cercato di proporre un nuovo patto – ha scandito Bernini durante la dichiarazione di voto – che abbiamo enucleato in una risoluzione del centrodestra di governo, che purtroppo è caduta. Nel suo intervento abbiamo percepito nei confronti del centrodestra un biasimo che ci ha lasciato francamente molto perplessi. Gli sfarinamenti non li abbiamo cercati noi, la tela che noi tessevamo sono stati altri a disfarla. La crisi – ha aggiunto la capogruppo azzurra – non è stata provocata né voluta da Fi. Fino alla fine abbiamo cercato uno spiraglio, una exit strategy che ci avrebbe permesso di proseguire questo cammino comune. Una soluzione di mediazione che, purtroppo, non è stata ascoltata. Con amarezza annuncio che il gruppo di Fi non parteciperà al voto sulla fiducia posta dal governo solo sulla risoluzione Casini”, ha concluso Bernini.

Una strada che ha deciso di intraprendere anche il Movimento 5 Stelle che ha abbandonato l’Aula del Senato. “Non partecipiamo al voto di questa risoluzione”, ha annunciato la capogruppo Mariolina Castellone, intervenendo in dichiarazione di voto al Senato.

Del resto dopo la replica del premier, in particolare sull’affondo di Draghi sul superbonus era scoppiata l’Ira dei senatori M5S. “Dopo una replica così, che ca… dobbiamo dirgli?”, si leggeva in uno dei messagginelle chat pentastellate prima del voto. Proprio l’affondo di Draghi sul superbonus avrebbe spinto i 5 Stelle, incerti fino all’ultimo sul da farsi, a non votare la fiducia.

“Ma così manca il numero legale”, le parole della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, al segretario generale di palazzo Madama dopo che la capogruppo M5S, Mariolina Castellone. Se dovesse mancare il numero legale in Aula al Senato, da regolamento, si aggiorna la convocazione per un’altra votazione. La capigruppo è immediatamente convocata.

Si avvicinano – così – lo scioglimento del Parlamento e il voto. È l’epilogo di una giornata drammatica vissuta tra Palazzo Madama, Palazzo Chigi e il Quirinale e della crisi aperta dal M5s. “In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l’Italia. Noi abbiamo messo tutto l’impegno possibile per evitarlo e sostenere il governo Draghi. Gli italiani dimostreranno nelle urne di essere più saggi dei loro rappresentanti”. Lo scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta.

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