Rivoluzione nelle finanze vaticane: la Santa Sede dice stop agli investimenti speculativi

20 luglio 2022 | 07:00
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Rivoluzione nelle finanze vaticane: la Santa Sede dice stop agli investimenti speculativi

Il Vaticano dice “stop” alle speculazioni per investimenti “coerenti alla Dottrina della Chiesa”. E stila una lista di divieti: dall’alcol al porno, fino ai centri pro-aborto e alle armi, passando per l’industria del petrolio

Città del Vaticano – Il Vaticano dice “stop” agli investimenti speculativi. Il nuovo documento sulla politica degli investimenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, che entrerà in vigore dal 1 settembre, prevede infatti che tali investimenti  siano esclusivamente coerenti con la Dottrina della Chiesa in campo etico, morale e sociale.

E’ quanto si legge in comunicato del Segretariato per l’economia della Santa Sede con cui sono state rese di pubblico dominio le nuove norme in materia di investimenti. “La nuova Politica di Investimento intende far sì che gli investimenti siano mirati a contribuire ad un mondo più giusto e sostenibile – si legge nel comunicato – tutelino il valore reale del patrimonio netto della Santa Sede, generando un rendimento sufficiente a contribuire in modo sostenibile al finanziamento delle sue attività; siano allineati con gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, con specifiche esclusioni di investimenti finanziari che ne contraddicano i principi fondamentali, come la santità della vita o la dignità dell’essere umano o il bene comune. In tal senso è importante che siano finalizzati ad attività finanziarie di natura produttiva, escludendo quelle di natura speculativa, e soprattutto siano guidati dal principio che la scelta di investire in un luogo piuttosto che in un altro, in un settore produttivo piuttosto che in un altro, è sempre una scelta morale e culturale”.

Nel dettaglio, le nuove linee guida del Vaticano sugli investimenti proibiscono di investire in “pornografia e prostituzione”, in “gioco d’azzardo, in armi e industria della difesa”, in “centri sanitari pro-aborto”, in “laboratori o aziende farmaceutiche che producono prodotti contraccettivi e/o lavorano con cellule staminali embrionali”. Tra gli investimenti che non sono esclusi ma che devono essere “generalmente evitati” figurano “investimenti speculativi in materie prime”, investimenti “speculativi nell’industria petrolifera e mineraria”, “investimenti nell’industria dell’energia nucleare” e investimenti in “società di produzione di bevande alcoliche”.

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