Papa in Canada: un bacio per chiedere perdono e dire basta alle colonizzazioni ideologiche

25 luglio 2022 | 07:30
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Papa in Canada: un bacio per chiedere perdono e dire basta alle colonizzazioni ideologiche

Al suo arrivo ad Edmonton, il Papa ha avuto un primo, seppur breve, incontro con i nativi americani, molti dei quali hanno subito violenze e abusi da parte di cattolici che in passato volevano assimilarli alla loro cultura

Edmonton – Le bandiere del Canada e del Vaticano che sventolano, il picchetto d’onore, gli inni nazionali. Nell’aeroporto di Edmonton, prima tappa del Viaggio Apostolico “penitenziale” oltreoceano, va in scena la tradizionale cerimonia d’accoglienza. Una cerimonia che passerà alla storia per un baciamano. Non quello fatto al Pontefice, costretto in sedia a rotelle visto che il dolore al ginocchio sembra non passare nonostante la fisioterapia e le infiltrazioni. Ma per il baciamano fatto da Papa Francesco a un’indigena.

Proprio loro, che sono il motivo principale della visita papale, ricevono fin dall’atterraggio un gesto di rispetto, di riverenza. Perché questo viaggio, si è capito, è diverso dagli altri. Sì, c’è la comunità dei cattolici da confermare nella fede. Ma l’obiettivo è un altro. E’ chiedere “perdono” a chi è stato vittima di quella stessa comunità che, invece di accogliere, in passato, si è trasformata in carnefice. Prova ne sono le diverse fosse comuni (anche di bambini) trovate in alcune scuole cattoliche (oggi chiuse).

E così, mentre i tamburi delle popolazioni indigene suonano melodie antiche e il vento sferza le piume dei copricapi, l’omaggio/saluto della delegazione di aborigeni si trasforma in un gesto pieno di significato. Passato quasi inosservato, quel bacio rappresenta il sogno di un Papa, anziano e costretto a muoversi sulla sedia a rotelle, che vuole la Chiesa del XXI secolo capace di fare di fare autocritica e di riconoscere gli errori del passato. Perché in passato, piaccia o no ai cattolici, i credenti hanno sbagliato. La storia ne é testimone. Ma, come ha più volte ricordato lo stesso Francesco, la Chiesa non deve avere paura della storia. Davanti agli errori del passato c’è solo da fare penitenza e chiedere, a testa bassa, il perdono.

Agli indigeni canadesi lo aveva già chiesto pochi mesi fa, ad aprile (leggi qui). E ancora prima, nel giugno del 2021, durante la preghiera dell’Angelus, aveva messo in guardia i credenti dalle “colonizzazioni ideologiche” che ancora oggi esistono e dalle quali è meglio prendere le distanze (leggi qui). Ma le parole da sole non bastano. Serviva un gesto concreto, forte. Ed è così che è nata l’idea di questo viaggio “penitenziale” lungo ben sei giorni e costellato da nove discorsi. Discorsi ai quali si accompagneranno gesti spontanei e non previsti dal protocollo, come quello avvenuto all’aeroporto.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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