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Cerveteri, tenta di strangolare la ex e l’aggredisce con un coltello: 35enne in manette

27 luglio 2022 | 18:31
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Cerveteri, tenta di strangolare la ex e l’aggredisce con un coltello: 35enne in manette

La madre e le sorelle della giovane donna sono riuscite a chiudere l’uomo fuori casa ed a contattare i carabinieri

Cerveteri – I Carabinieri della Stazione di Civitavecchia hanno arrestato un 35enne, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato di maltrattamenti e lesioni personali aggravate nei confronti della ex compagna e resistenza a Pubblico Ufficiale. E’ successo a Cerveteri, dove, secondo quanto denunciato, la mattina del 27 luglio, l’uomo, in preda ad una crisi di gelosia, si è recato presso l’abitazione della donna, 23enne di origine marocchina, e quando lei lo ha fatto entrare l’avrebbe immediatamente aggredita, prima verbalmente e poi fisicamente, cercando di strangolarla a mani nude e non riuscendoci solo grazie all’intervento della madre di lei, presente in casa. Il 35enne a quel punto avrebbe poi prelevato un coltello da cucina e avrebbe cercato di ferire la giovane.

Madre e figlie sono riuscite a contenerlo e a chiuderlo fuori casa e a contattare i carabinieri. All’arrivo dei militari, appena la 23enne ha riaperto l’uscio di casa per farli entrare, l’uomo ha nuovamente cercato di aggredirla, venendo subito bloccato dagli operanti.

La vittima presentava una profonda ferita al braccio ed è stata quindi soccorsa e trasportata da personale del 118 al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Pio di Bracciano (RM) dove è stata medicata e giudicata guaribile in 20 giorni.

Anche l’uomo, visto il proprio forte stato di agitazione, ha fatto ricorso a cure mediche. All’esito dell’attività, dopo i racconti della vittima e della madre, i carabinieri hanno sequestrato il coltello utilizzato e arrestato il 35enne, poi condotto in carcere.

All’esito dell’udienza di convalida tenutasi ieri innanzi al Tribunale di Civitavecchia, il G.I.P. ha convalidato pienamente la tesi accusatoria dei Carabinieri, irrogando nei confronti dell’uomo la misura cautelare del Divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da questa frequentati.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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