Quebec, striscione degli indigeni durante la messa del Papa: “Cancella la dottrina”

28 luglio 2022 | 17:55
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Quella che gli indigeni chiedono al Papa di ripudiare è la “Dottrina della Scoperta”, un aspetto su cui fazioni indigene continuano a spingere anche dopo che il Pontefice ha espresso le sue storiche scuse per gli orrori delle scuole residenziali. Ecco di cosa si tratta

Quebec – Momenti di tensione all’inizio della messa di Papa Francesco nel santuario nazionale canadese di Sainte-Anne-de-Beaupré, nella città di Quebec, dove un gruppo con insegne di indigeni ha innalzato uno striscione davanti all’altare con la scritta “Rescind the doctrine”, ovvero “cancella la dottrina”.

Gli agenti della sicurezza hanno quindi fatto rimuovere lo striscione, senza particolari resistenze da parte dei manifestanti, che si sono allontanati e recati all’esterno della chiesa (dove hanno riesposto lo striscione), senza momenti di eccessiva turbolenza.

Quella che i manifestanti indiani chiedono al Papa di ripudiare è la “Dottrina della Scoperta”, un aspetto su cui fazioni indigene continuano a spingere anche dopo che il Pontefice ha espresso le sue storiche scuse per gli orrori delle scuole residenziali.

La dottrina a cui si fa riferimento è un pronunciamento della Chiesa cattolica vecchio più di 500 anni che diede libero sfogo alle potenze coloniali per invadere qualsiasi terra non ancora “scoperta” dai cristiani.

La Dottrina della Scoperta ebbe origine sotto forma di bolle papali, editti emessi dalla Chiesa cattolica nel XV secolo per autorizzare Portogallo e Spagna a colonizzare, saccheggiare e schiavizzare l’Africa occidentale e le Americhe. Altre potenze coloniali presto seguirono l’esempio e la dottrina divenne la base per la schiavitù e le rivendicazioni europee sulla terra e sui popoli indigeni.

Secondo alcuni gruppi indigeni canadesi, ancora oggi si sentono gli effetti di quella dottrina, sotto la forma dei traumi nelle scuole residenziale, l’Indian Act, il sistema delle riserve, la crisi dell’acqua pulita nelle comunità indigene e altro ancora.

“Da parte del Papa non basta la ricerca del perdono e della riconciliazione, non avendo ancora sentito nulla sul ripudio della Dottrina della Scoperta, da cui deriva gran parte della legislazione politica su quello che essi ritengono un vero ‘genocidio’, appunto l’Indian Act, le scuole residenziali, la creazione delle riserve”, spiega Judy Wilson, capo della Neskonlith Indian Band e segretario-tesoriere dell’Unione di B.C. capi indiani. In altre parole, le scuse del Papa sono prive di significato senza annullare la Dottrina della Scoperta, cosa che solo lui può fare.

Trudeau: “La Chiesa affronti la Dottrina della Scoperta”

Il primo ministro Justin Trudeau “ha ringraziato Papa Francesco per aver visitato il Canada per impegnarsi con i popoli indigeni nelle loro terre ancestrali, riconoscere le verità sul sistema scolastico residenziale e riconoscere la sua dolorosa eredità per i popoli First Nations, Inuit e Métis in Canada”. Lo si legge in una dichiarazione del primo ministro dopo gli incontri di ieri con il Papa e con il cardinale segretario si Stato Pietro Paorolin nella ‘Citadelle de Quebec’.

“Dopo le scuse personali che Papa Francesco ha consegnato ai sopravvissuti, alle loro famiglie e alle comunità lunedì, a Maskwacis, Alberta”, il premier, il Pontefice e il cardinale Parolin hanno discusso “dell’importanza del continuo e significativo impegno della Chiesa cattolica romana con le Prime Nazioni, gli Inuit, e Métis nel promuovere la guarigione e la riconciliazione”.

Hanno anche discusso “della necessità che la Chiesa intraprenda azioni concrete per rimpatriare manufatti indigeni, fornire accesso ai documenti delle scuole residenziali, affrontare la Dottrina della Scoperta e garantire giustizia per i sopravvissuti, anche per il caso Rivoire”. Trudeau “ha sottolineato l’impegno continuo del governo canadese a tracciare un nuovo e migliore percorso da seguire con i popoli indigeni e tutti in Canada”.

Sempre il primo ministro Trudeau e Papa Francesco “hanno anche discusso di sfide globali senza precedenti, tra cui la pace e la sicurezza in Ucraina e gli impatti globali dell’insicurezza alimentare, in particolare per i più vulnerabili del mondo». Il premier e il segretario di Stato hanno inoltre «scambiato opinioni su questioni relative alla migrazione di massa e ai cambiamenti climatici e hanno auspicato un ulteriore rafforzamento delle relazioni tra il Canada e la Santa Sede”. (fonte Ansa)

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