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Inchiesta “Free Beach” a Terracina, domiciliari revocati per il Sindaco Tintari

9 agosto 2022 | 09:58
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Inchiesta “Free Beach” a Terracina, domiciliari revocati per il Sindaco Tintari

Il Tribunale del Riesame ha modificato la misura restrittiva revocando i domiciliari e disponendo per il Primo cittadino l’obbligo di firma

Terracina – E’ arrivata nella giornata di ieri la modifica della misura nei confronti del sindaco di Terracina Roberta Tintari.

Il primo cittadino era stato ristretto agli arresti domiciliari il 19 luglio scorso (leggi qui) nell’ambito dell’inchiesta “Free Beach” svolta dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri.

Il tribunale della Libertà ha deciso di accogliere la richiesta di una pena meno afflittiva formulata con ricorso dagli avvocati della Tintari, Dino Lucchetti e Massimo D’Ambosio e revocato i domiciliari disponendo l’obbligo di firma.

Il quadro accusatorio sembra essersi alleggerito per il Sindaco che era stato ritenuto coinvolto dagli investigatori in una gestione poco chiara dei servizi relativi alla balneazione, a illegittime sanatorie di manufatti sul pubblico demanio marittimo e a lavori e opere pubbliche.

Il chiarimento di Roberta Tintari

All’indomani della decisione assunta dal Tribunale della Libertà di Roma, Roberta Tintari chiarisce la sua posizione evidenziando:

Il 20 luglio 2022, dopo l’arresto disposto dal Tribunale di Latina, ho rassegnato le dimissioni dalla carica di Sindaco di Terracina.

Nell’esprimere il mio grandissimo rammarico per le dimissioni, non ho avuto remore ad affermare che ‘le contestazioni rivolte nei miei riguardi, oltre che infondate, risultano palesemente errate.

Indipendentemente da questo, ho sentito il dovere di dimettermi per tutelare i miei familiari da tutto il fango che si è riversato anche su di loro, per l’inaudito ma comprensibile clamore di un arresto tanto eclatante quanto ingiusto.

Il Tribunale del Riesame ha ora annullato l’ordinanza che ha disposto il mio arresto e, indirettamente, ha determinato il commissariamento del Comune di Terracina: ben quattro dei cinque capi di imputazione a me contestati per l’arresto, sono stati posti nel nulla dal Tribunale di Roma. Per l’unico capo in relazione al quale non vi è stato annullamento (l’aver deliberato, nella Giunta Comunale del 25.8.2017, che era stato indicata in modo non esaustivo la finalità del ponte pedonale realizzato sul portocanale), il Tribunale del Riesame ha ritenuto di dover mantenere a mio carico l’obbligo di firma due volte a settimana. Valuterò con i miei avvocati Massimo D’Ambrosio e Dino Lucchetti, non appena saranno depositate le motivazioni del provvedimento del Riesame, se ricorrere avverso questa residua limitazione imposta alla mia libertà, ma resta il fatto che oggi posso affermare che il mio arresto è stato disposto illegittimamente.

Il danno alla mia persona e alla mia dignità è incalcolabile, ma saprò risollevarmi con la Fede e nella piena coscienza di aver operato nell’interesse generale, mai personale.

Più gravi sono i danni alla Città di Terracina, ingiustamente dipinta come un’Amministrazione dedita al malaffare, e ai tanti Cittadini che con la libera espressione del voto hanno ritenuto di darmi fiducia. Quel voto, espressione essenziale e insopprimibile del nostro sistema democratico, è stato mortificato e offeso con un colpo solo, ora annullato ma i cui effetti si sono irrimediabilmente prodotti oltre che sulla mia persona, sulla Cittadinanza.

Mi auguro che gli Organi di stampa, dopo aver condiviso senza critiche il provvedimento che ha disposto il mio arresto, sappiano operare in piena coscienza delle riflessioni più equilibrate e valutare in modo obiettivo la triste vicenda che mi ha colpito. Nell’interesse della Democrazia, soprattutto: perché di questo passo, nessuno assumerà più l’onere di amministrare una Città“.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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