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Tirrito: “Finalmente si scopre il collegamento tra mafia e certi concerti neomelodici”

"Per prima ho sollevato il problema, in parte inascoltata, ma oggi la verità sta venendo fuori. Non è difficile capire che siano parte di un'unica strategia"

“I concerti di piazza sono l’occasione per la mafia di mostrare il proprio potere. E’ la nuova tesi investigativa che a Palermo ha permesso di alzare il velo di indifferenza verso uno di quei fenomeni, come l’avvento di certi neomelodici, sul quale mi sto battendo da tempo, per prima, e in parte fino a oggi inascoltata”.

E’ l’analisi di Maricetta Tirrito, portavoce del Co.G.I., dopo la notizia del presunto monopolio “artistico” a Porta Nuova imposto dai boss locali. “Le feste rionali, così come i concerti di piazza – spiega Tirrito – servono a indottrinare i giovani proponendogli il modello del mafioso come modello di successo e il poliziotto come ostacolo a quel successo. Un’attività subdola, perché poco riconoscibile come studiata a tavolino, spesso derubricata come giovanile espressione di intolleranza alla regole, a volte come fenomeno di costume e nulla più.

Niente di più sbagliato. Le finanze impiegate per far emergere certi neomelodici, il fatto di portarli in giro per l’Italia a veicolare il messaggio anti-Stato, sta facendo proseliti, minando le generazioni future. Combattere la cultura mafiosa vuol dire fare attenzione ai messaggi che si lanciano alle folle.

Pensare che sia un moto reazionario giovanile – conclude Tirrito – è quantomeno ingenuo, potenzialmente dannosissimo. Non a caso i neomelodici impegnati in questo tipo di attività non si sono mai dissociati dai messaggi mafiosi che veicolano, né dalle loro famiglie, né dai crimini commessi. Per prima ho sollevato il problema, in parte inascoltata, ma oggi la verità sta venendo fuori. Non è difficile capire che siano parte di un’unica strategia”.

(Il Faro online)
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