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Cadavere in mare a Fiumicino: identificato il corpo

L'uomo è stato riportato a riva da un gruppo di surfisti che hanno notato un corpo galleggiare

Fiumicino – Si chiamava Mauro Piccinelli, l’uomo trovato senza vita ieri, 18 agosto, nelle acque antistante la spiaggia di Pesce Luna (leggi qui) Si tratta di un tassista romano di 56 anni che sembra fosse un frequentatore abituale di quel tratto di spiaggia. Qualcuno, anche nelle scorse ore, sembra averlo visto passeggiare sulla battigia, come succedeva spesso.

L’idea che si sta facendo sempre più spazio, quindi, è che sia stato trascinato dalle onde. Non è escluso però che si sia trattato di un malore, l’ennesimo sulle spiagge del litorale romano. Ma per ora si tratta solo di ipotesi: bisognerà aspettare l’esito delle indagini dei Carabinieri e della Guardia Costiera, intervenuti sul posto, per capire le cause del decesso.

A riportare a riva il cadavere è stato un gruppo di surfisti. A seguire sono intervenute le forze dell’ordine che nel giro di pochissime ore sono riuscite a risalire all’identità dell’uomo rinvenuto in mare con il solo costume da bagno.

Quello di giovedì è il secondo cadavere ritrovato nelle acque antistanti le acque del litorale romano. All’indomani di Ferragosto, infatti, a Ostia, un anziano era sugli scogli della spiaggia Senape quando, all’improvviso, poco prima delle ore 19, si sarebbe accasciato, cadendo in acqua. Soccorso dai presenti e dal bagnino del lotto vicino, che stava per finire il turno, il bagnante è stato subito portato sulla battigia, dov’erano nel frattempo arrivati, con l’eliambulanza, i soccorritori di Ares 118.

Vani, però, i tentativi di rianimazione da parte del personale sanitario intervenuto: per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Presenti sul luogo anche la Guardia Costiera e la Polizia di Stato.

La Senape è una delle spiagge libere di competenza municipale i cui servizi (di salvataggio, ma non solo) non sono mai stati affidati: dall’inizio della stagione, infatti, in quel lotto non c’è nessuno a garantire l’assistenza ai bagnanti.

“Se ci fossero stati i bagnini su quella spiaggia, le cose sarebbero potute andare diversamente – sostiene Silvano Terenzio, presidente della sezione Lazio dell’Associazione nazionale assistenti bagnanti (Anab) -. Il Comune dovrebbe garantire la sorveglianza e la sicurezza dei cittadini ma fino ad adesso, nonostante tante promesse, nulla è stato fatto in tal senso. Abbiamo dovuto aspettare la tragedia”.

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