l'intervento

Mario Baccini: “Investire sulla disabilità per una città realmente solidale”

30 agosto 2022 | 17:32
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Mario Baccini: “Investire sulla disabilità per una città realmente solidale”

Il leader del centrodestra: “Chiedo: è stato fatto un censimento reale delle attuali esigenze territoriali rispetto a questo tema?”

Fiumicino – “Da tempo sono impegnato sul tema della disabilità, e le ultime vicende accadute non fanno che convincermi ancora di più che Fiumicino ha bisogno di un cambio di passo su questo versante”. A parlare è il leader del centrodestra a Fiumicino, Mario Baccini.

Era ottobre 2021 quando decisi, con la Fondazione Foedus e Primo Consumo, l’associazione che da anni opera a Fiumicino a sostegno dei diritti dei consumatori, di organizzare presso il Centro Commerciale Leonardo, da sempre attento alle tematiche sociali del territorio, un seminario sulla disabilità.

Fu l’occasione per parlare della  “Convenzione ONU sui diritti dei disabili”, in vista della “Giornata Internazionale delle persone con Disabilità” (riconosciuta nel 1993 anche come Giornata Europea delle Persone con Disabilità dalla Commissione Europea, in accordo con l’Organizzazione delle Nazioni Unite).

Ecco, da allora non si è fatto molto per declinare sui territori quei principi fondamentali di rispetto della persona e delle sue esigenze. Piuttosto c’è stata una gestione emergenziale e approssimativa. Le ultime proteste a Fiumicino, per la chiusura della Casa di Daniele, casa famiglia, ne sono la prova.

Aggiungo: ho presentato in Consiglio comunale un ordine del giorno, approvato all’unanimità, per la nomina di un garante per le disabilità; ma da allora ancora nulla di fatto.

Mi chiedo, e chiedo all’Amministrazione, se davvero sia mai stato fatto un censimento delle reali esigenze del territorio, delle possibili utenze che, ad oggi, non sono state raggiunte dai Servizi sociali. Ce ne sono all’Isola Sacra, ma mi risulta che ce ne siamo molte nel nord del territorio comunale, famiglie che si sentono completamente abbandonate dalle istituzioni.

Mi chiedo se non fosse stato il caso di potenziare le strutture esistenti invece di chiuderle, così come mi chiedo quale futuro si prospetta per le attività attualmente ancora operative. In mancanza di un piano organico, previo censimento delle necessità, tutto è lasciato alla discrezionalità dei singoli, ed è evidente che in un campo come questo non è accettabile.

Mi chiedo, inoltre, che fine faranno i soldi già stanziati in Bilancio per la Casa di Daniele, a quale ‘capitolo’ verranno destinati, e se resteranno nel sociale a chi verranno dati.

Tutte domande che restano su una vicenda che è solo la punta dell’iceberg di un disagio sociale tanto invisibile quanto diffuso.

La mia idea di città è quella di una città realmente inclusiva, e non solo per slogan; una città che prenda decisioni solo dopo aver monitorato il territorio e sentito le persone coinvolte, una città dove le esigenze della disabilità diventino una voce di spesa importante, e non di contrazione di investimenti. Ad oggi siamo molto lontani da quell’idea…”

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