Roma, odore nauseabondo e gravi carenze igienico-sanitarie: maxi multa per un alimentari

7 settembre 2022 | 17:47
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Roma, odore nauseabondo e gravi carenze igienico-sanitarie: maxi multa per un alimentari

All’interno trovata anche carne in pessimo stato di conservazione e 60 chili di alimenti privi di tracciabilità.

Roma – Odore nauseabondo, pessime condizioni igienico sanitarie degli ambienti e delle attrezzature, carni e prodotti mal conservati sono tra le principali anomalie rilevate dalla Polizia Locale nel corso dei controlli presso un negozio di alimentari, sito nella zona di Montesacro. Stava svolgendo una serie di verifiche di polizia amministrativa presso gli esercizi commerciali nei quartieri del III Municipio, la pattuglia del III Gruppo Nomentano dei caschi bianchi che, intervenuta presso un esercizio dedito alla vendita di alimenti, ha riscontrato irregolarità tali da portare alla chiusura immediata dell’attività.

Gli agenti, diretti dal Dott. Emauele Moretti, fin dall’inizio degli accertamenti hanno potuto notare una scarsa pulizia dei locali e di alcune attrezzature, avvertendo inoltre un cattivo e persistente odore presente in tutti gli ambienti. Avviata un’accurata ricognizione, gli operanti hanno trovato nel retronegozio carni bovine e pollame, in cattivo stato di conservazione, in parte appesi al muro o accatastati a terra. A seguito di ulteriori controlli, è stato possibile accertare anche le pessime condizioni igieniche delle celle frigorifere e la presenza, tra le merci merce poste in vendita, di oltre 60 chili di prodotti alimentari confezionati, nonché di frutta e verdura esposta, privi delle indicazioni obbligatorie relative alla tracciabilità e provenienza.

Data la gravità della situazione e i pericoli derivanti per la salute degli avventori, gli agenti hanno chiesto subito l’intervento del personale Asl che, a seguito di ispezione, ha disposto l’immediata chiusura dell’esercizio, unitamente alla distruzione di tutti gli alimenti, privi dei requisiti igienici e in contrasto con le norme previste in materia di sicurezza alimentare. Nei confronti del gestore sono state elevate sanzioni per un ammontare complessivo di circa 2400 euro.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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