Lavoro, il monito del Papa: “Basta donne in attesa di un figlio cacciate via”

12 settembre 2022 | 15:40
Share0
Lavoro, il monito del Papa: “Basta donne in attesa di un figlio cacciate via”
Lavoro, il monito del Papa: “Basta donne in attesa di un figlio cacciate via”
Lavoro, il monito del Papa: “Basta donne in attesa di un figlio cacciate via”
Lavoro, il monito del Papa: “Basta donne in attesa di un figlio cacciate via”
Lavoro, il monito del Papa: “Basta donne in attesa di un figlio cacciate via”
Lavoro, il monito del Papa: “Basta donne in attesa di un figlio cacciate via”

In Vaticano l’udienza del Pontefice a Confindustria: “Fare figli oggi è questione patriottica”. Poi l’appello al “lavoro per tutti, soprattutto per i giovani: le imprese senza giovani perdono innovazione, energia, entusiasmo”

Città del Vaticano – Basta donne in attesa di un figlio cacciate via. A ribadirlo, a braccio, è Papa Francesco, che questa mattina ha ricevuto nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, in udienza i membri di Confindustria. Il Pontefice, che alla vigilia del Viaggio Apostolico in Kazakistan si presenta sul palco senza sedia a rotelle ma col bastone, racconta uno dei drammi lavorativi della nostra società: “Alle volte, una donna che è impiegata qui o lavora là, ha paura a rimanere incinta, perché c’è una realtà (non dico tra voi, ma c’è una realtà): appena incomincia ad avere la pancia, la cacciano via. ‘No, no, tu non puoi rimanere incinta’. Per favore, questo è un problema delle donne lavoratrici: studiatelo, vedete come fare che una donna incinta possa andare avanti, sia con il figlio che aspetta e sia con il lavoro”. Bergoglio ricorda quindi che è “un brutto inverno demografico, che va contro di noi e ci impedisce questa capacità di crescere. Oggi fare i figli è una questione, io direi, patriottica, pure, per portare il Paese avanti”.

Nel suo discorso, il Papa parla anche di salario: “E’ vero che nelle imprese esiste la gerarchia, è vero che esistono funzioni e salari diversi, ma i salari non devono essere troppo diversi”. “Oggi – sottolinea – la quota di valore che va al lavoro è troppo piccola, soprattutto se la confrontiamo con quella che va alle rendite finanziarie e agli stipendi dei top manager”. “Se la forbice tra gli stipendi più alti e quelli più bassi diventa troppo larga – avverte – si ammala la comunità aziendale, e presto si ammala la società. Adriano Olivetti, un vostro grande collega del secolo scorso, aveva stabilito un limite alla distanza tra gli stipendi più alti e quelli più bassi, perché sapeva che quando i salari e gli stipendi sono troppo diversi si perde nella comunità aziendale il senso di appartenenza a un destino comune, non si crea empatia e solidarietà tra tutti; e così, di fronte a una crisi, la comunità di lavoro non risponde come potrebbe rispondere, con gravi conseguenze per tutti”.

“Il valore che voi create dipende da tutti e da ciascuno: dipende anche dalla vostra creatività, dal talento e dall’innovazione, ma dipende anche dalla cooperazione di tutti, dal lavoro quotidiano di tutti. Perché – aggiunge il Santo Padre – se è vero che ogni lavoratore dipende dai suoi imprenditori e dirigenti, è anche vero che l’imprenditore dipende dai suoi lavoratori, dalla loro creatività, dal loro cuore e dalla loro anima: dipende dal loro ‘capitale’ spirituale”.

Francesco parla poi più in generale del lavoro e della crisi odierna: “Una delle gravi crisi del nostro tempo è la perdita di contatto degli imprenditori col lavoro: crescendo, diventando grandi, la vita trascorre in uffici, riunioni, viaggi, convegni, e non si frequentano più le officine e le fabbriche. Si dimentica ‘l’odore’ del lavoro, non si riconoscono più i prodotti ad occhi chiusi toccandoli; e quando un imprenditore non tocca più i suoi prodotti, – avverte ancora il Papa – perde contatto con la vita della sua impresa, e spesso inizia anche il suo declino economico”.

Poi, un pensiero rivolto agli imprenditori: “Nel mercato ci sono imprenditori ‘mercenari’ e imprenditori simili al buon pastore che soffrono le stesse sofferenze dei loro lavoratori, che non fuggono davanti ai molti lupi che girano attorno. La gente sa riconoscere i buoni imprenditori” fa notare il Santo Padre. Che ribadisce: “Questo tempo non è un tempo facile per voi e per tutti. Anche il mondo dell’impresa sta soffrendo molto. La pandemia ha messo a dura prova tante attività produttive, tutto il sistema economico è stato ferito. E ora si è aggiunta la guerra in Ucraina con la crisi energetica che ne sta derivando. In queste crisi soffre anche il buon imprenditore, che ha la responsabilità della sua azienda, dei posti di lavoro, che sente su di sé le incertezze e i rischi”.

Infine, un appello al “lavoro per tutti in particolare per i giovani che – osserva Bergoglio – hanno bisogno della vostra fiducia, e voi avete bisogno dei giovani, perché le imprese senza giovani perdono innovazione, energia, entusiasmo”. “Da sempre – sottolinea – il lavoro è una forma di comunione di ricchezza: assumendo persone voi state già distribuendo i vostri beni, state già creando ricchezza condivisa. Ogni nuovo posto di lavoro creato è una fetta di ricchezza condivisa in modo dinamico. Sta anche qui la centralità del lavoro nell’economia e la sua grande dignità”.

Tomassetti: “Ripartire dalla dignità del lavoro”

“L’odierna udienza di Confindustria da Papa Francesco coglie aspetti chiave non solo per il mondo delle imprese, ma per tutto il Paese. Riportare al centro la valenza sociale del Lavoro rappresenta un monito sia per chi fa impresa – perché è suo dovere rifuggire la mera speculazione finanziaria- sia per il governo cui spettano quelle decisioni in grado di determinare le dinamiche occupazionali ed economiche dell’Italia. Il Lavoro degno è un aspetto su cui riflettere, e le risposte del Santo Padre sui temi del giusto salario e del supporto alle famiglie devono più che mai entrare nel dialogo tra parti sociali e politica, perché solo così possiamo creare un baluardo alla povertà gettando le basi per un nuovo sviluppo. Le parole del Presidente Bonomi e di Papa Francesco oggi siano uno stimolo per tutti a fare di più e meglio”, dice Floriana Tomassetti, vice presidente Anip Confindustria (Associazione nazionale imprese di pulizia e servizi integrati) con delega alla Cultura d’impresa, e amministratore unico di Ecosfera Servizi Spa, a margine dell’incontro col Pontefice.

Mattioli: “Imprese pronte a cogliere messaggio del Papa, ora dialogo con le Istituzioni”

“L’ udienza di Confindustria in Vaticano rappresenta un momento di grande valenza per tutte le imprese: le parole del Papa, con quelle del presidente Bonomi, sono uno stimolo a fare meglio oltre che essere un riconoscimento al valore sociale delle imprese, richiamando non solo al ruolo economico che esse rivestono all’interno del sistema Paese. Ripartire dalla dignità del Lavoro, uscire dalla logica dei sussidi, tutelare le famiglie, le donne e i giovani: come rappresentante delle imprese dei Servizi condivido pienamente questi aspetti, ma ora occorre la massima condivisione anche da parte delle istituzioni. Il dialogo deve ripartire oggi, in maniera costruttiva, per gettare le basi di un solido patto di fiducia tra mondo produttivo e lavoratori, sancito in un momento che non ha precedenti nella storia europea più recente. Il tema dell’equità sociale e della forbice salariale non può lasciarci indifferenti: senza demonizzare alcuno, oggi devono guidarci sostenibilità, dignità, pari opportunità”, il commento di Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi Hcfs e di Efci, l’associazione europea delle imprese dei Servizi, al termine dell’udienza con Papa Francesco.

Il Faro online (Foto © Vatican Media) –Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
ilfaroonline.it è su TELEGRAM. Per iscriverti al canale Telegram con solo le notizie di Papa & Vaticano, clicca su questo link.
ilfaroonline.it è anche su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte