Il Fatto

Latina. Falsi certificati per l’esenzione dal vaccino anti-Covid: indagati medico e avvocato

14 settembre 2022 | 11:51
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Latina. Falsi certificati per l’esenzione dal vaccino anti-Covid: indagati medico e avvocato

I Nas di Latina stanno indagando sui certificati e le consulenze da parte di un’avvocatessa del Foro di Latina e di un medico di medicina generale in convenzione con l’Asl Roma 6 distretto di Ardea-Pomezia

Latina – I carabinieri del Nas di Latina hanno dato esecuzione a “un’ordinanza di applicazione di due misure cautelari, una agli arresti domiciliari, una interdittiva del divieto di esercizio della professione medica per la durata di un anno, emesse dal gip del tribunale di Velletri rispettivamente nei confronti di un’avvocatessa del Foro di
Latina e di un medico di medicina generale in convenzione con l’Asl Roma 6 distretto di Ardea-Pomezia, in quanto indagati in concorso per falsità ideologica in atti pubblici”. E’ quanto si legge ina una nota del Nas di Latina.

Le indagini, coordinate dalla procura di Velletri, sono state avviate a marzo 2022 dai militari del Nucleo antisofisticazioni e sanità pontino nell’ambito di attività di informativa d’iniziativa. Secondo il Nas, “è emerso un radicato e diffuso sistema illecito in cui un medico di medicina generale si prestava a rilasciare falsi certificati di esenzione alla vaccinazione Covid-19, in violazione dei propri doveri e in assenza delle necessarie condizioni cliniche documentate, su richiesta di numerose persone che intendevano proseguire la propria attività lavorativa senza ottemperare all’obbligo vaccinale”.

Le investigazioni condotte hanno permesso di accertare “che nell’attività illecita il sanitario si avvaleva della complicità di un’avvocatessa, la quale – prosegue la nota del Nas – dietro pagamento di somme di denaro, gli procacciava pazienti interessati al rilascio dei certificati di esenzioni allo scopo di non incorrere nella prevista sospensione dal lavoro, emettendo per le somme ricevute (pari a 150 euro a persona) false fatture con cui attestava prestazioni di consulenza legale di fatto mai effettuate”. Il procedimento è attualmente pendente in fase di indagine e l’effettiva responsabilità dei destinatari delle misure cautelari saranno vagliate nel corso del successivo processo.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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