Il progetto

Giovani più consapevoli nell’uso del web: a Maccarese la presentazione dei risultati del progetto “Abcyber”

26 settembre 2022 | 16:07
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Alfabetizzazione, sensibilizzazione e prevenzione sono le parole chiave del progetto che ha educato gli studenti sui temi della privacy, del consenso e della viralità

Fiumicino – “Non parlare di loro, ma parlare con loro”: questo uno dei principi fondanti di Abcyber, il progetto volto ad alfabetizzare i più giovani, per un uso sicuro e consapevole del web. Alfabetizzazione, sensibilizzazione e prevenzione sono, infatti, le parole chiave del progetto, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado (terza media, primo e secondo superiore) del Comune di Fiumicino, l’Emilio Segrè e il liceo Leonardo Da Vinci.

“Abcyber” è uno dei 100 progetti vincitori del Bando VitaminaG del programma GenerAzioniGiovani.it e finanziato dalle Politiche giovanili della Regione Lazio e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per la Gioventù. Il progetto, ideato dall’associazione giovanile Cons.Crim. – Consulenze Criminologiche, partito nell’ottobre 2021 (leggi qui) è giunto al termine, dopo un anno di attività – teoriche ed esperienziali – svolte in aula, in cui sono stati affrontati i temi della privacy, del consenso e della viralità. Questa mattina, 26 settembre 2022, la presentazione da parte delle referenti del progetto Giulia Perrone e Roberta Brega, dei risultati ottenuti, nel corso dell’evento di chiusura tenutosi presso la Casa della Partecipazione di Maccarese.

“Con questo progetto, abbiamo avuto la possibilità di colmare un gap importantissimo – ha spiegato Lorenzo Sciaretta, delegato alle Politiche Giovanili del Presidente della Regione Lazio -, quello del sensibilizzare i giovani ad un uso consapevole del web e dei dispositivi digitali. Le nuove generazioni, infatti, rappresentano il nostro futuro, ma dobbiamo dare loro gli spazi e gli strumenti adatti per crearlo”.

Una delle priorità del progetto Abcyber è stata quella di trattare lo scambio di foto e materiali personali tramite il web e i social, insegnando ai giovani cosa significa dare o ricevere consenso e quanto sia sottile la linea che li divide: “Iniziative come questa hanno la capacità di allargare l’orizzonte, non solo nostro, ma soprattutto quello delle nuove generazioni – ha commentato Arcangela Galluzzo, delegata alla Legalità del Comune di Fiumicino -. E’ vero che rappresentano il futuro, ma abbiamo il dovere di occuparci di loro nel presente, spiegare loro a cosa si va incontro se si diventa autori o vittime di un reato sul web e come fare per rimanere all’interno della legalità”.

Molto spesso, infatti, i giovani non si rendono conto delle conseguenze, anche penali, a cui possono andare incontro anche solo pubblicando sui social una foto altrui o commettendo azioni di cyberbullismo: “Il 18enne che è stato aggredito con una coltellata, in seguito ad una lite iniziata in chat con un suo coetaneo, è mio nipote – ha raccontato la consigliera della Regione Lazio Michela Califano -. Un ragazzo che aveva creato una propria stanza digitale, in cui sono entrate impropriamente altre persone. Intromettendosi nel suo spazio e insultandolo. Questo ci serve da monito e ci fa ricordare come queste iniziative siano fondamentali per prevenire. Dobbiamo rassegnarci all’idea che oggi il mondo digitale fa parte della nostra vita, ma dobbiamo imparare ad usarlo per mettere la nostra persona al riparo da episodi spiacevoli come questo”.

“Questi fenomeni, purtroppo, accadono spesso nel nostro territorio – ha commentato Anna Maria Anselmi, assessora al Bilancio e alle Pari Opportunità del Comune di Fiumicino -. Episodi che iniziano dal web, per posi sfociare nel mondo reale e che hanno portato a spiacevoli episodi, provocando anche la morte di giovanissimi ragazzi. Per questo la nostra Amministrazione ha sostenuto con entusiasmo questo progetto: per far conoscere ai giovani come prevenire questi eventi”.

I risultati del progetto

“Con la piattaforma Abcyber game, abbiamo permesso ai giovani studenti di imparare divertendosi – ha spiegato la dottoressa Giulia Perrone -. Con questo gioco virtuale, abbiamo ricostruito una serie di scenari cyber a rischio: uno di adescamento online, uno di cyberbullismo e uno di revenge porn. I ragazzi hanno potuto confrontarsi direttamente in questi scenari. Alla fine di ognuno di essi, i ragazzi  ricevevano una raccomandazione sul comportamento da seguire: gli veniva detto di quale reato, dai minori ai più gravi, potevano essere vittime o autori,  Al termine del gioco, i ragazzi hanno ottenuto un punteggio finale in termine di consapevolezza digitale: partendo dal 74,9% nel novembre 2021, si è passati al 78,1%, fino ad arrivare all’85,8% nel giugno 2022. Abbiamo registrato, quindi, un miglioramento di circa l’11% in 8 mesi di lezione (36 mesi di lavoro per ogni classe).

Questo significa indirettamente che i ragazzi saranno più pronti a riconoscere, ad esempio, un tentativo di adescamento, potranno intercettarlo e prevenirlo, così come tutte le conseguenze reali che ne possono derivare, sia come vittime che come potenziali autori”.

“Non abbiamo parlato solo di cyberbullismo, – ha spiegato la dottoressa Roberta Brega – un contenitore grandissimo dove all’interno ci sono tantissimi reati e comportamenti devianti .Noi abbiamo parlato anche di tutte quelle condotte cyber e illecite come la diffusione del materiale a contenuto sessualmente esplicito, perché siamo partiti a parlare del consenso. È importante, infatti,  partire dai valori e dal rispetto dell’altro prima di spiegare ai giovani a cosa possono andare incontro ed ai rischi che possono correre sul web”.

“Grazie a Roberta e Giulia, oggi siamo più consapevoli quando navighiamo sul web e agiamo con meno leggerezza – è il commento degli studenti che hanno partecipato al progetto Abcyber -. Ora sappiamo che se vediamo qualcosa di sbagliato, non dobbiamo restare a guardare e che dobbiamo metterci nei panni dell’altro, parlare di persona e capire le sue emozioni di fronte a un messaggio, un commento o un post, che può arrivare tramite i social”.

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