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L’annuncio di Mosca: il 30 settembre l’annessione alla Russia dei territori ucraini

29 settembre 2022 | 13:17
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L’annuncio di Mosca: il 30 settembre l’annessione alla Russia dei territori ucraini

L’annuncio del Cremlino: domani la cerimonia con la firma dei trattati sull’adesione. Ue e Usa: “Referendum illegali, è stata una farsa. Non riconosciamo l’annessione”

Mosca – Domani alle 14 ora italiana si terrà la cerimonia di firma dei trattati sull’adesione alla Russia dei territori dell’Ucraina dove si è appena tenuto un referendum bollato da Kiev e dalla comunità internazionale come una farsa. Lo ha riferito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, precisando che la cerimonia si terrà nella Sala Georgievsky. Peskov, citato dall’agenzia Interfax, ha anticipato che il presidente Vladimir Putin terrà un discorso. A margine, ha aggiunto, il presidente russo incontrerà i leader delle autoproclamate Repubbliche di Luhansk e Donetsk nonché delle regioni di Kherson e Zaporozhzhia.

Usa e Ue: “Non riconosciamo l’esito del referendum”

Gli Stati Uniti non riconosceranno “mai” le annessioni alla Russia delle regioni dell’Ucraina orientale, dopo referendum “illegali e illegittimi”. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, secondo cui, “sulla base delle nostre informazioni, ogni aspetto di questo processo referendario è stato prestabilito e orchestrato dal Cremlino”. Washington si opporrà al riconoscimento dei territori annessi “anche all’Onu – ha detto ancora Jean-Pierre – A prescindere dalle rivendicazioni della Russia, questo rimane territorio ucraino”.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto oggi una nuova conversazione telefonica con il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Il colloquio – informa Palazzo Chigi – si è incentrato “sugli ultimi sviluppi della situazione sul terreno e sui ‘referenda’ illegali indetti dalla Federazione Russa nelle zone occupate del Donbass, di Kherson e di Zaporizhzhia. Il presidente Draghi ha assicurato che l’Italia non riconoscerà l’esito dei ‘referenda’ e ha confermato il continuo sostegno da parte del governo italiano alle Autorità e alla popolazione ucraina in tutti gli ambiti”. I leader delle autorità filorusse delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk e quelli delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia – sotto occupazione russa – sono intanto andati a Mosca per chiedere l’adesione alla Russia dopo i referendum. “Lo storico volo con i leader dei territori liberati è atterrato a Mosca. E’ storia, e a lieto fine”, ha commentato il numero due dell’amministrazione militare e civile di Kherson, Kiril Stremusov, in un messaggio su Telegram corredato di fotografie. “Le regioni di Kherson e Zaporizhzhia, così come le Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk si sono riunite a Mosca per prendere una decisione storica. Molto presto ci convertiremo in nuovi sudditi della Federazione russa. Vi racconteremo questo a breve, ma già sarà un paese molto cambiato e una storia completamente differente”, ha aggiunto. Mosca conta sui voti celebrati in Ucraina – che le autorità di Kiev e i governi occidentali non considerano in alcun modo validi – per legittimare la propria occupazione.

La posizione di Berlino nei riguardi dei territori ucraini occupati dove le autorità filorusse hanno indetto referendum di adesione a Mosca non cambia. A chiarirlo è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz in un’intervista alla Neue Osnabrücker Zeitung. “Non accetteremo l’esito di questi referendum farsa e il nostro sostegno all’Ucraina proseguirà inalterato”, ha affermato Scholz, con riferimento al voto indetto in quattro regioni dell’Ucraina sotto occupazione russa, Kherson, Donetsk, Luhansk e Zaporizhzhia. Scholz si è poi detto favorevole a concedere l’asilo agli obiettori di coscienza russi. “Sono favorevole ad offrire loro protezione – ha dichiarato -. Naturalmente devono prima sottoporsi ad un controllo di sicurezza, così sapremo chi facciamo entrare nel paese”. Il presidente russo Vladimir Putin sta collezionando un errore dopo l’altro, dice quindi convinto il cancelliere tedesco parlando dell’ordine di mobilitazione di Putin. Il presidente della Federazione russa “potrebbe mettere fine a questa guerra immediatamente ritirando le proprie truppe e concentrandosi poi sui colloqui con Kiev”, ha affermato Scholz. (fonte Adnkronos)