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Al San Paolo di Civitavecchia il primo impianto di defibrillatore sottocutaneo al San Paolo

13 ottobre 2022 | 16:53
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Al San Paolo di Civitavecchia il primo impianto di defibrillatore sottocutaneo al San Paolo

Per il San Paolo di Civitavecchia si tratta del primo intervento di questo genere e che, d’ora in poi, rientrerà nell’offerta sanitaria dell’azienda

Civitavecchia – L’equipe della UOC Cardiologia, guidata dal dottor Sergio Calcagno, e quella di Rianimazione e Anestesia hanno impiantato con successo un defibrillatore sottocutaneo in un paziente affetto da cardiomiopatia ipertrofica istruttiva. Per il San Paolo di Civitavecchia si tratta del primo intervento di questo genere e che, d’ora in poi, rientrerà nell’offerta sanitaria dell’azienda.

L’intervento è stato eseguito dal direttore Uoc Cardiologia, il dottor Sergio Calcagno, e con lui in sala operatoria erano presenti i professionisti ospedalieri delle diverse discipline interessate: il dottor Ferdinando Ricci, primario della UOC Anestesia e Rianimazione, la CPSI dottoressa Sabrina De Giovanni, il Tecnico della Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare il dottor Giovanni Biscotti.

“Il defibrillatore cardioverter – ha spiegato lo specialista Calcagno – è impiantabile per via sottocutanea (sottopelle) ed è progettato per somministrare una defibrillazione (una scossa elettrica) salvavita in caso di arresto cardiaco improvviso. Il dispositivo entra in azione quando rileva un ritmo cardiaco pericolosamente accelerato e invia un potente impulso elettrico al cuore per ripristinarne il ritmo normale”.

L’ICD sottocutaneo, quindi, è un presidio salvavita per quei pazienti che soffrono di patologie cardiache comuni come l’infarto del miocardio, la cardiomiopatia dilatativa con conseguenti scompensi cardiaci, la cardiomiopatia ipertrofia ostruttiva o aritmogena dei ventriocoli dx e sx. Patologie queste, che possono innescare un arresto cardiaco improvviso e, se non si interviene nei primi minuti della manifestazione, può condurre il soggetto alla morte.

“Poter offrire al San Paolo questo tipo di intervento è molto importante soprattutto per trattare i pazienti più giovani – ha aggiunto il dirigente – il trattamento di particolari patologie cardiache con questo tipo di defibrillatore porta notevoli benefici dal momento che lascia intatti cuore e vasi sanguigni. Si evitano le complicanze tipiche, come infezioni sistemiche e la necessità di rimuovere o sostituire gli elettrocateteri”.

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