Il capo della Chiesa ucraina incontra il Papa: in dono la scheggia di una mina russa

7 novembre 2022 | 17:44
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Il capo della Chiesa ucraina incontra il Papa: in dono la scheggia di una mina russa

Shevchuk ha portato in dono al Santo Padre il frammento di una mina russa che ha distrutto la facciata dell’edificio della chiesa greco-cattolica di Irpin

Città del Vaticano – In attesa dell’annuncio del Viaggio Apostolico a Kiev (e a Mosca?), Papa Francesco ha incontrato questa mattina in Vaticano, Sviatoslav Shevchuk, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina.

Shevchuk ha portato in dono al Santo Padre il frammento di una mina russa che ha distrutto la facciata dell’edificio della chiesa greco-cattolica di Irpin. Shevchuk ha riferito che il Papa “ha assicurato che sta al fianco del popolo ucraino in preghiera e azione”.

Il capo della Chiesa greco-cattolica Ucraina ha poi sottolineato come la guerra in Ucraina sia una guerra coloniale “e le proposte di pace che vengono dalla Russia sono proposte di pacificazione coloniale. Queste proposte implicano la negazione dell’esistenza del popolo ucraino, della sua storia, cultura e anche la Chiesa. È la negazione dello stesso diritto all’esistenza dello Stato ucraino, riconosciuto dalla comunità internazionale con la sua sovranità e integrità territoriale”.

L’incontro, si legge sui media vaticano, è avvenuto nella Biblioteca privata del Palazzo Apostolico e successivamente, in una nota-testimonianza, l’arcivescovo maggiore di Kiev-Halic ha riferito dell’udienza, ribadendo di aver ringraziato il Papa per tutto ciò che è stato fatto per fermare la guerra e mediare la pace, liberare gli ostaggi e prigionieri, nonché di aver ricevuto rassicurazione che il Papa non smette di essere vicino al popolo ucraino in preghiera e azione.

Il Papa, si legge nella nota diffusa dal Segretariato dell’Arcivescovo Maggiore a Roma, ha assicurato l’impegno della Santa Sede per la pace e ha incoraggiato la Chiesa del Paese est europeo a essere accanto alla popolazione. Un impegno che il presule ucraino ha evidenziato con grande intensità, raccontando a Francesco ciò che ha visto visitando i territori più colpiti dalla guerra.

“Ho raccontato al Papa – si legge nella nota – del servizio dei nostri vescovi, sacerdoti, monaci e monache nei territori attualmente occupati (…) Ho spiegato che ogni nostra cattedrale, chiesa e monastero sono diventati centri di rifugio, accoglienza e servizio umanitario”. Un lavoro strutturato in un piano pastorale per il 2023, anche questo presentato al Papa che contempla il servizio ai deboli e agli sfollati.(foto © Vatican Media)

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