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Il Kazakistan guarda all’Europa: elezioni e riforme per modernizzare il cuore dell’Asia

7 novembre 2022 | 17:28
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Il Kazakistan guarda all’Europa: elezioni e riforme per modernizzare il cuore dell’Asia

A colloquio con Yerbolat Sembaye, ambasciatore del Kazakistan a Roma: “Le prossime elezioni saranno le più competitive della storia del Kazakhstan. Sono in corsa sei candidati con visioni politiche diverse, il che offre agli elettori un’ampia scelta. Inoltre, per la prima volta nella nostra storia, due donne si candidano alla presidenza. Questo è un altro passo importante nello sviluppo democratico del Kazakhstan”

Roma – Riforme politiche, economiche e sociali: il Kazakistan, cuore dell’Asia, strizza l’occhio all’occidente e guarda agli stati europei come modello per portare finalmente a compimento il programma di modernizzazione avviato oramai da qualche anno.

Di questo e delle imminenti elezioni presidenziali se n’è discusso con l’ambasciatore kazako a Roma, Yerbolat Sembaye. Il popolo del Kazakistan, infatti, il 20 novembre è chiamato alle urne per eleggere il nuovo presidente: sei in tutto i candidati, con opinioni politiche diverse, tra cui anche due donne. Ed è la prima per lo stato crocevia tra Oriente e Occidente che questo accade: “Facciamo passi concreti nell’uguaglianza di genere, visto che finora le donne avevano delle limitazioni – ha precisato l’ambasciatore -. Tra pochi giorni i nostri concittadini si esprimeranno sulla strada di sviluppo futuro del Kazakistan”.

Tra le principali modifiche, la rimodulazione della durata del mandato presidenziale: da un massimo di due (della durata di cinque anni) si va verso un unico mandato di sette anni, senza rielezione: “Questo serve a rafforzare la democrazia”, il commento di Yerbolat Sembaye.

L’obiettivo, infatti, è creare una repubblica presidenziale con un forte Parlamento. Parlamento che, per il 30 per cento, sarà eletto dal popolo, col compito anche di dare “la fiducia” al nuovo esecutivo. Il Presidente infatti sceglierà i suoi ministri, ma il loro mandato deve poi essere approvato dal Parlamento, come avviene in Italia. E il ruolo del Presidente viene completamente rinnovato: ai familiari del Capo dello Stato sarà vietato, ad esempio, di ricoprire ruoli in aziende ed apparati statali. In chiave politica, il Presidente non potrà scavalcare il governo locale.

“Nascerà – annuncia l’ambasciatore – anche una Corte costituzionale. I cittadini, in questo modo, per difendere i propri diritti, possono rivolgersi direttamente alla Corte. Il nostro è un popolo pronto al cambiamento, un cambiamento approvato dalla stragrande maggioranza dei kazaki, il 77 per cento, che il 5 giugno scorso ha votato a favore del referendum indetto proprio sulla riforma costituzionale”.

“In Kazakistan – aggiunge  Yerbolat Sembaye – è in atto un percorso di democratizzazione e modernizzazione senza precedenti. Sarà più facile far nascere nuovi partiti (il numero delle firme si abbassa a 5mila). Lo Stato sarà più preparato nella lotta al nepotismo e alla corruzione”.

Passi in avanti anche sui diritti: “La pena di morte è stata bandita e nei prossimi mesi il Kazakistan avrà anche un  Commissario per i diritti umani con un mandato costituzionale”. Sempre in chiave costituzionale, dovrebbe essere introdotto un metodo di selezione dei giudici della Corte Suprema tramite elezioni. A tal fine, il Presidente deve presentare al Senato candidati su base alternativa, ovvero almeno due candidati per una posizione.

Inoltre, il Presidente ha annunciato un’amnistia per coloro che sono stati condannati per aver partecipato ad azioni e crimini violenti durante gli eventi di gennaio, ad eccezione delle menti e di coloro che sono accusati di tradimento dello Stato, terrorismo, estremismo e tortura. Questi crimini estremamente gravi continueranno a essere giudicati dai tribunale. Annunciati che risarcimenti economici alle famiglie bisognose di coloro che sono morti durante i disordini di gennaio.

Nell’ambito della riforma fiscale, si dovrebbe prendere in considerazione l’introduzione della cosiddetta “tassa sul lusso”. Si applicherà all’acquisto di immobili e veicoli costosi e non colpirà la classe media.  Sullo sviluppo socio-economico, le priorità saranno diverse: l’obiettivo, spiegano in ambasciata, è stimolare l’iniziativa imprenditoriale privata, allontanandosi dal capitalismo di Stato e dall’eccessivo intervento statale nell’economia. Si punta anche a una distribuzione equa del reddito nazionale con il salario minimo che sarà aumentato da 60.000 a 70.000 tenge.

In programma anche un nuovo “Fondo nazionale per i bambini”, che a partire dal 1° gennaio 2024, destinerà il 50% del reddito annuale degli investimenti del Fondo nazionale a speciali conti di risparmio per i bambini fino al compimento del 18° anno di età. Una volta raggiunta questa età, le somme accumulate saranno utilizzate per l’acquisto di un alloggio e/o per ricevere un’istruzione.

Sempre dal punto di vista economico, spiega il diplomatico kazako, l’intervento dello Stato nella determinazione dei prezzi sarà gradualmente eliminato. Faranno eccezione però i mercati non competitivi: le tariffe dei monopolisti rimarranno sotto stretto controllo per proteggere i cittadini da prezzi iniqui. In più i visti per gli “stranieri altamente qualificati” e per gli “investitori importanti” saranno semplificati e resi più accessibili. E mentre si preparano nuove leggi “sugli appalti pubblici” e misure per prevenire tutti i canali illegali per l’importazione di automobili, lo Stato prevede anche di migliorare almeno il 95% delle strade locali entro il 2025 e, entro lo stesso anno, la costruzione di strutture completamente attrezzate, come stazioni mediche e feldsher ostetriche, in 650 villaggi: in questo modo si garantirà l’accesso all’assistenza sanitaria di base a più di un milione di cittadini.

Nelle scuole si rafforzerà l’insegnamento delle scienze, della matematica e della lingua inglese. Allo stesso tempo, si continuerà a studiare sia la lingua kazaka che quella russa poiché la conoscenza di entrambe le lingue permetterà alle nuove generazione di “stare saldamente in piedi su entrambe le gambe”.

“Noi siamo davvero il crocevia geopolitico tra Russia, Europa e Stati Uniti d’America”, spiega l’ambasciatore, precisando: “Per il Kazakistan l’Ue è un partner strategico, e lo è ancora di più l’Italia. Tra tutti i paesi del Vecchio Continente, Kazakistan e Italia vantano 10 miliardi di interscambi. Questo – precisa Yerbolat Sembayev – è segno che con i nostri imprenditori si può lavorare e lavorare bene”.

Con la guerra in corso tra Russia e Ucraina però, fa notare l’ambasciatore, “abbiamo riscontrato problemi per quanto l’export e stiamo cercando altre vie per continuare ad alimentare i nostri canali. Ma – avverte – dobbiamo risolverli insieme per sfruttare i nostri buoni rapporti e così crescere da entrambe le parti”.

Rispondendo poi alle domande dei presenti, l’ambasciatore kazako precisa che ad oggi, tra Ue e Kazakistan non c’è un piano per la compravendita di gas: “Al momento non ci sono accordi, il gas che produciamo lo usiamo per uso interno”. E sulla situazione diplomatica precisa: “Il nostro presidente ha detto chiaramente che il Kazakistan non riconosce l’annessione delle repubbliche ucraine, così come non riconosce i territori autoproclamati come Taiwan.
Con Mosca – aggiunge – ci rapporti buoni politici ed economici. Con la Russia abbiamo più di 5mila chilometri di confine, abbiamo dei rapporti stretti, dovuti anche alla storia, che non si possono tagliare in un giorno. Ma per quanto riguarda il conflitto, il Kazakistan si è proposto come interlocutore tra Russia e Ucraina. Se Kiev e Mosca vorranno, noi siamo pronti a fare da mediatori”.