Tensione alta tra Parigi e Roma sui migranti: cosa sta succedendo
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Rapporti ai ferri corti tra Meloni e Macron sui migranti, Piantedosi: “L’Italia affronta questo problema da sola”
Roma – Le tensioni tra Roma e Parigi sono altissime a causa della mancata accoglienza dell’Ocean Viking.
Parigi sospende accoglienza di 3500 profughi in Italia
Se i rapporti tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni sembravano essere partiti con il piede giusto, in questo momento sono ai ferri corti. Il governo italiano, infatti, non ha autorizzato lo sbarco della nave Ocean Viking con a bordo 234 migranti. La Francia ha deciso di farsene carico: la nave sbarcherà a Tolone domani, come annunciato dal ministro dell’interno Darmanin, il quale ha accusato l’Italia di aver fatto una “scelta incomprensibile”.
La vicenda ha suscitato molto nervosismo all’Eliseo, che ha deciso di non accogliere più i 3500 rifugiati attualmente sul territorio italiano come da accordi stabiliti: “La Francia adotterà, nelle prossime ore, misure di rafforzamento dei controlli alle nostre frontiere internecon l’Italia. Sospendiamo l’insieme delle redistribuzioni dei 3500 rifugiati a beneficio dell’Italia e chiamiamo tutti gli altri partecipanti al meccanismo europeo, soprattutto la Germania, a fare altrettanto”.
La risposta del governo italiano
La risposta del governo italiano non si è fatta intendere. “Credo che la reazione francese sia sproporzionata” ha commentato Antonio Tajani, ministro degli esteri. Anche il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, tramite un tweet, dice la sua: “Stop Francia accordo sui migranti? La solidarietà europea…”
Il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, durissimo: “La solidarietà europea viene sbandierata ma l‘Italia ha affrontato finora questo problema da sola e il nostro sistema di accoglienza è in gravissima difficoltà. È evidente quindi – spiega Pianteosi – che l’Italia non potrà dare la propria adesione a soluzioni per un Patto europeo non adeguatamente bilanciato tra misure di solidarietà e di responsabilità. I Paesi di primo ingresso non possono, infatti, da soli sopportare l’onere di una responsabilità esclusiva nella gestione dei flussi. Per questo noi continuiamo a sostenere che la soluzione più seria è lavorare insieme per fermare le partenze dal nord Africa”.
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