L'iniziativa

Arriva il bonus matrimonio: 20mila euro per chi si sposa. L’idea della Lega fa discutere

21 novembre 2022 | 10:02
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Arriva il bonus matrimonio: 20mila euro per chi si sposa. L’idea della Lega fa discutere

L’idea della Lega accende le polemiche perché il bonus è previsto solo per i matrimoni religiosi. Poi il Carroccio corregge il tiro: “Per tutti, religioni e civili”

Roma – Un bonus per i matrimoni in chiesa. L’idea della Lega fa discutere e mentre il dibattito si accende arriva la correzione: bonus anche per i matrimoni non religiosi. “La proposta di legge a mia prima firma, volta a incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no”, annuncia il vicecapogruppo della Lega, Domenico Furgiuele, primo firmatario della proposta di legge in questione.

La proposta prevede un bonus fino a 20mila euro ripartito in cinque quote annuali, da corrispondere attraverso le detrazioni delle spese sostenute e documentate nella dichiarazione dei redditi. La versione iniziale della proposta riguarda chi decide di contrarre il matrimonio religioso e quindi di sposarsi in chiesa, come prevede il testo presentato da Furgiuele, Simone Billi, Ingrid Bisa (segretaria della Giunta per le Autorizzazioni), Alberto Gusmeroli (presidente della commissione Attività produttive) ed Erik Pretto.

Obiettivo iniziale, contrastare il “calo verticale soprattutto dei matrimoni celebrati con rito religioso, che risulta più che doppio rispetto a quello dei matrimoni civili (-67,9 per cento contro -28,9 per cento)” registrato tra il 2019 e il 2020, soprattutto tra i più giovani, causato dalle “misure di contenimento dell’emergenza sanitaria”.

Più in particolare, sottolineano gli autori dell’iniziativa, “in Italia nel 2021 sono stati celebrati circa 179.000 matrimoni: rispetto al 2020 si tratta di un raddoppio, anche se questo aumento non è stato sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente, infatti rispetto al 2019 i matrimoni sono inferiori del 2,7 per cento”.

Un calo che, come detto, penalizza soprattutto i matrimoni religiosi. “Le ragioni che allontanano le giovani coppie dall’altare e che le portano a prendere in considerazione solo ed esclusivamente il matrimonio civile -spiegano ancora gli esponenti leghisti- sono molteplici e di natura differente. Innanzitutto il matrimonio civile è di per sé una celebrazione meno onerosa rispetto al matrimonio religioso. Molte coppie sono dubbiose anche sui corsi prematrimoniali, i quali hanno una finalità ben precisa e spesso sottovalutata: cercare di far capire alla coppia se si è realmente pronti nel prendere la decisione di sposarsi”.

Di qui la proposta dei deputati leghisti di “introdurre il cosiddetto ‘bonus matrimonio’, volto ad agevolare le giovani coppie che intendono celebrare il matrimonio religioso e che avranno la possibilità di usufruire della detrazione del 20 per cento delle spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso quali: ornamenti in Chiesa, tra cui i fiori decorativi, la passatoia e i libretti; gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere, il servizio di coiffeur e di make-up e, infine, il servizio fotografico”.

Destinatarie dell’agevolazione le coppie under 35, con cittadinanza italiana da almeno 10 anni, e con un indicatore della situazione economica equivalente non superiore a 23.000 euro e a 11.500 euro a persona.

Le spese detraibili connesse alla celebrazione del matrimonio religioso, che devono essere sostenute in Italia, sono fissate in un massimo di 20.000 euro e sono ripartite tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo.

Costo massimo dell’iniziativa 716mila euro

Costo dell’iniziativa? “Considerando il numero dei matrimoni nel 2021, che ammontano a circa 179.000, si prevede -spiegano i proponenti- che la quota massima detraibile per coppia sarà pari al 20 per cento di 20.000 euro, cioè 4.000 euro da dividere in cinque quote costanti”.

Quindi “la spesa prevista per il bonus matrimonio sarà pari a circa 716.000.000 di euro, cioè a 143.200.000 euro per cinque rate”. Ma i costi potranno essere più bassi “considerati il calo dei matrimoni nel nostro Paese e i requisiti richiesti per usufruire del bonus”.

Reazioni e polemiche

Le reazioni alla notizia del bonus destinato ai soli matrimoni religiosi non si sono fatte attendere. “Il bonus solo per chi si sposa in chiesa oltre che essere palesemente incostituzionale, denota una cialtroneria rara e l’assoluta distanza dai problemi reali del Paese” ha twittato l’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti. “Ai leghisti che vogliono regalare 20mila euro di soldi pubblici solo a chi si sposa in chiesa, vorrei svelare un segreto (insegnatomi da un prete): lo Stato è laico. Chi crede in certi valori, non ha bisogno per testimoniarli della mancia corroborante: roba da mercanti del Tempio” il tweet del senatore del Pd Enrico Borghi. Sempre dal Partito democratico è intervenuta Ilenia Malavasi che in un tweet ha commentato: “Prima il dialetto veneto obbligatorio nelle scuole, poi il bonus matrimonio – 20mila euro solo se ti sposi in chiesa e sei cittadino da 10 anni (costo 16 milioni a spese dei contribuenti, credenti e non). Non sono queste le cose di cui ha bisogno il Paese”.

“Al di là della probabile incostituzionalità, si conferma che la Lega di Salvini è letteralmente fuori controllo” ha scritto su Twitter Carlo Calenda. “E meno male che Zaia stamattina aveva prospettato una Lega quasi normale: ‘Basta battaglie di retroguardia’. Pronta la risposta della Lega romana e salviniana: lo Stato paghi 20mila euro a chi si sposa in chiesa. Altro che ‘libera Chiesa in libero Stato’, qui siamo ancora al Papa Re” ha twittato Mara Carfagna, presidente di Azione. “Con tutto il rispetto per i credenti e per chi sceglie di unirsi con una cerimonia religiosa, siamo uno Stato laico: il bonus proposto dalla Lega di 20.000 euro per chi si sposa in Chiesa è, per essere gentili, quanto meno inopportuno” il tweet di Raffaella Paita, capogruppo di Azione-Italia viva al Senato.

“O è uno scherzo oppure siamo di fronte ad un uso propagandistico dell‘iniziativa legislativa. Così si mortifica questo importante strumento del lavoro parlamentare” ha dichiarato Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera.

Per il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova “la detrazione delle spese sostenute per i matrimoni solo in chiesa, proposta dalla Lega, si inserisce nel filone dei bonus per qualsiasi cosa e, di per sé, non è così originale. A qualificarla nel solco reazionario della destra sovranista è il fatto che il beneficio andrebbe riservato a italiane e italiani da almeno dieci anni (e perché donne e uomini nati e cresciuti in Italia che ottengono la cittadinanza dopo i diciott’anni dovrebbero aspettarne altri dieci per sposarsi con il bonus?) e che scelgono il matrimonio religioso, ovviamente rigorosamente etero: una perla di analfabetismo costituzionale. Insomma, meglio della fascistissima tassa sul celibato, ma ce la possiamo risparmiare”.

La proposta fatta oggi dalla Lega, ha detto Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay Lgbt+, solidale, ambientalista, liberale, “non rispetta la Costituzione. La Costituzione prevede che l’Italia sia uno stato laico e questo lo ricordiamo sia a Salvini che al Governo. Quanto proposto è inaccettabile e irrispettoso della Costituzione, pertanto ci auguriamo che questa proposta sia cancellata altrimenti attueremo tutte le azioni possibili per evitare che la proposta passi. Si tratta di una vera e propria interferenza inaccettabile verso la laicità dello Stato, i bonus non possono discriminare tra religiosi e laici”. (fonte Adnkronos)