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Sul fronte redditi nel 2022 l’Italia è divenuta un paese leggermente meno “diseguale”

23 novembre 2022 | 13:51
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Sul fronte redditi nel 2022 l’Italia è divenuta un paese leggermente meno “diseguale”

Secondo l’ultimo report sulla povertà dell’Istat, nel 2022 sono in lieve calo le diseguaglianze grazie alle politiche sui redditi familiari. Il rischio di povertà si riduce dal 18,6% al 16,8%

Roma – Sul fronte redditi nel 2022 l’Italia è divenuta un paese leggermente meno ‘diseguale’. Lo certifica l’Istat che stima come l’insieme delle politiche sulle famiglie abbia abbassato l’indice di Gini (che misura appunto i divari di reddito) da 30,4% a 29,6%, mentre il rischio di povertà si riduce dal 18,6% al 16,8%.

L’istituto di statistica ricorda come le stime includono gli effetti dei principali interventi sui redditi familiari adottati nel 2022: e cioè la riforma Irpef; l’assegno unico e universale per i figli a carico; le indennità una tantum di 200 e 150 euro, i bonus per le bollette elettriche e del gas e l’anticipo della rivalutazione delle pensioni.

In particolare – segnala l’Istat – la riforma dell’Irpef, l’assegno unico e gli altri interventi hanno ridotto il rischio di povertà per le famiglie con figli minori, sia coppie (-4,3 punti), sia monogenitori (-4,2 punti), soprattutto in seguito all’introduzione dell’assegno unico. Per le famiglie monocomponenti (-2,1 punti), e per gli ultrasessantacinquenni soli (-1,3 punti), la riduzione è dovuta prevalentemente ai bonus e all’anticipo della rivalutazione delle pensioni.

Per le famiglie senza figli o solo con figli adulti il rischio di povertà rimane quasi invariato o aumenta lievemente. L’assegno unico ha determinato, nel 2022, una riduzione del rischio di povertà di 3,8 punti percentuali per i giovani da 0 a 14 anni, di 2,5 per quelli da 15 a 24 anni e di 2,4 punti percentuali per gli individui nella classe di età fra i 35 e i 44 anni.

Se si considerano anche le altre politiche, la riforma Irpef, i bonus e la rivalutazione delle pensioni, il rischio di povertà si riduce ulteriormente per tutte le classi di età al di sopra dei 24 anni. (fonte Adnkronos)