Ucraina, il Papa punta il dito: “La Russia ha invaso”. L’ira di Mosca: “Parole perverse”

29 novembre 2022 | 13:03
Share0
Ucraina, il Papa punta il dito: “La Russia ha invaso”. L’ira di Mosca: “Parole perverse”

Rottura Vaticano-Mosca. Il Ministero degli Esteri russo contro il Pontefice: “Questa non è più russofobia, ma una perversione”. E i filorussi arrestano due sacerdoti cattolici nel Donetsk

Città del Vaticano – Nuova rottura tra la Santa Sede e Mosca. Se nei giorni scorsi il “ministro degli Esteri” vaticano aveva annunciato la nascita di un tavolo per le trattative tra Russia e Ucraina per raggiungere la pace proprio all’ombra del cupolone, nelle ultime ore il Pontefice provoca una rottura col Cremlino.

A provocare l’ira di Mosca le parole del Papa in una intervista al magazine America: “Certamente, chi invade è lo stato russo. Perché non nomino Putin? Perché non è necessario; è già noto. Tuttavia, a volte le persone si attaccano a un dettaglio. Tutti conoscono la mia posizione, con Putin o senza Putin, senza nominarlo”.

Bergoglio ha ricordato poi di avere “parlato con il presidente Zelensky tre volte per telefono. E lavoro in generale con la ricezione di elenchi di prigionieri, sia prigionieri civili che prigionieri militari, e li faccio inviare al governo russo, e la risposta è sempre stata molto positiva”. Francesco dice poi chiaramente che se andrà, andrà sia a Mosca che a Kiev: “Ho anche pensato di viaggiare, ma ho preso la decisione: se viaggio, vado a Mosca e a Kiev, in entrambe, non solo in un posto. E non ho mai dato l’impressione di coprire l’aggressione. Ho ricevuto qui in questa sala, tre o quattro volte, una delegazione del governo ucraino. E lavoriamo insieme”.

“Quando parlo dell’Ucraina – ha ribadito il Santo Padre – parlo di un popolo martirizzato. Se hai un popolo martirizzato, hai qualcuno che lo martirizza. Quando parlo dell’Ucraina, parlo della crudeltà perché ho molte informazioni sulla crudeltà delle truppe che entrano. In genere, i più crudeli sono forse quelli che sono della Russia ma non sono della tradizione russa, come i ceceni, i Buriati e così via. Certamente, chi invade è lo stato russo. Questo è molto chiaro. A volte cerco di non specificare per non offendere e piuttosto di condannare in generale, anche se è risaputo chi sto condannando. Non è necessario che metta nome e cognome”.

Il Pontefice ha ricordato ancora una volta che “il secondo giorno di guerra sono andato all’ambasciata russa (presso la Santa Sede, ndr), un gesto insolito perché il papa non va mai in un’ambasciata. E lì ho detto all’ambasciatore di dire a Putin che ero disposto a viaggiare a condizione che mi concedesse una piccola finestra per negoziare. Lavrov, il ministro degli Esteri ad alto livello, ha risposto con una lettera molto carina dalla quale ho capito che per il momento non era necessario”.

Ma per la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, le parole del Pontefice su ceceni e buriati sono un’oltraggiosa perversione della verità oltre che una dimostrazione di russofobia. “Questa non è più russofobia, ma una perversione, non so nemmeno a che livello. Negli anni Novanta e nei primi anni 2000, ci è stato detto esattamente il contrario, che i russi, gli slavi torturano i popoli del Caucaso, e ora ci viene detto che sono i popoli del Caucaso che torturano i russi. Devono essere pervertiti della verità”, ha detto Zakharova, secondo quanto riporta l’agenzia russa Tass.

E mentre la diplomazia è al lavoro in queste ore per ricucire lo strappo, la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) fa sapere che due sacerdoti cattolici sono stati arrestati nella città portuale di Berdyansk nel Donetsk. Acs esprime “profonda costernazione” per l’arresto dei padri redentoristi, detenuti dalle milizie russe, che prestavano assistenza pastorale alle parrocchie greco-cattoliche e cattoliche di rito latino e sono tra i pochi rimasti nei territori occupati. Secondo un comunicato ufficiale inviato ad Acs a firma di monsignor Stepan Meniok, vescovo dell’Esarcato di Donetsk, della Chiesa greco-cattolica ucraina, la detenzione è “infondata e illegale”.

Padre Ivan Levitskyi, parroco della chiesa della Natività della Vergine Maria nella città di Berdyansk, e Padre Bohdan Heleta, cappellano della stessa chiesa, sarebbero stati incarcerati in un centro di custodia cautelare a Berdyansk dall’amministrazione russa con l’accusa di aver preparato un atto terroristico. Il comunicato inviato ad Acs denuncia che l’accusa di possesso di armi ed esplosivi da parte dei sacerdoti è falsa ed aggiunge che si è trattato di una manovra organizzata per fini propagandistici. (foto © Vatican Media)

Il Faro online – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
ilfaroonline.it è su TELEGRAM. Per iscriverti al canale Telegram con solo le notizie di Papa & Vaticano, clicca su questo link.
ilfaroonline.it è anche su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte