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Ucraina. Il Papa critica gli attacchi russi, la replica di Lavrov: “Parole non cristiane”

1 dicembre 2022 | 15:39
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Ucraina. Il Papa critica gli attacchi russi, la replica di Lavrov: “Parole non cristiane”

Secondo il ministro degli Esteri russo le parole del Papa sulla “crudeltà” di ceceni e buriati sono “non cristiane”

Mosca – Le parole del Papa sulla “crudeltà” di ceceni e buriati sono “non cristiane”. Il nuovo attacco contro Francesco arriva dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che in una conferenza stampa ha detto: “Il Papa invita al dialogo, ma di recente ha anche fatto una dichiarazione incomprensibile, completamente non cristiana, individuando due nazionalità russe in una categoria da cui ci si può aspettare atrocità durante le ostilità”. Secondo il capo della diplomazia di Mosca, “naturalmente questo non aiuta la causa e l’autorità della Santa Sede”. Parole che arrivano all’indomani di un attacco hacker contro i siti della Santa Sede (leggi qui), dietro il quale si sospetta proprio la mano dei russi.

L’Occidente, secondo Lavrov, avrebbe avuto la possibilità di fermare lo scoppio della guerra in Ucraina accogliendo le richieste della Russia per limitare l’espansione della Nato e creare uno status di sicurezza speciale per Kiev.

Sui rapporti con l’Occidente non si torna indietro, la Russia non li ripristinerà come erano prima del conflitto in Ucraina, ha poi sottolineato. “E’ chiaro che se, e quando, a un certo punto i nostri vicini occidentali e gli ex partner improvvisamente si interesseranno a ripristinare in qualche modo il lavoro congiunto sulla sicurezza europea, da parte nostra non ci sarà alcun ripristino. Perché il ripristino significa quello che era prima. Ma questo non è possibile”, ha detto Lavrov citato dalla Ria Novosti.

“Quando e se l’Occidente si renderà conto che è meglio coesistere sulla base di alcuni fondamenti reciprocamente concordati, ascolteremo ciò che l’Occidente propone ed è chiaro che dovrebbe esserci un nuovo inizio di interazione”, ha sottolineato Lavrov.

Lavrov ha inoltre difeso gli attacchi condotti dalle forze armate di Mosca contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, affermando che si tratta di una risposta giustificata alle minacce. ”Queste infrastrutture sono di supporto alla capacità di combattimento delle forze armate dell’Ucraina e dei battaglioni nazionalisti”, ha detto, sottolineando che le azioni russe sono finalizzate a minimizzare il numero delle vittime civili.

Il capo della diplomazia russa ha anche accusato la Nato e gli Stati Uniti di aver usato tattiche di guerra simili in passato. “Confrontate l’isteria scatenata dai media occidentali ora con quello che è successo quando gli Stati Uniti hanno bombardato l’Iraq”, ha detto Lavrov nel corso di una conferenza stampa. Nell’ex Jugoslavia la Nato ha anche bombardato il centro televisivo di Belgrado, sostenendo che si trattava di uno strumento della propaganda di guerra nemica, ha aggiunto.

”L’Osce è diventata un’organizzazione sempre più marginale”, anche a causa dei ”tentativi espansionistici della Nato” e alla volontà di ”privatizzazione da parte dell’Occidente”, ha detto ancora Lavrov, accusando la ”Polonia di stare affossando l’Osce”. ”Approfittando della superiorità numerica in questa organizzazione, l’Occidente ha cercato per molti anni di realizzarne la privatizzazione e, probabilmente, è più corretto dire che stanno cercando di effettuare un sequestro dell’Osce per soggiogare quest’ultima piattaforma”, ha detto durante un briefing.

”La sicurezza in Europa si sta frammentando e l’Osce sta diventando, per usare un eufemismo, un’entità sempre più marginale”, ha aggiunto Lavrov. “Negli ultimi anni, i presidenti di turno dell’Osce non sono stati intenzionati a interrompere questa tendenza negativa. Gli svedesi sono stati presidenti l’anno scorso e hanno smesso di agire come intermediari onesti”, ha aggiunto Lavrov affermando che ”sono stati gli svedesi a iniziare a preparare i funerali dell’Osce. I nostri vicini polacchi hanno diligentemente scavato una fossa per questa organizzazione per tutto quest’anno, distruggendo i resti della cultura del consenso”. (fonte Adnkronos)