Natale 20202, in piazza San Pietro si accendono albero e presepe a impatto ambientale zero

3 dicembre 2022 | 17:50
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Natale 20202, in piazza San Pietro si accendono albero e presepe a impatto ambientale zero

Il legno utilizzato per creare il presepe proviene da abbattimenti programmati da vivaisti che curano giardini pubblici o privati. Anche per l’albero, nessun abete è stato abbattuto dalle aree protette. Tutto è stato fatto nel pieno rispetto delle normative e senza incidere negativamente sull’ecosistema

Città del Vaticano – Brillano fieri in piazza San Pietro il grande albero di Natale e il maestoso presepe che abbelliranno il centro della cristianità per le feste, fino all’8 gennaio 2023. Due simboli del Natale a impatto zero. L’abete  arrivato dall’Abruzzo e il presepe di Sutrio, infatti, come ha evidenziato il presidente del Governatorato della Città del Vaticano, card. Fernando Vergez Alzaga, “sono stati allestiti nel rispetto della casa comune secondo quanto indicato dal Papa nell’enciclica Laudato sì; infatti, il legno utilizzato per creare il presepe proviene da abbattimenti programmati da vivaisti che curano giardini pubblici o privati. Per questo non è stato abbattuto nessun albero appositamente per realizzare il presepe. Anche per l’albero, nessun abete è stato abbattuto dalle aree protette. Tutto è stato fatto nel pieno rispetto delle normative e senza incidere negativamente sull’ecosistema”.

E c’è anche un pezzo di Ucraina nel presepe montato ai piedi dell’obelisco. Tra gli artigiani che hanno realizzato le statue c’è infatti un artista di origini ucraine. Non solo: la culla del Bambino Gesù è stata realizzata con il legno della radice di un albero sradicato dalla tempesta Vaia, nel 2018.

Composto di 18 statue a grandezza naturale, disposte su una superficie di 116 metri quadrati, illuminate da 50 punti luce, è stato realizzato da un team di artisti ed artigiani del legno da decenni attivi a Sutrio (il borgo di poco più di 1200 abitanti, adagiato alle pendici del Monte Zoncolan – e in tutto il Friuli Venezia Giulia). Sutrio vanta una radicata tradizione dell’artigianato del legno ed è esso stesso un “paese – Presepe”. Sotto la Natività i visitatori troveranno un intarsio dedicato alla Pace, che reca la scritta Pax realizzato dai marmisti Giuliano e Massimo Borchi con le pietre del Friuli Venezia Giulia.

Per tutto il periodo natalizio, sarà diffusa una colonna sonora con brani natalizi e tradizionali, alcuni dei quali realizzati dal Coro Polifonico di Ruda e da altri artisti. Complessivamente, il presepe pesa 16,8 tonnellate. L’estensione della superficie della Grotta, sotto la cupola alta 5,65 metri, sarà di 41 metri quadrati. La superficie del palco sottostante sarà di ulteriori 75 metri quadrati.

L’abete bianco che troneggia accanto all’obelisco, invece, è addobbato con oggetti realizzati dai ragazzi della struttura residenziale riabilitativa psichiatrica “La Quadrifoglio”. Un luogo di cura dove gli ospiti, integrati interamente nel tessuto sociale di Rosello, possono impegnarsi in un percorso riabilitativo individualizzato, partendo dall’osservazione e dal contenimento dei sintomi disfunzionali dovuti alla loro patologia per arrivare alla massima autonomia di vita quotidiana.

“L’albero e il presepe sono due segni che continuano ad affascinare piccoli e grandi”, le parole del Pontefice, che ha incontrato, prima della cerimonia di accensione, le delegazioni provenienti da Abruzzo e Friuli. “L’albero, con le sue luci, ricorda Gesù che viene a rischiarare le nostre tenebre, la nostra esistenza spesso rinchiusa nell’ombra del peccato, della paura, del dolore”, aggiunge il Papa, che continua: “E ci suggerisce un’ulteriore riflessione: come gli alberi, così anche gli uomini hanno bisogno di radici. Poiché solo chi è radicato in un buon terreno, rimane saldo, cresce, ‘matura’, resiste ai venti che lo scuotono ediventa un punto di riferimento per chi lo guarda. Ma, cari, senza radici nulla di ciò avviene: senza basi salde si rimane traballanti. È importante custodire le radici, nella vita come nella fede”.

Il presepe, invece, “nella sua genuina povertà, ci aiuta a ritrovare la vera ricchezza del Natale, e a purificarci da tanti aspetti che inquinano il paesaggio natalizio. Semplice e familiare, il presepe richiama un Natale diverso da quello consumistico e commerciale: è un’altra cosa; ricorda quanto ci fa bene custodire dei momenti di silenzio e di preghiera nelle nostre giornate, spesso travolte dalla frenesia”.

Quindi il monito: “Radici e contemplazione: l’albero ci insegna le radici, il presepio ci invita alla contemplazione. Non dimenticare questi due atteggiamenti umani e cristiani. E se vogliamo festeggiare davvero il Natale riscopriamo attraverso il presepe la sorpresa e lo stupore della piccolezza, la piccolezza di Dio, che si fa piccolo, che non nasce nei fasti dell’apparenza, ma nella povertà di una stalla. E per incontrarlo bisogna raggiungerlo lì, dove Egli sta; occorre abbassarsi, occorre farsi piccoli, lasciare ogni vanità, per arrivare dove Lui è. E la preghiera è la via migliore per dire grazie di fronte a questo dono d’amore gratuito, dire grazie a Gesù che desidera entrare nelle nostre case e nei nostri cuori”.

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