Immacolata, il Papa piange in piazza di Spagna mentre prega per l’Ucraina

8 dicembre 2022 | 16:24
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Immacolata, il Papa piange in piazza di Spagna mentre prega per l’Ucraina

“Avrei voluto portarti il grazie del popolo ucraino…” il Papa ferma la preghiera e piange mentre prega la Madonna in piazza di Spagna

Roma – Lacrime copiose scendono sul volto di Papa Francesco, tornato in piazza di Spagna per il tradizionale omaggio all’Immacolata. Nella lunga preghiera rivolta alla Vergine, non manca il pensiero all’Ucraina. “Avrei voluto portarti il grazie del popolo ucraino…” e invece la guerra continua a infuriare alle porte dell’Europa. E Francesco, con la voce rotta dall’emozione, si ferma. La preghiera si interrompe e lui inizia a piangere. Lacrime di dolore per le notizie che quotidianamente arrivano dal fronte.

Poi, mentre la folla lo applaude, riprende la sua preghiera: “Vergine Immacolata, avrei voluto oggiportarti il ringraziamento del popolo ucraino per la pace che da tempo chiediamo al Signore. Invece devo ancora presentarti la supplica dei bambini, degli anziani, dei padri e delle madri, dei giovani di quella terra martoriata. Ma in realtà noi tutti sappiamo che tu sei con loro e con tutti i sofferenti, così come fosti accanto alla croce del tuo Figlio”. Nella preghiera all’Immacolata, il Papa ricorda anche i romani, le famiglie, i giovani, i bambini e gli anziani:

Madre nostra Immacolata,
oggi il popolo romano si stringe intorno a te.
I fiori deposti ai tuoi piedi
da tante realtà cittadine
esprimono l’amore e la devozione per te,
che vegli su tutti noi.
E tu vedi e accogli anche
quei fiori invisibili che sono tante invocazioni,
tante suppliche silenziose, a volte soffocate,
nascoste ma non per te, che sei Madre.
Dopo due anni nei quali sono venuto
a renderti omaggio da solo sul far del giorno,
oggi ritorno a te insieme alla gente
di questa Chiesa e di questa Città.
E ti porto i ringraziamenti e le suppliche
di tutti i tuoi figli, vicini e lontani.
Tu, dal Cielo in cui Dio ti ha accolta,
vedi le cose della terra molto meglio di noi;
ma come Madre ascolti le nostre invocazioni
per presentarle al tuo Figlio,
al suo Cuore pieno di misericordia.
Prima di tutto ti porto l’amore filiale
di innumerevoli uomini e donne, non solo cristiani,
che nutrono per te la più grande riconoscenza
per la tua bellezza tutta grazia e umiltà:
perché in mezzo a tante nubi oscure
tu sei segno di speranza e di consolazione.
Ti porto i sorrisi dei bambini,
che imparano il tuo nome davanti a una tua immagine,
in braccio alle mamme e alle nonne,
e cominciano a conoscere
che hanno anche una Mamma in Cielo.
E quando, nella vita, capita che quei sorrisi
lasciano il posto alle lacrime,
com’è importante averti conosciuta,
avere avuto in dono la tua maternità!
Ti porto la gratitudine degli anziani e dei vecchi:
un grazie che fa tutt’uno con la loro vita,
tessuto di ricordi, di gioie e dolori,
di traguardi che loro sanno bene
di aver raggiunto con il tuo aiuto,
tenendo la loro mano nella tua.
Ti porto le preoccupazioni delle famiglie,
dei padri e delle madri che spesso fanno fatica
a far quadrare i bilanci di casa,
e affrontano giorno per giorno
piccole e grandi sfide per andare avanti.
In particolare ti affido le giovani coppie,
perché guardando a te e a San Giuseppe
vadano incontro alla vita con coraggio
confidando nella Provvidenza di Dio.
Ti porto i sogni e le ansie dei giovani,
aperti al futuro ma frenati da una cultura
ricca di cose e povera di valori,
satura di informazioni e carente nell’educare,
suadente nell’illudere e spietata nel deludere.
Ti raccomando specialmente i ragazzi
che più hanno risentito della pandemia,
perché piano piano riprendano

a scuotere e spiegare le loro ali
e ritrovino il gusto di volare in alto.
Grazie, Madre nostra!
Guardando a te, che sei senza peccato,
possiamo continuare a credere e sperare
che sull’odio vinca l’amore,
sulla menzogna vinca la verità,
sull’offesa vinca il perdono,
sulla guerra vinca la pace. Così sia!

Dopo la benedizione, Papa Francesco si concede un bagno di folla, come non si vedeva da due anni a questa parte. La pandemia aveva infatti bloccato il tradizionale rito di piazza di Spagna. O meglio, il Papa in questi due anni non vi ha mai rinunciato, come ha ricordato lui stesso anche oggi, continuando l’atto di venerazione in privato, alle prime ore dell’alba, con i pompieri.

Oggi, con lui, a supplicare la Vergine Maria, migliaia di romani e di pellegrini che hanno affollato non solo piazza di Spagna ma anche le vie limitrofe, fino a via del Corso e via del Tritone. Per Bergoglio applausi e sorrisi, che il Santo Padre ricambia con strette di mano, carezze agli ammalati – accompagnati dall’Unitalsi – e qualche bacio ai bambini. Prima di arrivare in piazza di Spagna, il Papa ha fatto tappa nella basilica di Santa Maria Maggiore,  per pregare in privato davanti all’icona della Salus Populi Romani. Sull’altare, il Pontefice ha lasciato un mazzo di rose bianche.

L’omaggio dei romani all’Immacolata

Come tradizione, i primi a omaggiare la Madonna sono stati i Vigili del Fuoco, in onore dei 220 colleghi che l’8 dicembre del 1857 inaugurarono il monumento: alle 7 del mattino sono saliti fino in cima (con una scala di 30 metri) per deporre la propria ghirlanda di fiori sul braccio della Vergine. Con l’omaggio del Papa e delle autorità cittadine, riprende così una consuetudine iniziata nel 1953 con Pio XII, ma interrotta negli ultimi due anni a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia.

Prima del Santo Padre numerosi i gruppi e le personalità che lasceranno serti floreali ai piedi della colonna alta 12 metri progettata dall’architetto Luigi Poletti, sulla cui sommità svetta la statua mariana in bronzo realizzata dallo scultore Giuseppe Obici. Tra gli altri, alle 9.30 si è svolto l’omaggio del Corpo della Gendarmeria Vaticana, con la banda musicale che ha eseguito un inno alla Madonna; alle 10.30, poi, il grande corteo dei lavoratori delle aziende romane più importanti, tra cui le comunali e municipalizzate. Anche il sindaco Gualtieri ha deposto un grande bouquet di fiori con la scritta Spqr, il simbolo della Capitale. Fin dalle 6 e per tutta la giornata, i Frati Minori Conventuali della basilica dei Santi XII Apostoli accolgono gruppi e fedeli, disponibili per le confessioni.

“I francescani hanno sempre promosso nel tempo e nella storia la teologia del dogma dell’Immacolata e non hanno mai spento la devozione verso questa solennità – osserva padre Silvano Bianco, vicario parrocchiale ai Santi XII Apostoli –. Nel sentire del popolo c’era già una grande devozione all’Immacolata, ma ricordiamo che il dogma fu proclamato l’8 dicembre 1854 da Pio IX. Per l’occasione nel porticato davanti alla basilica è stata allestita una mostra di presepi, con presepi in movimento, una serie di pannelli e piccole realizzazioni, in collaborazione con il vicino Museo delle Cere”. Nella basilica dei Santi XII Apostoli si tiene, tra l’altro, la più antica novena all’Immacolata di Roma.

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