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Con la Manovra il Governo Meloni cancella il bonus 18app: al suo posto la “carta cultura”

"Il ministro Sangiuliano sta già lavorando per convocare un incontro ai primi di gennaio con le categorie coinvolte"

Roma – Una nuova ‘carta cultura’ al posto del bonus 18app. Lo annunciano i parlamentari firmatari dell’emendamento alla manovra 2023 che abroga l’attuale bonus ’18 App’ per redistribuire le relative risorse. “Il Parlamento darà massima priorità al sostegno della filiera culturale, come teatro, musica, cinema, editoria libraria e patrimonio culturale privato come le dimore storiche. La volontà del Parlamento è quella di revisionare la 18app e introdurre politiche di incentivo alla domanda di cultura più generali, che possano sostenere i consumi culturali nella crisi in corso. La sostituzione di 18app con una nuova ‘carta cultura’ è una misura volta a tutelare dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione che viene largamente utilizzata per l’acquisto dei libri di testo. Per questo, riteniamo debba essere revisionata e potenziata concordando con le categorie produttive della cultura”, dicono in una nota il presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, il capogruppo della Lega in VII Commissione Rossano Sasso e il capogruppo di FI in VII Commissione Rita Dalla Chiesa, firmatari dell’emendamento.

“Il ministro Sangiuliano e i sottosegretari – fanno sapere i tre parlamentari – stanno già lavorando per convocare un incontro ai primi di gennaio con le categorie coinvolte per definire le linee di questa nuova ‘carta della cultura’, senza abusi e con il sostegno anche per l’acquisto di libri scolastici, sostenendo le famiglie. L’emendamento sottoscritto dai gruppi parlamentari di maggioranza è volto all’istituzione di un nuovo welfare dello spettacolo, introducendo 100 milioni per l’indennità di discontinuità degli artisti che sono in difficoltà economica; per la riforma del Fondo Unico dello Spettacolo, incrementando di 40 milioni di euro la dotazione, sostenendo le categorie dello spettacolo dal vivo; per il sostegno con 45 milioni complessivi alla filiera del libro e delle biblioteche, con ricadute per l’indotto anche delle librerie di prossimità, degli autori e dei traduttori; per il sostegno al cinema e alle sale; per il sostegno del patrimonio culturale materiale e immateriale”. “Renzi e Franceschini stiano tranquilli. Il Parlamento – concludono – sarà principale sede per la definizione delle politiche culturali”. (fonte Adnkronos)