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Elezioni regionali nel Lazio, il centrodestra rimanda (ancora) la scelta del candidato

17 dicembre 2022 | 19:33
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Elezioni regionali nel Lazio, il centrodestra rimanda (ancora) la scelta del candidato

La leader di FdI: “Darò una rosa di tre nomi agli alleati ed entro lunedì annuncio il nome del candidato”. A sinistra botta e risposta Conte-D’Amato su Berlinguer

Roma – Doveva essere annunciato il 15 dicembre. Poi è la data è cambiata: «Lo dirà Meloni sabato 18». E invece… Promessa non mantenuta: la festa per il decennale di FdI che avrebbe dovuto concludersi con l’intervento della premier Meloni e con l’annuncio del candidato per il centrodestra alle regionali del Lazio termina solo con l’intervento della leader del partito. Il nome resta un mistero. O almeno per altre 24 ore. “L’indicazione del candidato presidente nelle regionali del Lazio spetta a FdI ma io tengo molto che ci sia un nome condiviso con gli alleati. E quindi farò una rosa di tre nomi agli alleati ed entro lunedì annuncio il nome del candidato”, le parole della Presidente del Consiglio sul palco di piazza del Popolo.

Ma se a destra i nomi sono ancora da decidere, a sinistra si consuma l’ennesimo scontro tra Pd e M5S. Ad accendere gli animi è l’ex premier Conte che mette dei paletti sui candidati: “Non posso accettare che in una lista del Movimento Cinquestelle ci possa essere una persona che deve alla Regione Lazio quasi 300mila euro perché ha creato un danno erariale accertato”.

“Non ci giriamo intorno – ha aggiunto l’ex premier – non posso accettarlo come candidato alla Regione. Su questa cosa non possiamo far finta che non esista, non può essere degradato ad un espediente giuridico perché l’accertamento penale è caduto in prescrizione. Non mi interessa nulla. Io non posso candidare una persona che deve alla sua Regione e che si candida ad amministrarla e a governarla una partita aperta così chiara e così evidente accertata dai magistrati contabili. La questione morale esiste o non esiste? La questione morale è altro dalle responsabilità penali”.

“Cosa significa la garanzia della presunzione di innocenza con il fatto che si fa finta che non ci sia un danno erariale accertato e questo problema ci si giri intorno facendo finta che non esista. Questa è la questione morale, se noi facciamo finta e continuiamo a utilizzare le forze politiche come strumento di sistemazione delle persone, se noi continuiamo a dare la possibilità alle forze politiche di espandere la loro vocazione occupazionista in tutti i gangli della vita pubblica e sociale, dove andremo a finire? Berlinguer -ha concluso Conte- nel suo famoso intervento sulla questione morale coglieva la degenerazione dei partiti. Ecco perché la nostra proposta non può che essere radicalmente diversa da quelle che saranno offerte ai cittadini di questa regione”.

A stretto giro arriva la replica di Alessio D’Amato: “Conte fa l’avvocato del popolo a senso unico. Si tratta di fatti risalenti a 16 anni fa. Allora dovrebbe far dimettere i suoi assessori in Regione…”.  A rispondere al leader M5S è anche il senatore del Pd Enrico Borghi: “Giuseppe Conte dimostra di essere garantista solo con congiunti o amici da lui nominati. Il presidente M5S dovrebbe sapere, infatti, che, nella vicenda a cui maldestramente ha fatto riferimento, Alessio D’Amato è ricorso in appello. L’uscita di Conte sorprende a maggior ragione perché, proprio su questa prima sentenza, ormai vecchia di mesi, nessuno ha mai sentito proferire una singola parola da parte delle due assessore 5 Stelle che ancora siedono quotidianamente in giunta con D’Amato, continuando il loro buon lavoro”.

Tuttavia D’Amato non chiude del tutto le porte ai grillini: “Per quanto ci riguarda le porte sono sempre aperte ma non corriamo dietro a nessuno: dobbiamo essere pronti, alle elezioni” regionali nel Lazio “manca poco e dobbiamo essere soprattutto credibili, per cui il nostro impegno è quello di lavorare sin da subito ad una coalizione forte e vincente”. Le interlocuzioni con le altre forze “non si interromperanno mai fino all’ultimo minuto utile, però, ripeto, non corro dietro a nessuno e noi stiamo in campo per vincere”, sottolinea. Poi, sullo strappo di Sinistra Italiana chiarisce: “Ognuno fa le proprie valutazioni, a me quello che interessa è che sia una coalizione che abbia un profilo chiaro, riformista e progressista su temi programmatici che hanno al centro il tema del lavoro”.