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Papa Francesco: “Dimissioni? Già firmate in caso di impedimento medico”

18 dicembre 2022 | 11:50
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Papa Francesco: “Dimissioni? Già firmate in caso di impedimento medico”

“Le ho già firmate e gli ho detto ‘In caso di impedimento per motivi di salute o altro, ecco le mie dimissioni’. Loro le hanno già. Io le ho date al cardinal Bertone quando era Segretario di Stato”

Città del Vaticano – Nel caso in cui Papa Bergoglio non fosse più in grado di continuare a governare la Chiesa cattolica a causa di un impedimento medico, lo stesso Pontefice ha già firmato le sue dimissioni.  Ad annunciarlo è lo stesso Papa Francesco, in un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo ABC, rispondendo alla domanda su cosa accadrebbe “se un pontefice fosse improvvisamente invalido a causa di problemi di salute o di un incidente”.

La risposta è spiazzante: “Ho già firmato le mie dimissioni”, ha risposto, aggiungendo di averlo fatto quando il Segretario di Stato vaticano era il cardinale Tarcisio Bertone. “L’ho firmata e gli ho detto ‘In caso di impedimento per motivi di salute o altro, ecco le mie dimissioni’. Loro le hanno già. Non so a chi le abbia date il cardinale Bertone, ma io le ho date a lui quando era Segretario di Stato”, ha detto.

“E’ la prima volta che lo dico”, ha sottolineato Bergoglio, e poi con la sua solita ironia, ha aggiunto: “Ecco perché lo dico. Ora qualcuno andrà a chiederlo a Bertone: ‘Dammi il pezzo di carta!’. Probabilmente lo ha consegnato al cardinale Pietro Parolin, nuovo Segretario di Stato”.

Da sottolineare che anche Paolo VI fece la stessa cosa: Papa Montini aveva stabilito che se una malattia permanentemente invalidante lo avesse colpito impedendogli di governare ed anche di avere la coscienza per essere in grado di presentare la rinuncia, il collegio dei cardinali poteva dichiararlo decaduto e procedere ad eleggere un nuovo Vescovo di Roma. Il testo è datato 2 maggio 1965, ad appena due anni dalla sua elezione. Non solo: il Pontefice che concluse i lavori del Concilio Vaticano II parlava anche di altro “grave e prolungato impedimento”. In molti pensano a un collegamento con un’altra decisione di rinuncia (mai avvenuta), quella di Pio XII. Papa Pacelli scrisse infatti una lettera di “dimissioni” da usarsi nel caso fosse stato fatto prigioniero da Hitler.

Nell’intervista al quotidiano spagnolo, Papa Bergoglio parla anche di come immagina la Curia Romana nei prossimi anni. E annuncia che entro il 2025 una donna guiderà un dicastero: “Ne ho una in programma per un dicastero che sarà vacante tra due anni. Nulla impedisce a una donna di dirigere un dicastero in cui un laico può essere prefetto”, ha aggiunto Bergoglio, spiegando che dipende dal tipo di dicastero, perché “se si tratta di un dicastero di carattere sacramentale, deve essere presieduto da un sacerdote o da un vescovo”.

C’è poi un passaggio su Benedetto XVI, che il Papa argentino definisce “un santo. E’ un uomo di alta vita spirituale”. E aggiunge: “Vado a trovarlo spesso e ne esco edificato dal suo sguardo trasparente. Vive nella contemplazione… È di buon umore, è lucido, molto vivo, parla piano ma segue la conversazione. Ammiro la tua intelligenza. È grande”.

Nel corso dell’intervista non manca certo un riferimento alla guerra in Ucraina. Il Pontefice ribadisce che quanto sta accadendo alle porte dell’Europa “è terrificante. C’è un’enorme crudeltà. È una cosa molto seria…”. Secondo Bergoglio al conflitto non c’è “una fine a breve termine. Si tratta di una guerra mondiale. Non dimentichiamolo. Ci sono già diverse mani coinvolte nella guerra. È globale. Credo che una guerra venga combattuta quando un impero inizia a indebolirsi, e quando ci sono armi da usare, da vendere e da testare. Mi sembra che ci siano in mezzo molti interessi”. I giornalisti ricordano al Pontefice di essersi espresso oltre cento volte contro la guerra: “Faccio quello che posso. Non ascoltano. È una cosa molto seria. Ed è questo che denuncio continuamente”. Poi conferma di ricevere e ascoltare tutti: “Ora Volodymir Zelensky mi ha mandato per la terza volta uno dei suoi consiglieri religiosi. Sono in contatto, ricevo, aiuto…”.

Francesco ribadisce che l’arma più potente della Santa Sede è la diplomazia. Cosa che non usa per condannare la pedofilia: “È molto doloroso, molto doloroso”. Nei suoi dieci anni di pontificato ha incontrato diverse vittime: “Si tratta di persone che sono state distrutte da chi avrebbe dovuto aiutarle a maturare e a crescere. Questo è molto duro. Anche se si trattasse di un solo caso, è mostruoso che la persona che dovrebbe condurti a Dio ti distrugga lungo la strada. E su questo non è possibile alcun negoziato”.

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