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Fiumicino, Nonno Mariuccio e il suo presepe a doppio strato, fatto di iuta e cemento

25 dicembre 2022 | 09:00
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Fiumicino, Nonno Mariuccio e il suo presepe a doppio strato, fatto di iuta e cemento

Ci sono voluti 18 mesi di lavoro con sacchi di iuta e cemento per realizzare a mano l’intera struttura e posizionare 160 personaggi.

Fiumicino – Mariuccio lo conoscono un po’ tutti a Fiumicino. 85 anni e non sentirli, si è prima preso la terza media e poi il diploma, sconfiggendo tutti gli stereotipi dell’anziano che… deve fare l’anziano.

Lui, nonostante una disabilità conclamata, qualche incidente e tanta sofferenza, è ancora lì a ricordarci che la vita è bella e vale la pena di essere vissuta. Soprattutto impegnando mente e cuore. Mariuccio, artigiano da una vita, sta portando avanti anno dopo anno un suo personalissimo progetto di presepe, invisibile ai più (è incastonato nel giardino della sua casetta). Il termine presepe deriva dal latino “prae” davanti e “saepes” recinto, ed indica propriamente ogni recinto chiuso, e quindi sia la mangiatoia che la stalla.

Ma lui è andato molto oltre: ha realizzato un presepe modulare, costruito con sacchi di iuta e cemento, ed altro materia, tutto riciclato. Quest’anno siamo arrivati al doppio strato, due presepi in uno. Sopra, la natività e un villaggio; sotto, un altro villaggio completamente indipendente, quasi a voler raffigurare la vita nelle sue molteplici dimensioni, quella spirituale e quella materiale.

Il villaggio di sotto è quasi invisibile, bisogna sporgersi e guardare bene dentro per ammirarne la bellezza, la cura, la complessità. Ci sono voluti 18 mesi di lavoro e 160 personaggi per realizzare l’intera struttura. Non c’è finestra dove non si affacci qualcuno, non c’è casa che non sia abitata, o bottega dove si lavori alacremente. “Ma io non mi fermo – spiega nonno Mariuccio – sto già pensando a come poterlo ampliare il prossimo anno.

Un presepe che, a voler contare i personaggi in campo, ha già un alto valore economico, senza contare la manifattura. Ma il valore più importante è l’insegnamento che Mariuccio, ancora una volta, dà a giovani e meno giovani. La vita va vissuta sorridendo, senza piangersi addosso per disgrazie o rimpianti, ma guardando avanti e costruendo, pezzetto dopo pezzetto, il proprio villaggio interiore.

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