Il Fatto

Civitavecchia, giro di fatture false per non pagare l’Iva: maxi sequestro di beni per 10 milioni

28 dicembre 2022 | 12:19
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La frode scoperta dalla Guardia di Finanza: nei guai due amministratori di una società di Civitavecchia

Civitavecchia – Finanzieri del Comando Provinciale della Capitale, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo – emesso dal G.I.P. del Tribunale di Civitavecchia su richiesta della locale Procura della Repubblica – di beni immobili e disponibilità finanziarie nei confronti dei due amministratori di una società di Civitavecchia, indagati per l’ipotesi di reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Le indagini delle Fiamme Gialle del Gruppo di Civitavecchia – partite durante una verifica fiscale nei confronti di un’impresa fornitrice di provviste di bordo alle navi turistiche e mercantili in arrivo e in partenza dai principali porti italiani, tra cui quello di Civitavecchia – hanno evidenziato che la società acquistava merce, rilasciando ai fornitori false “lettere d’intento”, con cui manifestava l’intenzione di esportare i prodotti in territorio estero, al fine di evitare l’addebito dell’IVA.

In realtà, la merce usciva soltanto cartolarmente dall’Italia, grazie a vendite fittizie a società estere, comprovate da fatture false, rimanendo in realtà in Italia.

Gli accertamenti sono stati corroborati dalle risultanze acquisite attraverso i canali di cooperazione internazionale attivati dal II Reparto Operazioni del Comando Generale del Corpo, che hanno confermato l’inesistenza delle società all’estero, fittiziamente destinatarie della merce.

Gli elementi raccolti dai militari hanno consentito alla Procura della Repubblica di ottenere dal G.I.P. l’emissione del sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche “per equivalente” di disponibilità finanziarie e di cespiti del valore di circa 10 milioni, corrispondente all’IVA evasa.

La misura cautelare è stata adottata allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza.

L’operazione si inquadra nella più ampia azione posta in essere dall’Autorità Giudiziaria e dalla Guardia di Finanza di Roma a contrasto delle frodi fiscali che alterano le regole del mercato e danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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